Mi ha fatto una certa impressione, l'altra mattina mentre ero al lavoro, trovare per caso sulla scrivania del nostro pronto soccorso, i referti degli esami del sangue di mia nonna del giorno prima. Avreste dovuto vederli. Non c'era un numero esatto. Di solito i valori del sangue (globuli rossi, globuli bianchi, emoglobina, troponina, mioglobina ecc per capirci) sono considerati normali se sono all'interno di un determinato range di due numeri. Ovvero tra un minimo ed un massimo numero. Nel caso il dato corrispondente al proprio valore da ricercare fosse inferiore o superiore ai determinati range qualcosa per capirci non va.
Quello che mi ha colpito spudoratamente ed in qualche modo implacabilmente è il significato che io stesso ho dato ai quei numeri.
Quando trovai quei referti, dimenticati da tutti, persi da chissà chi, mi bloccai.
Mia nonna era ormai morta da diverse ore. Ritrovarla in qualche modo APPOGGIATA su quella scrivania unta, puzzolente mi fece pensare. Comunicare con lei significava leggere quei valori numerici corrispondenti ai propri valori del sangue talmente alti da non permettersi di vivere.
Il referto lo archiviai. E con esso i suoi numeri.
Oggi ripenso ad essi.
In ottanta anni di vita quei numeri ad ogni millesimo di secondo, prima ancora di nascere e fino all'ultimo respiro si sono modificati continuamente. Senza mai fermarsi, rappresentano un codice numerico nascosto e perfettamente conscio di essere la chiave della sopravvivenza.
E' come dire di voler la conferma della salute. Basta poco.
Basta un esame del sangue per confermartela.
Ma sono solo numeri.
Non ti senti bene?
Affidati ad un semplice esame del sangue.
Affidati ai numeri. Sono tuoi.
Ognuno di noi ha fatto un esame del sangue durante la propria esistenza.
Nel caso risultasse tutto nella norma non ci si preoccuperebbe più di tanto. I numeri di tale referto al prossimo controllo si spera che saranno sempre nella norma ma vi assicuro che sarà difficile che saranno gli stessi identici numeri.
Nel caso invece dovesse risultare un numero "sballato", non compreso nei range per capirci, a parte la primissima preoccupazione, dopo aver consultato il proprio medico, a seconda se la patologia è di grossa o piccola entità si cercherà in ogni modo di combatterla. E spesso quel numero una volta alterato, grazie alle cure, ritorna tra i range e SI GUARISCE. In alcuni casi, quando a colpire sono fottute malattie, di quelle difficili da non permettersi perfino di sognare, si ritorna addirittura a vivere una volta guariti.
Le prove di tutto ciò stanno tutte in quei numeri. Sempre diversi. Sempre vivi.
Ebbi la stessa sensazione quando, sempre qualche giorno fa, mia nonna cadde a terra. Era in casa da sola, i vicini mi vennero a chiamare ed io arrivai subito. La porta era chiusa, cercai di aprirla ma era bloccata. Dovetti provare a sfondarla e per far ciò andai in cantina a cercare un ferro che mi aiutasse...
...in quella cantina non ci entravo da anni. Io e mio fratello da piccoli ci andavamo spesso a giocare, sicuri di trovarci sempre qualcosa di interessante. La nostra fantasia arrivava fino allo spazio con un ferro trovato nella cantina di nonna Elsa. Con un ferro della cantina diventavamo improvvisamente cavalieri della tavola rotonda, o potevamo perfino costruirci con quei ferri un sottomarino per raggiungere gli splendidi fondali del nostro fiume Po, ad un passo da casa nostra.
Crescendo capii di giorno in giorno che quei ferri erano sempre più arruginiti.
Smisi di giocarci quando capii che erano arruginiti ancora prima di prenderli in mano per la prima volta.
Erano ridotti malissimo da secoli. Ma erano vivi.
L'ultimo loro atto eroico, quasi paragonabile ad una delle loro imprese fantastiche nello spazio, o sotto i fondali di grandi fiumi, lo fecero l'altra mattina quando ne presi uno, e poi un altro, e poi un altro ancora...nel tentativo di sfondare quella porta, ma ogni tentativo fu vano.
