Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

22 giugno 2013

Nuovi mondi nuove realtà

Come molti di voi sapranno quest'anno, tra le tracce della prova d'Italiano alla maturità, in merito al tema storico, è stato richiesto lo svolgimento sui BRICS, i Paesi emergenti con rapida crescita.

Brevi considerazioni personali.

Intanto la notizia mi ha reso contento; il tema è affascinante e senza dubbio di grande suggestione e apertura culturale. Tuttavia, dati alla mano, purtroppo, la scelta della traccia Brics è stata praticamente quasi ignorata dai ragazzi.

Peccato. Da qui nascono alcune mie considerazioni.

Quanto ne sanno gli studenti dei Brics?
Secondo me poco.
Come viene affrontata la tematica "Economie emergenti" tra i banchi di scuola?
Secondo me male e comunque troppo velocemente.
Sarebbe importante approfondire meglio la questione?
Direi fondamentale.

Eppure ancora molte persone ignorano la questione senza accorgersi che le realtà che oramai ci circondano svelano palesemente tutte le forme, vantaggi e svantaggi di questa contaminazione, di questi Nuovi Mondi.
Fare la spesa, comprarsi una macchina, fare benzina, cercare lavoro, acquisire informazioni... tutto è ormai intrecciato da Nuovi Mondi lontani con la quale solo apparentemente non abbiamo nulla a che fare.


Se nemmeno i giovani (... già ci pensa la classe dirigente!) non intercettano in loro l'interpretabilità dei tempi che si stanno vivendo è finita. Non abbiamo speranze. Sono loro che devono prestare maggiormente attenzione e accorgersi che il mondo sta cambiando a velocità inaudita. Che i protagonisti di potere che vedono nei film o nelle fiction americane stanno mutando e che oggi non son più esclusivamente a stelle e strisce come una volta per esempio.

I giovani dispongono delle energie giuste, di quel fuoco e di quel coraggio impavido e necessario per affrontare viaggi e lingue, chilometri e saperi, opportunità, occasioni, sviluppo. Un giovane che aspetta che le cose gli accadano, che avvengano o che qualcuno gliele racconti compie un errore madornale. E' fondamentale scoprire, incuriosirsi! Capire, approfondire, viaggiare aprendosi al mondo, incontrare, soffermarsi, domandare, ascoltare (tanto), criticare e diffondere, sviluppare, arricchirsi delle cose. Questo deve fare un ragazzo. Ma spesso un malinteso provincialismo, l'egoismo, il materialismo, l'interesse esclusivo legato al "proprio orticello" o superflui esempi di vita, ostacolano questo processo di sviluppo personale ma bisogna essere più forti, incuriosendosi ogni giorno, cercando di non anestetizzarsi di banalità.

Io, personalmente, ho sempre cercato di fare così. Mi guardo spesso intorno, con la consapevolezza che ciò che accade per esempio oggi in Brasile, potrà avere delle ripercussioni anche nell'industriale e proficuo Nord d'Italia, raggiungendo perfino a Piacenza. In merito al Brasile vorrei soffermarmi un attimo. Molti si sorprendono delle rivolte ma proprio perché ero stufo di farmele raccontare, un giorno approfittai della vita per andare a capire un pochino meglio il Brasile (medesima storia è capitata, sempre nel mio piccolo e sfruttando i mezzi che disponevo, prima e dopo con tre Stati africani... ).


Nel 2011 ho avuto l'opportunità di recarmi nel Nord Est di questa immensa Federazione. Oggi queste proteste non mi stupiscono affatto... Stiamo parlando di un grandissimo stato con al suo interno tanti piccoli stati a loro volta ancora strozzati dal latifondo (si proprio così!) da analfabetismo e zone ancora altamente rurali dove la forbice tra ricchi (pochi) e poveri(tanti) è già a livelli esasperati (a differenza dello scenario europeo dove l'aumento se pur in continua evoluzione è considerato un aumento lento e tutto sommato controllato dalle poche risorse del welfare che ancora fortunatamente disponiamo... sempre meno purtroppo). Il welfare in Brasile è troppo corposo e la B dei Brics, da un po' di tempo, non sta più crescendo. La gente vuole le riforme agrarie ma nemmeno Lula, che ha fatto indubbiamente cose importanti nel campo dell'educazione e della salute per le classi più deboli, ha potuto effettuarle e questo perché il paese è strozzato da interessi più grandi e da personaggi che si godono lo spettacolo dai ricchi stati del Paraná, San Paolo, Rio de Janeiro, Minas Gerais e Rio Grande do Sul. Brasilia è distante, artificiale, immobile. La città di San Paolo (le vera capitale industriale ed economica per molti dell'intera America Latina) odia essere comandata e alza spesso al voce ma è davvero uno stato a sè, Rio gli va a ruota, il centro-centro sud comanda e il nord- nord est boccheggia.

