viveresisteresistendo

Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

27 febbraio 2023

Come ha fatto Elly Schlein a diventare nuovo segretario Dem

Ho 40 anni. Un figlio, a breve due. Un lavoro stabile, tante passioni, una casa da pagare ogni mese, tante altre piccole rate da saldare per garantirmi almeno qualche via di fuga momentanea; una vita di corsa, attenta, troppo spensierata a tratti ma realistica, serena. Sono la classica persona disillusa dalla politica, annoiata dalle generazioni che mi precedono, bacchettoni che si prendono troppo sul serio e sorpresa dai modi della generazione dei ventenni di oggi: completamente disinteressati e immersi nei loro mondi fatti di ricche esperienze, immagini virtuali e competitività. 

Politicamente parlando vivo ormai alla giornata, rassegnato nel grigiore dei nostri tempi. Rispetto ogni credo e mi ritengo fortunato a vivere in una società dove ognuno può esprimere la propria idea. Tuttavia mi impegno al massimo per evitare una analisi credibile della Meloni o una sparata di Salvini. Per non parlare delle alternative sull'altro fronte. Troppo deluso, troppo deboli e distanti, per sfidare politicamente per me quelle forze che ostacolano "quel mondo" che stimo, che vorrei, che ho in mente.

Insomma resisto.

Come ha fatto dunque, una ragazza quasi sconosciuta di 37 anni, in una fredda domenica di pioggia e vento di febbraio, a convincermi ad andarla a votare e come ha fatto a diventare il nuovo segretario Dem? 

Incredibile?

Non è incredibile. È riuscita a farmi alzare il culo per mettere una croce (senza nemmeno avere la tessera del PD) sul suo nome sopra un foglietto di carta, in una giornata dove era l'ultimo dei miei pensieri, nel periodo politicamente più lontano della mia vita. E come c'è riuscita con me ci sarà riuscita, credo, con tante altre persone che hanno chissà pensato, anche solo per un attimo, di voler essere rappresentate da nuovi modi di fare, di pensare. Vincendo la corazzata Bonaccini, già dato per sicuro vincitore.

Non c'è nulla di incredibile o forse si, c'è davvero qualcosa di incredibile, perché da oggi, questa, è la realtà.

È preparata, giovane, mi sembra onesta e vera. Non basterà? Può essere. Intanto da oggi parla lei. E non è poco.

E a me va bene così.

13 novembre 2022

i miei primi quarant'anni

Eh.. ragazzi.. siamo qui. Ci siamo arrivati. Quarant'anni.

Se qualcuno di voi (saranno pochissimi) si ricorda dove si trova virtualmente parlando, che significato ha questo spazio per me, sa bene che era impossibile non lasciarne traccia. Non scrivere qualcosa.

Qui iniziai a scrivere vent'anni fa. Alcune cose oggi non le scriverei più ovvio (..mi viene quasi da ridere), altre ne scriverei ma non ho più tempo. E forse voglia. Ma sono in pace. Le mie cose le ho fatte e raccontate, quando è stato il momento di farle e va bene così. Rimangono un sacco di ricordi, viaggi, incontri, esperienze, migliaia di parole; e mi piace pensare che molte di esse siano racchiuse qui, in questo angolo minuscolo e dimenticato della rete. Al sicuro.

Senza precipitare banalmente in un resoconto di ricordi ed esperienze belle e brutte, progetti futuri, occasioni mancate, sogni infranti ecc.. insomma tutte cose che, fondamentalmente, non frega nulla a nessuno.. sulle note di The Endless River dei Pink Floyd, ci tenevo però a riassumere il mio stato d'animo scrivendo semplicemente questo.

Vi abbraccio e vi ringrazio per esserci stati, per avermi accompagnato lungo la strada, per avervi vissuto o semplicemente incontrato. Ognuno di voi mi arricchito a suo modo e non lo dico tanto per dire. Alcuni di voi sono dentro al mio cuore e ci rimarranno per sempre, nonostante tutto. E se ho ferito in qualche modo qualcuno o qualcuna, sappiate che non l'ho fatto con cattiveria.

Concetti banali, forse ridicoli da leggere oggi.. in questo mondo iper-competitivo, iper-connesso, ultra-veloce. Eppure ci tenevo un sacco a scriverlo.

