Poco prima della fine del mio turno pomeridiano, sarebbe ben presto approdata la notte ospedaliera, con le sue ombre, i suoi silenzi e le sue paure, entrai nella stanza predisposta all'osservazione breve intensiva per avvicinarmi a quel silenzioso signore: Un uomo magro, sulla sessantina, un piccolo pettine antico di color nero in mano, due grandi occhi scuri, i capelli sempre ben acconciati ed una sciarpa sempre addosso..anche a letto, una volta supino.
Gli misurai un'ultima volta la pressione e lo salutai scambiando due parole.
Mi disse che il ricovero gli pesava molto in quanto, stando in ospedale, non sarebbe riuscito, per la prima volta in trent'anni anni, ad assistere suo figlio allettato e gravemente disabile dalla nascita. Provai a calmarlo dicendogli che non si trattava di un "vero" e proprio ricovero ma di una notte in osservazione..a scopo precauzionale. Gli chiesi se volesse una bevanda, un giornale..
..accettò il giornale, chiedendomi, sempre se fosse stato possibile, una rivista con molte fotografie da sfogliare.
Dopo avergli procurato la rivista, mi confidò profondamente che le fotografie e l'immaginazione, dalla nascita di suo figlio, sono stati i suoi unici modi per viaggiare, per godersi una vacanza e così scoprire il mondo, conoscere altro, visitare nuovi posti, incontrare nuove culture. Si è ben presto trasformato in un passatempo quotidiano: rimanere in casa, al capezzale del figlio e nel frattempo smistare migliaia di foto, una dopo l'altra e volare con la mente.
Tra un pannolone e un bagno a letto, tra un cambio di posizione, necessario per scongiurare l'ennesimo decubito, un sorriso e un nuovo programma in televisione. Bisogna poi aprire le persiane di buona mattina, come tutte le mattine, per consentire alla luce del sole di entrare nella stanza per poi rimettersi a contare le ore che rimangono alla fine di un altro lunghissimo giorno, come tanti altri giorni, senza mai dimenticarsi, come ultimo gesto della giornata, di spegnere la luce in camera di Paolo, suo figlio.
<< La vita è un viaggio..un viaggio incredibilmente tortuoso e spietato ma pur sempre stupefacente, meraviglioso e senza logica>>.
Mi disse sorridendo, senza guardarmi, mentre era intento a sfogliare una rivista piena zeppa di meravigliose fotografie, storie stupefacenti e cronache spietate, apparentemente senza logica.
Gli misurai un'ultima volta la pressione e lo salutai scambiando due parole.
Mi disse che il ricovero gli pesava molto in quanto, stando in ospedale, non sarebbe riuscito, per la prima volta in trent'anni anni, ad assistere suo figlio allettato e gravemente disabile dalla nascita. Provai a calmarlo dicendogli che non si trattava di un "vero" e proprio ricovero ma di una notte in osservazione..a scopo precauzionale. Gli chiesi se volesse una bevanda, un giornale..
..accettò il giornale, chiedendomi, sempre se fosse stato possibile, una rivista con molte fotografie da sfogliare.
Dopo avergli procurato la rivista, mi confidò profondamente che le fotografie e l'immaginazione, dalla nascita di suo figlio, sono stati i suoi unici modi per viaggiare, per godersi una vacanza e così scoprire il mondo, conoscere altro, visitare nuovi posti, incontrare nuove culture. Si è ben presto trasformato in un passatempo quotidiano: rimanere in casa, al capezzale del figlio e nel frattempo smistare migliaia di foto, una dopo l'altra e volare con la mente.
Tra un pannolone e un bagno a letto, tra un cambio di posizione, necessario per scongiurare l'ennesimo decubito, un sorriso e un nuovo programma in televisione. Bisogna poi aprire le persiane di buona mattina, come tutte le mattine, per consentire alla luce del sole di entrare nella stanza per poi rimettersi a contare le ore che rimangono alla fine di un altro lunghissimo giorno, come tanti altri giorni, senza mai dimenticarsi, come ultimo gesto della giornata, di spegnere la luce in camera di Paolo, suo figlio.
<< La vita è un viaggio..un viaggio incredibilmente tortuoso e spietato ma pur sempre stupefacente, meraviglioso e senza logica>>.
Mi disse sorridendo, senza guardarmi, mentre era intento a sfogliare una rivista piena zeppa di meravigliose fotografie, storie stupefacenti e cronache spietate, apparentemente senza logica.
1 commento:
Racconto toccante, personalmente sono rimasto molto colpito dell'importanza delle immagini per quest'uomo...a me che amo fotografare ha dato un'ulteriore lezione di cosa può significare la fotografia...
Anch'io ho conosciuto una donna, Mariarosa, che da anni è in sedia a rotelle. Tutte le volte mi fa la stessa battuta, mi dice: "sai che nell'ultimo mese sono stata in Cina, Brasile, Alaska, Marocco e India?... mi ci ha accompagnata Licia Colò!"... Ciao e buon anno! Gigi
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