Mi dissero un giorno che l'Africa è piena di vita.
Che molte di esse, di quelle vite, valgono di più di altre e che alcune, le più sfortunate, muoiono per un "nulla".
Me lo dissero in Italia, in un paese del Nord del Mondo, moderno, apparentemente ricco, indubbiamente sicuro. Dove quel "nulla" vuol dire per esempio -curabile-, oppure -stabile-. Malattie curabili o situazioni sociali stabili promuovono la Vita, mentre l'odio o gli interessi privati di molti politici la vita l'annichiliscono in tutti i suoi aspetti, distruggendola lentamente.
Mi narrarono dei suoi immensi spazi, di immortali animali, di una famigerata culla dell'umanità ricoperta oggi da una cappa di inquinamento... mi parlarono della sporcizia sul ciglio delle sue strade... oggi costruite da cinesi; di immense megalopoli che hanno il potere magico di richiamare centinaia di migliaia di giovani che, come zombie, abbandonano le campagne e le sue culture per divagare persi nel cemento, attirati da chissà quale sortilegio, narcotizzati dal dio denaro... vittime illuse del consumo.
Mi sussurrarono che forse la colpa era anche nostra, dell'aiuto condizionato e mal gestito, di inesauribili contraddizioni che non avranno mai pace e forse soluzione; risero poi divertiti nel tentativo di enumerare in modo esaustivo tutte le congregazioni religiose presenti ma furono serissimi nel raccontarmi il loro lavoro, la loro tenacia. Con esse scoprii di conseguenza alcune storie... ricche d'umanità e passione.
Mi parlarono inoltre del lavoro di migliaia di volontari laici. Provenienti da tutto il mondo e sparsi un po' ovunque... anch'essi richiamati da quell'antico continente... così lontano, discordante, infuocato... per alcuni versi perfino assente.
Mi accennarono di cicli di progetti, ospedali, missioni, scuole, persone, associazioni.
Decisi allora un giorno di partire e di andare a vedere con i miei occhi, assaporare quindi con la mia bocca e ascoltare attento con le mie orecchie.
E trovai tutto... tutto quello che mi avevano raccontato e ancora oltre: lingue bizzarre e gusti strani, sensazioni secolari, culti e riti tribali; storie antiche miste a un corrente caos e poi sconfinati occhi e granitiche mani che imperterriti designano, grazie a colori sgargianti, vesti allegre e vistose... usanze... modi e quotidianità.
Trovai persone semplici che vivono, esistono e resistono da tempi indefiniti in luoghi sterminati e, insieme a loro, avvertii strane sensazioni... confusione, estraneità, paura, per alcuni versi rabbia, dolore, speranza ma anche una gioia contagiosa e passione.
Insieme a loro.
Insieme a loro ho giocato.
E niente, nessuna cosa al mondo varrà, da oggi in poi, quei momenti così irripetibili... così emozionanti... attimi in grado di ripagarti di tutto, provenienti da una terra così ostilmente unica.
Nessun commento:
Posta un commento