.. e chissà amici se arriva davvero un momento nella vita dove, senza dare troppo nell'occhio, all'improvviso, quasi d'istinto, ci viene voglia di raccoglierci dietro alla prima ombra che incontriamo lungo la strada per rimanere fermi un po' lì.. per qualche istante, prima di ripartire; rannicchiandoci e soffermandoci a pensare, con tutto ciò che siamo

guadando avanti, facendo spazio a nuove luci davanti a noi.



Louder Than Words - Pink Floyd

Più Forte Delle Parole

Ci lagniamo e litighiamo
Ci insultiamo non appena ci vediamo
Ma queste cose che facciamo...
Queste occasioni assieme
Con la pioggia il sole o la tempesta 
Queste cose che facciamo...
Con l'eleganza di chi é stanco del mondo
Ci siamo presi i nostri posti
Possiamo maledirli o prendercene cura e dargli un nome.
Oppure rimanere a casa accanto al fuoco
Abbattuti dal desiderio, attizzando la fiamma.
Ma siamo qui per la corsa.

È più forte delle parole
Questa cosa che facciamo
più forte delle parole
Il modo in cui si spiega.
È più forte delle parole
La somma delle nostre parti
Il battito dei nostri cuori
È più forte delle parole.
più forte delle parole.

Le corde si piegano e scivolano
Mentre le ore scorrono via
Un vecchio paio di scarpe, il tuo blues preferito
Batterà il ritmo.
Seguiamo la corrente, ovunque essa vada.
Siamo più che vivi.
È più forte delle parole
Questa cosa che facciamo
più forte delle parole
Il modo in cui si spiega.

È più forte delle parole
La somma delle nostre parti
Il battito dei nostri cuori
È più forte delle parole.

Più forte delle parole.
Questa cosa che chiamano anima
È lì che palpita
più forte delle parole.

Più forte delle parole.

15 febbraio 2022

Nel frattempo..


.. nel frattempo sono diventato anche padre!

Questo post è soprattutto per tutti gli amici del blog di vecchia data, quando i social non esistevano ancora..

Il tempo vola! I post nei vari blog del mondo scarseggiano e alcuni come questo sopravvivono a stenti. Ma non mollano!

E ora.. mi perdonerete per questa piccola riflessione sdolcinata, che mi permetto di fare qui, in questo spazio cosi frivolo.



La vita da padre per me è un continuo e rinnovato essere ciò che ero.
Senza più tregue, senza risparmi, l'essenziale è davanti a me.

   
      

  

   

Passano gli anni ma non si molla..



06 gennaio 2022

Il "mio" Covid (due anni di pandemia)

Non parlo spesso di Covid nonostante lo abbia (lo stia) a tutt'oggi, vivendo in prima linea, su più fronti: pronto soccorso, emergenza extraterritoriale, degenza, terapia intensiva.. somministrando vaccini per finire al drive through. Poi stanotte mi è capitato di mettere un po' in ordine la galleria delle foto del cellulare ed eccole lì, tra decine di foto mischiate, quelle di quel periodo, dei mesi più brutti ma non solo.. arrivando fino ad oggi.

Ne ho scelte alcune.

La prima. Marzo 2020. Io che porto in giro il cane sotto casa in periodo lockdown. Il mondo si ferma. 
Che silenzio c'era tutto attorno? Avremmo mai immaginato di vivere una cosa così?
Che cosa stava accadendo?

Poi. Indimenticabile quella dove mi si vede fradicio, letteralmente fradicio, dopo essermi tolto la tuta protettiva alla fine di un turno (marzo, aprile 2020, a Piacenza e provincia fu un dramma). Pazzesco.

C'è quella tutta offuscata dove mi si vede vestito con la tuta protettiva. Ogni tanto ne inviavo qualcuna a mia moglie (incinta e a casa) prima di entrare in reparto, senza scrivere una parola. Era come dirsi: -ciao-io-vado-è -tutto-ok-
Per la serie "Audentes fortuna iuvat".. ma anche "Gratatio pallorum omnia mala fugat.. ".

