Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

19 febbraio 2012

capelli bianchi brizzolati

Molti mi prendono in giro per i miei capelli bianchi. In effetti per avere solo ventinove anni sono parecchio brizzolato ma non è affatto un problema anzi, mi piace!

Io rispondo scherzando che è il pronto soccorso che mi fa invecchiare prima del tempo. L'ho ripetuto anche stanotte, mentre si stava per concludere uno dei più interessanti e faticosi turni della mia carriera infermieristica (il sabato sera in pronto soccorso è sempre un'avventura e non si smentisce mai!). Antonio, il nostro medico, tralasciando i capelli bianchi ad un certo punto poi, rivolgendosi al nostro autista (il più giovane tra tutti noi, poco più che ventenne..) ha affermato, senza troppo scherzare, che chi compie il nostro lavoro è normale che "invecchi" prima e che diventi un po' più riflessivo; legandosi forse maggiormente alle realtà delle cose, rispetto ai propri coetanei.

Ed un po' è vero.
Io stesso, nel mio piccolo, mi sono accorto che il lavoro mi ha cambiato nel corso del tempo, soprattutto da quando sono diventato infermiere (ma già dall'università, dai primi tirocini..) o ancora prima da quando, a diciassette anni, ho svolto il corso per diventare volontario nella Pubblica Assistenza del mio piccolo paese di provincia.

S'invecchia prima credo perché le tante realtà delle cose appunto ti schiaffeggiano prima, con la consapevolezza che i mondi incantati non esistono e tanto meno durano per sempre. E questo chi lavora in ambito sanitario, o con persone sofferenti o in difficoltà, lo sa bene.

La signora Emma, cinquantasei anni, una mattina come tutte le altre si è alzata presto, come sempre, per preparare la colazione a tutta la sua famiglia. In bagno, nel lavarsi il viso, s'accorge però che qualcosa non va. Si sente strana. Ma non ci da troppo peso e così facendo trascorrono minuti preziosissimi. Ad un certo punto però avverte la strana sensazione di non riuscire a tradurre in parole alcuni pensieri. Avvisa il marito che la tranquillizza ma dopo alcune ore si convincono ad andare al pronto soccorso.
Giungono da noi verso mezzo giorno. La signora è tranquilla, giustamente preoccupata ma ancora sorridente e scherzosa. Noi un po' meno. Attiviamo il codice ictus, in meno di un'ora la centralizziamo come da protocollo in un centro specialistico. Il giorno dopo ho scoperto poi che, nel tardo pomeriggio, la signora era stata trasferita, in coma, in neurochirurgia. Operata alla testa, ora si trova in condizioni critiche.

Quando l'ho saputo ci sono rimasto malissimo.

In questi giorni siamo sopraffatti della farfallina di Belen ma a nessuno, per esempio, è venuto in mente di sensibilizzare e informare ancor più la popolazione, utilizzando proprio la potenza mediatica di San Remo, sull'importanza del riconoscimento dei sintomi e delle cure più appropriate per prevenire e soprattutto curare l'ictus, l'infarto del miocardio, oppure l'utilizzo della cintura e l'importanza di non bere prima di mettersi alla guida per esempio; tutte questioni nella quale alcuni comportamenti, oltre che il riconoscimento di alcuni sintomi, possono davvero fare la differenza tra la vita e la morte. Altro che farfallina..

Ci sono cose che succedono tutti i giorni apparentemente così distanti dalle banalità e dalle sciocchezze che circondono tutti noi quotidianamente da farci sembrare immortali, indistruttibili, pieni di vita. Eppure avvengono e molti si scordano che la vita è qualcosa di più grande di loro. Che le nostre vite purtroppo corrono da sole, anche senza di noi. E quando lo fanno spesso è troppo tardi.

A questo penso, per esempio, quando in piena notte inserisco in triage o corro a soccorrere in ambulanza ragazzini in coma etilico. Io non giustifico rischi inutili solo per il fatto di essere adolescenti.

Ammiro molto invece tutti quei ragazzi che, una o due volte al mese, utilizzano un po' del loro tempo per fare volontariato, per salire su una ambulanza della Pubblica Assistenza, della Croce Rossa o della Misericordia, convenzionata con il proprio 118 locale per esempio, pronti per assistere e soccorrere il prossimo e che sanno bene cosa vuol dire sfruttare la propria gioventù in modo positivo e importante.

Il volontariato è una risorsa. Per tutti ma anche e soprattutto per noi stessi.
Il volontariato fa bene. Anche per i più fighi e dannati; quelli convinti di non invecchiare mai!

E se il rischio è quello di invecchiare prima, essere un po' più a contatto con la realtà e le sofferenze delle cose..ben venga correrlo.

5 commenti:

tony-face ha detto...

A me è bastata una notte in pronto soccorso per rivalutare un bel po' di cose...immagino cosa voglia dire per te che ci lavori.

Daniela ha detto...

Grazie Dani, oggi sei più padre che figlio per me...facciamo un giorno per uno che il peso da portare è tanto, ed esprimerlo così bene è davvero difficile...il peso è tanto che spesso mi schiaccia, ma poi osservo il tuo entusiasmo e mi rendo conto di quanto invece siamo ricchi: perchè siamo ancora sani, perchè conosciamo il valore di questa salute, perchè conosciamo la sofferenza e perchè conosciamo la soddisfazione professionale. Grazie per la tua riflessione! E' perchè sei un grande uomo che hai già i capelli bianchi brizzolati!

DanTosca ha detto...

Grazie Dani, un abbraccio!

La_Sil ha detto...

diciamo che quando attraversi certe situazioni cambi molto il modo di vedere le cose...

DanTosca ha detto...

...si La_Sil in effetti è proprio così, purtroppo o per fortuna.

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