Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

06 ottobre 2011

Piume al vento

Pochi giorni fa, il 25 novembre, si è tenuta in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

A poche ore da questa commemorazione ricordo che ci giunse in pronto soccorso una giovane ragazza, sulla trentina, che lamentava dolore all'addome. Nulla di grave per intenderci, tant'è che la cosa si è risolta ben presto; una volta visitata dal medico di turno, somministrati alcuni farmaci ed eseguiti gli esami del sangue e le lastre, la giovane è stata infatti dimessa.

Durante l'anamnesi, tuttavia, siamo venuti a conoscenza che la ragazza, nei mesi precedenti, ha interrotto una gravidanza in modo artificiale (..interruzione volontaria della gravidanza). Fin qui nulla di strano. L'Interruzione volontaria di gravidanza, o aborto provocato, consiste nell'interruzione dello sviluppo dell'embrione o del feto e nella sua rimozione dall'utero della gestante.

In Italia oggi l'aborto è legale su richiesta. Può essere spontaneo o provocato.
La pratica dell'aborto provocato (o volontario), attuato per via chirurgica o chimica, viene svolta in buona parte del mondo, a discrezione della donna nei primi mesi della gestazione. Può essere motivata da ragioni di ordine medico, come la presenza di gravi malformazioni al feto, di pericolo per la salute della madre, nel caso in cui il feto sia frutto di una violenza carnale ai danni della madre o per altri motivi indipendenti dalla condizione di salute della madre o del feto: come la condizione economica, familiare o sociale.

Purtroppo, e lo dico da persona che considera l'aborto un diritto, un evento a tutela della Donna e avendo il massimo rispetto per la legge, la sua legge, che ne delimita bene i confini, quella sera ammetto di aver provato una grande pena per quella ragazza. Ho provato una tristezza infinita, associata ad una sensazione di vuoto, sconforto, bassezza, crudeltà per la vita. L'ho rispettata ma non l'ho capita affatto.

Si raccomandò immediatamente che la parola a-b-o-r-t-o non fosse presente per iscritto, una volta dimessa, nei fogli relativi alla cartella clinica.

<< Mio padre è siciliano. Sapete che vuol dire? Mi ammazzerebbe. Se allora non avessi abortito non mi avrebbe mai comprato la macchina e se oggi lo venisse a sapere non mi farebbe, di sicuro, più uscire di casa ... ed io voglio ancora divertirmi! >>

Ci disse tutto sorridendo, in modo veloce e sbarazzino, masticando freneticamente un chewing gum.

A volte le donne si violentano da sé,
pensai, mentre le consegnavo le carte, poco prima di salutarla.

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