l'omone

Ho concluso il mio tirocinio in psichiatria e devo ammettere che umanamente ed emotivamente è stata una esperienza incredibile. Sicuramente la più interessante fin'ora.

Vi racconterò solamente un episodio che mi ha colpito molto. 

Sabato, per salutare tutti i colleghi ed in particolare Barbara, la mia tutor, sono andato a fare l'ultimo pomeriggio e ho assistito ad un episodio molto commovente.

Un paziente che oramai è da tanto tempo ricoverato, (un omone molto grande, forse il più grande del reparto) di solito sempre spiritoso, sempre sicuro di sè, ha avuto una crisi di pianto. Pochi minuti prima di sentire il campanello della stanza suonare, aveva parlato con sua madre al telefono e dalla conversazione l'omone ci ha riferito che sua madre era molto preoccupata in quanto non vedeva miglioramenti da parte sua.

L'omone si è sentito allora fortemente in colpa ed ha avuto una crisi di pianto molto intensa.

Al nostro arrivo l'omone si è sfogato piangendo come quando un bambino si sente in colpa per avere disobbedito alla madre e ricordo che nemmeno il sole voleva entrare in quella stanza, il sole era dappertutto fuori, ma non lì.

Quanta tenerezza, quanta forza stesa dal senso di colpa.

Oltre all'omone in stanza c'era un altro ragazzo che ha sentito tutto e poco dopo ha chiamato anche lui per lo stesso motivo. Stessa crisi di pianto, il ricordo della madre tanto cara, per questi ragazzi, abbandonati alla loro follia, in un sabato pomeriggio ricco di sole 

con i loro coetanei in centro a divertirsi, con le ragazze, con le mogli, i figli, il calcio, le creme da sole, i gelati, le carte, il bar, la bici, i viaggi, l'amore, gli incontri, il sole, i libri, la musica, i baci, le scampagnate in compagnia, l'erba, le sigarette, il sesso, gli abiti firmati, gli occhiali da sole, la vita. 

Ho lasciato quel meraviglioso posto con i loro sguardi martoriati dalle medicine rinchiusi nel mio cuore, sperando di rivederli un giorno, magari con un sorriso.