Le altre sono particolari: c'è quella dove mi trovo di spalle al Dott. Magnacavallo in pronto soccorso a Piacenza.
La ricordo facile perché è stata spesso usata da diverse testate giornaliste online locali per postare notizie generiche relative al Covid in tutti questi mesi (dai bollettini, agli aggiornamenti..). C'è stato un periodo che veniva pubblicata continuamente e ogni volta che la incontro/incontravo per caso, anche a distanza di tempo, mi ha sempre fatto uno strano effetto.. Ricordo che in quei giorni avevo una paura boia e non avevo un centimetro di pelle esposto. In quei giorni (marzo/aprile 2020) il pronto soccorso era come un ospedale da guerra. Ho ricordi molto intensi di quei giorni. Direi quasi offuscati.

La foto con la mascherina in primo piano invece è stata scelta insieme ad altre migliaia di foto di lavoratori e persone comuni e finì tra le pagine de Repubblica.it: ero ufficialmente diventato un "essential workers". Nelle due successive sono impegnato nella somministrazione dei vaccini tanto attesi (un momento di svolta?) durante la famosa campagna di vaccinazione di massa anti-Covid (in corso ancora oggi..): il fiore scelto è la primula, che trasmette l’idea di serenità e rigenerazione poiché sboccia per prima dopo l’inverno, annunciando il risveglio della primavera..

E poi.. forse quella a cui tengo di più.

Quella insieme ai miei colleghi in uno dei reparti Covid nel periodo più brutto (sono stato trasferito più volte, in varie situazioni). Eravamo in tanti: giovani e meno giovani. Qualcuno si ammalava e quando qualcuno si ammalava, si andava a sostituire. E quando si andava sostituire, non sapevi mai che cosa poteva capitare. Insomma si ruotava parecchio.
Ci si riconosceva all'inizio o a fine turno, guardandosi negli occhi, sentendosi parlare o leggendo qualcosa di scritto con il pennarello sulla divisa. Io non mi scrissi addosso mai nulla.
Ricordo un turno con una collega di Roma, mai vista prima, traferitasi apposta per l'emergenza. Non seppi più nulla di lei dopo quel turno; non la incontrai più. Eppure fu un turno faticosissimo, uno di quelli che ti ricorderai per molto tempo e se ci penso.. uno passa la vita a fare turni con gli stessi colleghi di sempre e ogni tanto te li racconti, li ricordi.. e così io posso dire di aver vissuto uno dei turni più intesi della mia carriera con una persona che, alla fine, non ricordo nemmeno il nome! A volte la vita è davvero strana.

Ricordo giovanissimi infermieri neoassunti, alla loro prima esperienza, che mai nessuno premierà.

Persone arrivate da tutta Italia, colleghi infermieri catapultati in piena emergenza poco dopo aver terminato il loro periodo di studi o precari da anni.. con tanto coraggio e voglia di fare. Quanti ragazzi sono stati davvero super.

Infine l'ultima, la più recente, a fine turno su un mezzo delle Usca (le unità speciali che "curano" il Covid a casa..). Completamente bardato, per ore, dalla testa ai piedi, vedo il mondo là fuori, oltre la visiera, un mondo incazzato, con tanta voglia di dimenticare, di ricominciare.. un mondo purtroppo ancora troppo spesso senza mascherina (post aggiornato a gennaio 2022: la mascherina sarebbe obbligatoria all'aperto.. ). Tuttavia "dentro" quella medesima visiera, "dall'altra parte" so molto bene che c'è in corso una pandemia mondiale gravissima e quasi inimmaginabile. Lo sai perché la vedi, la misuri, la tocchi, la vai a scovare nelle case. Turno dopo turno. E tu sei uno dei tanti che in silenzio, si lascia scivolar addosso tutte le polemiche, ed è chiamato a combatterla. Tutti i giorni. E non puoi stare nel mezzo. 

Invidio molto chi non teme il Covid. Me lo ripeto da mesi. Ma ogni testa è un mondo e non tocca a me cercare di convincere nessuno. E se anche raccontassi, o meglio, facessi vivere esattamente ciò che, insieme a tanti colleghi, ho vissuto soprattutto nel periodo più catastrofico, sono convinto che difficilmente convincerei qualcuno.