Se oggi mi posso permettere, sempre rimanendo nel mio piccolo, di "dire la mia" su ciò che sta accadendo in Brasile, è solamente grazie alla mia curiosità.
Chi non ritiene importante soffermarsi nemmeno un attimo su ciò che sta accadendo in Brasile oggi, così come in Siria, senza poi dimenticare i fenomeni migratori, la lotta al terrorismo ecc... si sorprenderà in negativo sempre più spesso perché da tempo ha scelto di vivere i tempi subendoli.

Io ho trent'anni e per alcune cose mi rendo conto di aver già perso il treno; non ho avuto scaltrezza nell'approfittare di alcune occasioni. Oggi quelle occasioni sono piccoli rimpianti. Ai ragazzi che vogliono davvero investire su se stessi, in qualsiasi campo, dico di guardare oltre la propria finestra di casa e provare a scoprire dove si trova il più alto grattacielo del mondo. Dico di scovare dove si trovano le principali multinazionali leader del globo oppure quei Stati dove le ditte (posizionate un giorno a pochi km da casa) hanno delocalizzato.

Cercate le più alte società di capitalizzazione in Borsa; chiedete dove si trova la più grande raffineria petrolifera del pianeta e informatevi di chi, anno dopo anno, si sta comprando i principali club calcistici d'Europa. Dove sono oggi le nuove frontiere? Dall'edilizia al turismo? Molti vi porteranno nel Golfo, tra le regioni più dinamicamente attive del mondo contemporaneo. Provate a scoprire se sono le nostre banche oggi a comprare le aziende estere o se avviene il contrario e domandate al vostro Professore di Economia chi finanzia il debito pubblico americano nel 2013. Immaginate dove si sfornano oggi eserciti di laureati e ricercatori e quali imprese (e politiche) han scelto di abbuffarsene. Scoprite quegli Stati che hanno maggiormente acquisito rating o quelli che hanno smesso di pagare il loro debito al FMI. Cercate gli stati che rincorrono i mercati attirando gli IED, cercate chi ha agevolato i sistemi di tassazione più favorevoli in modo da attirare più investitori possibili e quindi capitali e know how...

Una volta fatto domandatevi infine se l'Italia è protagonista di tutto ciò che si sta realizzando, ad una velocità pazzesca e appena descritto.

Se la risposta è no è perché vivete, molto probabilmente, che vi piaccia oppure no, in un paese diventato passivo al Nuovo Mondo; che oramai sopravvive, strozzato da una classe dirigente che non è stata capace negli anni passati di decifrare i tempi e che per anni ha perso tempo prendendo, molto probabilmente, le scelte sbagliate perché intenta esclusivamente a badare al proprio orticello e ai propri interessi (purtroppo poco collettivi ma molto individuali).
Errori fatali.

Oggi questa classe dirigente (ma anche una buona parte imprenditoriale) vi serve sul piatto un'Italia in debito di ossigeno, che ha già perso troppo tempo e che un giorno (molto vicino) pagherà tutto a caro prezzo. 

Un Stato in balia dei Brics, di pesi e contrappesi (finanziari, diplomatici, militari... ) di Stati lontani: Nuovi Mondi che stanno capovolgendo Vecchi Mondi. Cavalcare i tempi, anticiparli agendo con destrezza competenza e capacità, acquisendo conoscenze, sfruttando tutte le risorse a disposizione (ricerca, politiche, investimenti, reti) sono gli strumenti chiave grazie ai quali le economie emergenti contaminano senza limiti concorrenzialmente il nostro mondo.

Questo post non vuole essere un elogio forzato ai Brics ben inteso.
Sono a conoscenza dei problemi che, a loro volta, sono soggette tali economie (qualità della vita, diritti umani, tutele sindacali, inquinamento ecc.). La mia breve analisi vuole semplicemente scuotere, nel mio piccolo, gli animi di chi, ingenuamente, si crede di vivere ancora al centro del mondo per di più lamentandosi e sorprendendosi quando un fenomeno "proveniente da lontano" lo colpisce. Allo stesso modo vuole però incentivare tutti coloro, specialmente i giovani, ad approfittare dei Nuovi Mondi, in qualsiasi campo, senza averne paura, limitando il più possibile i pregiudizi.

Le risorse e le opportunità per farlo non mancano.

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