Da poche ore è iniziato ufficialmente il mio esperimento casalingo di coltivazione con tecnica idroponica ed è tutto un rebus considerando la mia totale incapacità a riparare o costruire qualsiasi cosa (con un semplice cacciavite in mano potrei fare grossi danni!) per non parlare delle mie conoscenze ortofrutticole... imbarazzanti!
Ma per mia fortuna sono un ragazzo curioso e se comincia a "martellarmi" qualcosa in mente... state sicuri che voglio sbatterci la testa (assumendone i tutti i rischi!).
Il pallino è nato in me dopo l'incontro avvenuto in Alagoas (Brasile) con Michele; verso la fine di quel post vi ho raccontato del suo orto comunitario legato all'idroponia, che merita davvero un plauso e che gestisce con la comunità locale, sfruttando appunto la tecnica dell'irrigazione goccia a goccia, sempre più utilizzata nei paesi in via di sviluppo...
Ecco... da quel giorno è nata in me l'idea di provarci attraverso un esperimento in scala (ridotto logicamente, sul balcone di casa, con un piccolo tavolo e qualche bottiglia...) che potesse formarmi sulla tecnica che, un giorno... magari, potrebbe essermi utile in un altro luogo o contesto (sognare non costa nulla!).
Nel conto ci metto fin da ora tutti gli errori (che farò e che sicuramente ho già commesso) e che sicuramente saranno preziosissimi (quello che cerco per imparare) e il risultato finale? Beh pazienza... lo vedremo tra qualche settimana... intanto già il fatto che l'impianto da me costruito non perde acqua e che tutto sta procedendo per il meglio è già un ottimo risultato!
Ma prima di pubblicare qualche foto del mio lavoro vorrei cercare di approfondire il discorso dell'idroponia.
Da qualche settimana sono alla ricerca di qualcosa da leggermi, tra un impegno e l'altro, e devo ammettere che non è che ho trovato molto... anzi a dire il vero ho trovato tanto caos (prodotti, metodi... ) e per me, che sono un assoluto inesperto nonché principiante, è risultato tutto un po' complicato.
Per farsi una veloce idea consiglio questo articolo dove sono riassunte le cose più importanti ma soprattutto questo postdove vengono spiegati i vantaggi che garantirebbe l'idroponia in contesti di povertà e quest'altro esempio, di una certa valenza sociale e cooperativa in loco (che è simile al lavoro di Michele...)
Come avrete di certo intuito, al di là delle sue tecniche, dei suoi pro e contro, gli aspetti che maggiormente mi hanno avvicinato a questo mondo riguardano i problemi da risolvere e le opportunità che ci potrebbe offrire tale tecnica.
Dalla carenza mondiale di cibo ai vantaggi per esempio che con l'idroponia (previa una buona formazione in loco) si potrebbe incentivare le comunità bisognose di tutto il mondo (pensiamo a contesti aridi, sabbiosi e rocciosi) a diventare autosufficienti con metodi di coltura idroponica (hydroforhunger.com).
La stessa FAO promuove programmi di idroponica semplificata nei Paesi in via di sviluppo.
Per saperne di più:
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