Ma dico solo una cosa e la dico con molta serenità e compassione. Il Covid è una malattia molto imprevedibile, molto contagiosa, che provoca tante complicanze, ad ampio spettro, "multiorgano" si dice; che sono poi il vero nocciolo della questione, il vero problema in termini di cura.

È una malattia lenta ma allo stesso tempo, drammaticamente veloce, disumana, spietata.

Chi ha visto, assistito, con i propri occhi, con le proprie mani, gli effetti di forme medio-gravi non dimenticherà mai e si porterà per sempre dentro certe cose, che a raccontarle qui non ha nemmeno senso, tanto sono serie, dolorose e delicate.

Chi ne ha solo letto o "sentito dire" un po' lo invidio, perché già il fatto di non averci mai avuto a che fare, di non vederlo realmente all'opera, dovrebbe rendere il tutto più facile..

dovrebbe. 

**Aggiornamento Gennaio 2022, ondata Omicron**

Sembrava tutto così tranquillo e invece no! E' arrivata la variante Omicron son risaliti dunque i contagi, i ricoveri.. i morti. Vengo di nuovo trasferito, questa volta nell'unità operativa esterna denominata Drive Through: tu arrivi con la macchina e, senza nemmeno scendere, noi ti facciamo il tampone. Una nuova esperienza che sicuramente ricorderò perché vissuta con splendidi colleghi.


                    

 



                     






 

20 aprile 2021

Come immagino il mondo post-Covid (scritto ad Aprile 2021)

Immagino un futuro dove la spesa pubblica sanitaria salirà alle stelle e il privato ne gioverà, vale a dire che chi potrà permetterselo avrà ciò che serve prima di altri. In modo subdolo, dal mondo degli svaghi al mondo del lavoro, tutti cercheranno di decifrare e plasmare a loro favore una società troppo frammentaria e ancora stordita. Una società soprattutto debole e con poche armi a disposizione per difendersi, se non quella di fidarsi.

Vaccinarsi diventerà obbligatorio per lavorare e le aziende, le industrie, si faranno avanti e si organizzeranno per vaccinare i propri dipendenti. Sempre di più. Il mondo del lavoro non può aspettare e chi obietterà verrà licenziato, sospeso, trasferito, sostituito.

Le compagnie aeree pretenderanno certificati di salute. Serviranno Pass, certificati..  Le più belle città del mondo studieranno nuovi modi per gestire i flussi turistici. Sarà una lotta ad accaparrarsi persone fisiche, in buona salute, obbedienti. Preferibilmente ricche.

Il Covid continuerà a circolare e, tra un'offerta e l'altra, rimarrà un problema di chi si ammalerà e di quegli organi predisposti a curarli. Crescerà l'abuso di sostanze, cresceranno le disgregazioni all'interno di quei nuclei famigliari fragili, le turbe psichiche in sempre più persone comuni. Aumenteranno senso di ingiustizia, rabbia, depressione. Un'intera generazione di giovani di tutto il mondo, verrà denominata generazione Covid. Nasceranno movimenti e organizzazioni di rivolta. 

Il mondo si abituerà a incontrarsi in rete. Ci saranno sempre più eventi in streaming: riunioni in streaming, concerti in streaming, corsi in streaming. Sempre più piattaforme dove identificarsi. Sempre più nascondigli virtuali dove nascondersi e sentirsi importanti.

Tutto il mondo lá fuori, ancora in strada, tutto quel mondo più esposto a speculazioni di ogni forma soffrirà. Tutto ciò che è substrato del nord del mondo rimarrà indietro. Tutto ciò che è piccolo, indipendente, non connesso sarà maggiormente esposto: piccoli ritrovi di aggregazione, locali, ristoranti, ospedali di periferia.
Piccole e incontaminate zone di turismo indifese verranno prese d'assalto.

I più poveri si ammaleranno con maggiore probabilitá. Molti lavori rischieranno di scomparire.
Molte zone del mondo povere, dove prima il turismo la faceva da padrone, cederanno il passo a un turismo d'élite.

