Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

17 aprile 2013

Infans - Abbiamo preso la scelta giusta?

Pochi giorni fa, nell'ambulatorio del mio pronto soccorso, abbiamo assistito per una cefalea associata a vertigini e importante astenia Farida, migrante tunisina da parecchi anni oramai in Italia ma non ancora in grado di esprimersi in Italiano.

Fin dalla sua accettazione in triage sono emersi i primi problemi di comunicazione, vuoi per la lingua (totalmente sconosciuta) vuoi anche per il fatto che Farida era accopagnata dalla figlioletta di appena sette anni Asiya che, dopo un primo momento di legittimo smarrimento e imbarazzo, ha reagito incuriosendosi di tutto ciò che la circondava. Il marito della donna non era in grado di raggiungerla a causa del lavoro e una delle principali difficoltà, ben presto emersa, è stata appunto quella di gestire (e pensare a chi affidare) la piccolina che nel giro di pochi minuti ha iniziato appunto a girovagare per il reparto allontanandosi più volte dalla madre nonostante i numerosi richiami provenienti da più parti con i dovuti modi.

La soluzione che abbiamo scelto di prendere fin da quasi subito è stata quella di posizionare quindi la madre (nel frattempo distesa su di una barella e in attesa della visita) in una stanza a parte affinché potesse rimanere sola con la figlioletta (tentando quindi di tutelare essa il più possibile dal contesto) con la speranza che si facesse vivo qualche parente.

Una volta in ambulatorio tuttavia è emerso (ri-emerso) il più grande dei problemi: l'anamnesi e la comunicazione con la donna.

Non avendo disponibili nessun tipo di strumento cartaceo associato a traduzione multi-linguistica (in costruzione), per non parlare di un mediatore culturale che ci potessero facilitare in una raccolta (o meglio traduzione) sintomatologica il più consona possibile, il mio medico si è dovuto affidare esclusivamente all'esperienza e alla "clinica" e quindi a tutto quell' insieme di manifestazioni con le quali una malattia si presenta all'osservazione, in attesa di confrontarla successivamente con tutte quelle indagini (laboratorio/radiologia) disponibili, nel caso, in un secondo momento.

A quel punto abbiamo quindi pensato di "sfruttare" la figlioletta Asiya affinché potesse aiutarci nella traduzione del processo comunicativo, stimolandola a fare dunque da "ponte" tra equipe sanitaria/madre (nelle domande) e madre/equipe sanitaria (nelle risposte).

Devo ammettere che i risultati sono stati molto buoni tant'è che il deficit di comunicazione presente nella fase di anamnesi e nella codifica dei sintomi (da non confondere con i segni), grazie alla prontezza e capacità di Asiya, si è ridotto notevolmente tanto da indurre il medico a non approfondire il tutto con una Tac per esempio (risparmiando così alla paziente radiazioni inutili... che sono le uniche che fanno male!).

Scelta rilevatasi successivamente corretta in quanto il decorso clinico della paziente è stato ottimo, tanto da   essere dimessa, qualche ora dopo, notevolmente migliorata.

Ora... riflettendo sul caso (non affatto isolato e molto comune penso in tutti i pronto soccorso) possiamo dedurne alcune riflessioni.

E' noto che i piccoli stranieri, per diversi motivi, imparano l'italiano meglio dei loro genitori. La letteratura  ricorda che i rischi esistono e non vanno sottovalutati; si possono creare infatti disequilibri all'interno delle dinamiche famigliari provocando spesso una inversione degli ruoli in quanto i bambini assumono il ruolo di "traduttori" dei genitori nei più variegati contesti (dalla scuola al supermercato... ).

Può venire a mancare quindi quella barriera protettiva che regola il rapporto genitore/figlio sovraccaricando di troppe responsabilità il bambino o la bambina durante l'intervista e il dialogo con il rischio di scatenare fragilità e comuni meccanismi di difesa da parte del minore: broncio - irritazione - blocco - preoccupazione - pianto - urla - fuga (... tornando per un attimo al nostro caso, ricordo che Asiya, dopo l'ennesima richiesta di traduzione troppo specifica e incalzante del medico, si è bloccata interrompendosi nel colloquio).

In generale la metodologia invita a impegnarsi piuttosto in una conversazione difficile con il genitore (non consigliando affatto quindi di affidarsi al minore) cercando di rafforzare il tutto. Tuttavia l'alto numero dei pazienti, la carenza di risorse, i rischi correlati e le tempistiche che ruotano tra una persona bisognosa di cure e l'altra in un pronto soccorso, non facilitano di certo il nostro lavoro.

E spesso, la migliore soluzione, appare la più ovvia e la più veloce (nel caso specifico farsi aiutare a tradurre quello che vuole dirci la madre dalla figlia di appena sette anni).

Sicuri però che è la più giusta?

Nessun commento:

CHIAVI DI ACCESSO AGLI ARTICOLI

"Cosa penso in merito a..." 33anni33poesie Addis Africa Alagoas Album AmbAdM America Latina Amici Apuane Arbëreshë arte Artisti artists bag Berlino BettyBlue BIKE bike-messenger blog Blues Blues Trigger borghi Bosco Tosca brand Brasil Brasile brooks Calcio camper casetta Castel San Giovanni Chi sono / Cos'è viveresisteresistendo Christiania Cibo Cibo/Culture Ciclabili Cicloesplorazioni CicloFaggioSanFrancesco Cicloturismo Cinelli Città collinePiacentine Commissione Pastorale della Terra Contatti Cooperazione Copenhagen Covid2020 Cultura Danimarca danmark Delta Po Disabilità DollyDagger Dolore/Culture electricbass Eme/Urg/118 Emilia Romagna Enkutatash Escursioni esplorazioni Etiopia Europa eutanasia Evasioni Eventi ExpoMilano2015 Fatima Health Center Festival Film Filosofia fiume PO focus Formazione/Corsi france franchigena Francia frejus Friburgo Germania GiroBikeGarda GiroSalentoBicicletta HarleyDavidson helmets Idroponica illustrations Incontri Infermieristica info Inghilterra internet Intervista Irlanda IrlandaBici Islam Italia italy Kenya Kiva KockaMowMow's kwashiorkor laghi laGrandeStoria laSpritz Lecce Leininger libri life Liguria link London malnutrizione mare Maternage Migranti Milano Mitologia miXilinX Morte/Culture Mostre/Musei Moto MotoEsplorazioni mountainBike MTB music Musica myBand MyMusic Nairobi neve Nursing transculturale nutcase Olmo oltrepòPavese opinio OpinioGlobale OpinioLocale orfanotrofio Otranto ParigiLondrainBici Paris pensieri infermieri personal-fundraising Piacenza Pievetta Plumpynut Poesie PoliticaLocale provenza Pubblica Assistenza Puglia Racconti radici Rassegna Video Religioni Riflessioni Rift Valley RingOfKerryinBici Romaria Salento SANGA Scuole Sem Terra Sicilia specialized Spritz Storia del blog streetArt Strumentazione strutture Sud del Mondo Sudan Teatro Teresina TerziTempi Toscana Transculturale Trappole Transculturali trip umbria urban utility Vaude Veneto viaggi video VideoBike vintage viveresisteresistendo VLOG Volontariato WHO wild Zoom