I più grandi maxi eventi di qualsiasi natura saranno in un modo o nell'altro sempre più esclusivi.
Il resto del mondo parteciperà online. Nasceranno maxi città o addirittura isole in mare solo per benestanti. Sempre più gente cercherà di migrare con la speranza di una vita migliore. Si faranno guerre per accaparrarsi l'acqua, spazi, servizi, salute. La Geopolitica prenderà il sopravvento e organizzazioni quali l'Organizzazione delle Nazioni Unite saranno sempre più deboli e inascoltate.
Russia, Cina, USA domineranno il mondo e i confini si chiuderanno sempre più.
Sarà sempre più difficile cambiare Stato, se non per motivi di lavoro.
Perfino visitare una città all'estero sarà più complicato.

Una parte di mondo, sorriderà e festeggerà la salvezza, credendosi fuori pericolo, spaventato da tutto ciò che è la fuori, strozzato dalle regole, voglioso di ingordigia.

Tutto il resto rimarrà a guardare da uno schermo, sempre più abbandonato a se stesso.

Regole, raccomandazioni e restrizioni continueranno ad alternarsi per molti anni. Nella maggior parte dei casi non saranno rispettate. Tuttavia la vita pre-covid diventerà sempre più un lontano ricordo perché se non saranno le raccomandazioni a tutelare e limitare i comportamenti a rischio, con il passare del tempo, saranno i fatti e la paura di ammalarsi a modificare i comportamenti dell'intera umanità.


27 dicembre 2020

3008


Vi racconto questa.

C'è il vicino di casa di mia suocera che ogni volta che mi vede cerca di convincermi a cambiare la macchina..

- Ma non la cambio la Qubo - gli rispondo sempre simpaticamente. È una brava persona, poco più che cinquantenne, sempre scherzoso, una persona tranquilla, abbastanza solitaria. Viene sempre a trovarlo il fratello, poco più anziano, con qualche acciacco e credo che venga spesso a trovarlo per trascorrere un po' il tempo in compagnia. Anche lui soffre di qualche acciacco ma nulla che lo renda rinchiuso in casa o impossibilitato a fare qualcosa. Anzi.
Si è da poco comprato la nuova 3008 Peugeot, che non è niente male, di un arancione metallizzato molto bello e proprio perché gli avevo fatto poco tempo fa degli apprezzamenti su tale scelta.. ogni volta che mi vede, cerca di convincermi a cambiare la mia vecchia Qubo!

Circa un mesetto fa Iris (mi moglie) mi avvisa che questo signore è stato ricoverato causa Covid. È iniziato tutto con la febbre; una lieve insufficienza respiratoria ecc. La 3008 è lì sotto ferma da giorni, qualcosa avevo intuito.. maledetto Covid di merda.  
"E fagli godere la nuova macchina.. " penso tra me e me.. 

Da quando è iniziato tutto il pallino Covid, non ho mai scritto nulla sui social. Non mi interessa convincere nessuno, mi basta quello che ho visto a marzo e aprile soprattutto. Quando in due mesi mi trasferirono in cinque reparti. Ricordo cinquantenni che venivano portati seduti sulla carrozzina per essere ricoverati; erano troppo deboli per camminare, sfiniti da quindici-venti giorni di febbre.. facevano ossigeno con i semplici occhialini per intenderci.. alcuni addirittura portavano già la maschera con il sacchetto che aiuta a concentrare l'ossigeno. Molti entravano scherzosi, erano febbrili, con la pelle sudata, spettinati, un pigiama.. ma di buon umore. Si capiva subito che stavano male da giorni e che in fretta e furia erano stati portati in pronto soccorso dove erano stati diverse ore prima del ricovero. Ricordo come fosse ieri il colore di alcune di quelle borse vecchie di tela.. o piccole valige o trolley nella quale erano contenuti gli oggetti necessari per un breve ricovero. Alcuni arrivavano con un semplice sacchetto di plastica bianco, altri solo con il cellulare, un portachiavi.. All'inizio ero contento perché dopo anni di lavoro sapevo che le brutti febbri bene o male con il ricovero si risolvevano.
Erano solo tante. E anche loro credo la pensassero così.

Ma era tutto.. "troppo". Era tutto così strano.

In breve tempo capimmo un po' tutti che la situazione si faceva sempre più drammatica. E fu spaventoso vedere queste persone peggiorare nel giro di poco, sempre di più (eravamo all'inizio, parlo di metà marzo, nel pieno dello tsunami..).
La cosa che più mi colpì fu vederli passare (non tutti ovviamente ma molti si e questo me lo ricordo bene) giorno dopo giorno, dagli occhialini per poi passare alla maschera con sacchetto, fino al casco, fino al tubo endotracheale. Anche il loro umore, ovviamente, nel giro di poco, cambiò. Alcuni di essi, dopo circa una settimana, erano diventate altre persone . Questo succedeva soprattutto a chi rimaneva sotto il casco per molti giorni. L'irritabilità della situazione era asfissiante, da impazzire. Questa cosa mi colpì molto. Le persone accettate all'ingresso non c'erano più. Non erano più loro. C'era un sacco di lavoro da fare. Una di esse, ricoverato da una decina di giorni, in piena notte tentò il suicidio. Me ne accorsi perché sentii un rumore strano provenire da una camera di degenza e mi precipitai a vedere.. contemporaneamente ricevemmo una telefonata di una donna (che poi scoprimmo essere la moglie..) che ci avvisava della sua intenzione di farla finita e, presa dal panico, chiamò in ospedale. Si era tolto casco e flebo e in un attimo voleva farla finita buttandosi dalla finestra. Delirava, era esausto ma con uno sprazzo di lucidità era riuscito a comunicare con la moglie, riuscendo a mandarle un messaggio e salutandola per l'ultima volta.
Lo fermammo in tempo.

Era il periodo più brutto, quando in piena notte i pazienti venivano trasferiti in elicottero anche da piccoli ospedali di provincia.

Giuro, lo giuro, ricordo ancora alcune delle loro facce. Essendo molte volte trasferito da un reparto all'altro, di molti ho perso le tracce e non ho più saputo nulla. Di tre-quattro persone ci terrei un sacco a sapere se ce l'hanno fatta. Ma non ricordo nemmeno i loro nomi. E forse è meglio così, non sapere più nulla. Ricordo, mentre scrivo a getto..una stanza in particolare. Al suo interno c'era in uno dei due letti un professore di lettere e filosofia, nell'altro un meccanico. I primi giorni (quando più o meno stavano nelle stesse condizioni) si incoraggiavano a vicenda e sembravano già molto legati ma dopo un po' la situazione.. cambiò. Uno peggiorò con i giorni e venne trasferito, l'altro migliorò e venne poi dimesso.
Ma nel frattempo la malattia li aveva resi.. indifferenti l'uno con l'altro; tanto da arrivare a ignorarsi.
Ricordo un altro signore che entrò in pronto soccorso con me.. scambiammo anche due parole perché sapevo che proveniva dalla mia stessa valle, la Val Tidone. Era febbrile e seduto sulla carrozzina. Lo ritrovai poi dopo in uno dei reparti covid al quale fui assegnato, per poi rivederlo ancora quando tornai a lavorare in rianimazione. Dopo due mesi e mezzo di calvario morì lì. Anche la sua storia mi colpì molto.

Ben presto, dentro la mia testa, scattò un meccanismo strano. Quando vedevo arrivare in reparto persone tipo mio padre (fino a qualche giorno prima del ricovero quindi in perfetta salute, ok cardiopatici, diabetici.. ecc ma tutto sommato ancora in forma e pieni di vita..), mi abituai a scrutarli dalla testa ai piedi e la prima cosa che guardavo era la borsa che tenevano fra le mani, se scherzavano o no. Se arrivavano già con gli occhialini dell'ossigeno o già con la maschera..

Due giorni fa Irisneida mi avvisa che il vicino di casa è morto. Molto probabilmente per le conseguenze del Covid. Era una persona semplice, solitaria ma simpatica. Camminava sulle sue gambe e ok aveva qualche acciacco ma sono quelle cose che uno ha e se le cura e porta dietro per anni..

La 3008 è lì.

E' parcheggiata lì, sotto a noi, l'ho vista poco fa.
È nuovissima, praticamente mai usata. 

Lo sentivo arrivare, aprire il garage..

Era contento della sua nuova macchina.


 

17 maggio 2020

Esperienza di nursing narrativo in periodo Covid-19

Tale testimonianza di nursing narrativo è relativa alla mia esperienza infermieristica per tutto il periodo di massima emergenza Covid-19 ("esploso" a fine febbraio 2020) a Castel San Giovanni (Piacenza, Emilia Romagna) primo ospedale Covid d'Italia, fino a Domenica 17 maggio 2020 (giorno antecedente la "fase 2" in tutto il territorio nazionale)

NB: " Il giorno 1" è stato purtroppo perso e cancellato per sbaglio per sempre. I post sono stati aggiornati quotidianamente fino al "giorno 24". E' subentrato poi un periodo che ho vissuto come una "spersonalizzazione" e stanchezza psicologica che non mi ha più invogliato ad aggiornare il progetto.

Il "giorno 81" coincide con oggi, Domenica 17 maggio, la famosa giornata degli "0" morti Covid che Piacenza non viveva dal 27 febbraio. 

TUTTI I SINGOLI POST SONO STATI SCRITTI (..FINCHE' CI SONO RIUSCITO) "DI GETTO" CON ISTINTO E GRANDE PASSIONE PER IL MIO LAVORO, SPESSO A FINE O INIZIO TURNO, SENZA QUASI RILEGGERLI PER GARANTIRE LA MASSIMA GENUINITA', EMPATIA, AUTENTICITA'.
MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI O INESATTEZZE DI QUALSIASI TIPO.

OGNI FOTO SOTTOSTANTE ALLA TESTIMONIANZA E', NELLA MAGGIOR PARTE DEI CASI,
RELATIVA A QUELLE GIORNATE.

TUTTO QUESTO,
E' STATO UN PEZZO DELLA LA MIA VITA
CHE NON SCORDERO' MAI.

DT

(clicca sulle singole foto per ingrandire)




























07 agosto 2019

cosa mi suggerisce.. Magellano


Quest'anno è giustamente ricordato per il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna ma molti non sanno che ricorre anche il cinquecentesimo anniversario di un'altra incredibile avventura: la prima circumnavigazione della Terra.

L'impresa fu progettata, come tutti sanno, da Ferdinando Magellano che, grazie al re di Spagna (il Portogallo rifiutò di investire sull'esplorazione), con cinque navi e 237 uomini, il 10 agosto 1519, salpò da Siviglia convinto di trovare una nuova via commerciale per la "terra delle spezie", l'oriente, passando non da est ma da ovest..

Il viaggio fu epico, durò più di tre anni, fu ricco di imprevisti (tentativi di ammutinamenti, fame, malattie, morti e abbandoni.. ) e di grandi scoperte. Magellano fu il primo europeo a navigare nell’Oceano Pacifico e fu proprio lui a dargli questo nome. Portano ancora oggi il nome di Magellano due galassie e un passaggio attraverso il Cile. Anche una specie di pinguini porta il suo nome!

Di cinque navi e di tutto l'equipaggio imbarcato tre anni prima, tornò solo una nave la "Victoria" e 18 membri dell'equipaggio.

Lo stesso Magellano non riuscì a tornare in Spagna ucciso nelle Filippine dagli indigeni.

Fortunatamente nella storia di questa spedizione ha giocato un ruolo centrale anche un italiano originario di Vicenza, Antonio Pigafetta, che imbarcato fin dall'inizio, riuscì a fare ritorno in Spagna con un manoscritto d'inestimabile valore dove al suo interno sono state annotate le cronache, i fatti e le scoperte dell'intero viaggio.

Nel libro è segnalata una terribile malattia, che divenne ben presto famosa all'epoca, come la malattia dei marinai. Più del novanta per cento dei marinai di Magellano fu flagellata da essa e non permise all'equipaggio di far ritorno a casa. Gengive sanguinanti, perdita di denti, stanchezza, debolezza e gonfiore agli arti furono ben descritti da Pigafetta e sono solo alcuni dei terribili sintomi di quello che poi verrà chiamato scorbuto.

Lo scorbuto si scoprì poi nel tempo che era semplicemente causato da carenza di vitamina C.
Sarebbe bastato un cucchiaio di limone al giorno per non ammalarsi.

Pigafetta annota anche un'altro episodio che mi ha particolarmente colpito: l'abbandono, dopo un tentativo di rivolta sedato, in una spiaggia deserta in Patagonia di Juan de Cartagena ancora vivo, come esempio per tutti. Poco dopo, l'italiano, descriverà l'attraversamento di una stretto, di un passaggio (si rivelerà lungo 700 chilometri..) circondato lungo le coste da fuochi e fumo: era la terra del fuoco..

L'impresa si stava compiendo.


La cosa straordinaria e affascinante che spesso mi succede oggi, quando penso a queste incredibili imprese di un tempo, amante come sono di tutto ciò che riguarda l'esplorazione.. in questa nostra era di condivisione istantanea, dove ogni angolo del mondo è presto visualizzabile grazie a un semplice smartphone o Pc, dove non esistono più le "attese" per una scoperta, per un fatto che si sta compiendo, dove basta un click per ritrovarsi dieci ore dopo dall'altra parte del mondo.. è proprio immaginare cosa si deve aver provato in quei momenti.. dopo mesi, anni, passati lontano dalla propria terra e ritrovarsi persi non si sa dove, su una nave di legno insieme ad altri quaranta uomini ed essere circondati dall'ignoto..

Incredibile, se ci si sofferma un attimo, pensare al coraggio e alla determinazione di certi uomini; in loro sembrano racchiusi tutti i segreti più belli dell'umanità.

Cinquecento anni dopo, il più grande insegnamento che oggi questa straordinaria impresa può (per chi lo vuole) ancora donare è proprio secondo me il non smettere mai di crederci, anche nella nostra semplice e routinaria vita quotidiana e di aggrapparsi alla realtà delle cose con coraggio e determinazione, in attesa di scrutare davanti a noi una nuova "terra".. un sogno rincorso da tempo, una svolta sperata.


CHIAVI DI ACCESSO AGLI ARTICOLI

"Cosa penso in merito a..." 33anni33poesie Addis Africa Alagoas Album AmbAdM America Latina Amici Apuane Arbëreshë arte Artisti artists bag Berlino BettyBlue BIKE bike-messenger blog Blues Blues Trigger borghi Bosco Tosca brand Brasil Brasile brooks Calcio camper casetta Castel San Giovanni Chi sono / Cos'è viveresisteresistendo Christiania Cibo Cibo/Culture Ciclabili Cicloesplorazioni CicloFaggioSanFrancesco Cicloturismo Cinelli Città collinePiacentine Commissione Pastorale della Terra Contatti Cooperazione Copenhagen Covid2020 Cultura Danimarca danmark Delta Po Disabilità DollyDagger Dolore/Culture electricbass Eme/Urg/118 Emilia Romagna Enkutatash Escursioni esplorazioni Etiopia Europa eutanasia Evasioni Eventi ExpoMilano2015 Fatima Health Center Festival Film Filosofia fiume PO focus Formazione/Corsi france franchigena Francia frejus Friburgo Germania GiroBikeGarda GiroSalentoBicicletta HarleyDavidson helmets Idroponica illustrations Incontri Infermieristica info Inghilterra internet Intervista Irlanda IrlandaBici Islam Italia italy Kenya Kiva KockaMowMow's kwashiorkor laghi laGrandeStoria laSpritz Lecce Leininger libri life Liguria link London malnutrizione mare Maternage Migranti Milano Mitologia miXilinX Morte/Culture Mostre/Musei Moto MotoEsplorazioni mountainBike MTB music Musica myBand MyMusic Nairobi neve Nursing transculturale nutcase Olmo oltrepòPavese opinio OpinioGlobale OpinioLocale orfanotrofio Otranto ParigiLondrainBici Paris pensieri infermieri personal-fundraising Piacenza Pievetta Plumpynut Poesie PoliticaLocale provenza Pubblica Assistenza Puglia Racconti radici Rassegna Video Religioni Riflessioni Rift Valley RingOfKerryinBici Romaria Salento SANGA Scuole Sem Terra Sicilia specialized Spritz Storia del blog streetArt Strumentazione strutture Sud del Mondo Sudan Teatro Teresina TerziTempi Toscana Transculturale Trappole Transculturali trip umbria urban utility Vaude Veneto viaggi video VideoBike vintage viveresisteresistendo VLOG Volontariato WHO wild Zoom