Nel prendere quei ferri rientrai nella cantina dopo anni.
Ebbi una strana sensazione.
Non mi sentivo più un esploratore, un cavaliere o meglio ancora una astronauta; Capii di non essere più un eroe, ma un comune mortale.
Trovare quel referto, leggere quei numeri così infinitamente alti, significava definitivamente capire che mia nonna era morta. Usare quei ferri, così tanto gloriosi durante la mia infanzia, con alle spalle infinite battaglie tra cavalieri, infinite scoperte di preziosissimi tesori nascosti nei fondali del fiume Po, significava capire che si cresce, si invecchia e la vita continua. E' infinita.
Si vive, esiste e resiste.
Si muore.
Quei numeri sono stati gli ultimi.
Quei ferri, oramai, troppo arruginiti.
Quello che mi ha colpito spudoratamente ed in qualche modo implacabilmente è il significato che io stesso ho dato ai quei numeri.
Quando trovai quei referti, dimenticati da tutti, persi da chissà chi, mi bloccai.
Mia nonna era ormai morta da diverse ore. Ritrovarla in qualche modo APPOGGIATA su quella scrivania unta, puzzolente mi fece pensare. Comunicare con lei significava leggere quei valori numerici corrispondenti ai propri valori del sangue talmente alti da non permettersi di vivere.
Il referto lo archiviai. E con esso i suoi numeri.
Oggi ripenso ad essi.
In ottanta anni di vita quei numeri ad ogni millesimo di secondo, prima ancora di nascere e fino all'ultimo respiro si sono modificati continuamente. Senza mai fermarsi, rappresentano un codice numerico nascosto e perfettamente conscio di essere la chiave della sopravvivenza.
E' come dire di voler la conferma della salute. Basta poco.
Basta un esame del sangue per confermartela.
Ma sono solo numeri.
Non ti senti bene?
Affidati ad un semplice esame del sangue.
Affidati ai numeri. Sono tuoi.
Ognuno di noi ha fatto un esame del sangue durante la propria esistenza.
Nel caso risultasse tutto nella norma non ci si preoccuperebbe più di tanto. I numeri di tale referto al prossimo controllo si spera che saranno sempre nella norma ma vi assicuro che sarà difficile che saranno gli stessi identici numeri.
Nel caso invece dovesse risultare un numero "sballato", non compreso nei range per capirci, a parte la primissima preoccupazione, dopo aver consultato il proprio medico, a seconda se la patologia è di grossa o piccola entità si cercherà in ogni modo di combatterla. E spesso quel numero una volta alterato, grazie alle cure, ritorna tra i range e SI GUARISCE. In alcuni casi, quando a colpire sono fottute malattie, di quelle difficili da non permettersi perfino di sognare, si ritorna addirittura a vivere una volta guariti.
Le prove di tutto ciò stanno tutte in quei numeri. Sempre diversi. Sempre vivi.
Ebbi la stessa sensazione quando, sempre qualche giorno fa, mia nonna cadde a terra. Era in casa da sola, i vicini mi vennero a chiamare ed io arrivai subito. La porta era chiusa, cercai di aprirla ma era bloccata. Dovetti provare a sfondarla e per far ciò andai in cantina a cercare un ferro che mi aiutasse...
...in quella cantina non ci entravo da anni. Io e mio fratello da piccoli ci andavamo spesso a giocare, sicuri di trovarci sempre qualcosa di interessante. La nostra fantasia arrivava fino allo spazio con un ferro trovato nella cantina di nonna Elsa. Con un ferro della cantina diventavamo improvvisamente cavalieri della tavola rotonda, o potevamo perfino costruirci con quei ferri un sottomarino per raggiungere gli splendidi fondali del nostro fiume Po, ad un passo da casa nostra.
Crescendo capii di giorno in giorno che quei ferri erano sempre più arruginiti.
Smisi di giocarci quando capii che erano arruginiti ancora prima di prenderli in mano per la prima volta.
Erano ridotti malissimo da secoli. Ma erano vivi.
L'ultimo loro atto eroico, quasi paragonabile ad una delle loro imprese fantastiche nello spazio, o sotto i fondali di grandi fiumi, lo fecero l'altra mattina quando ne presi uno, e poi un altro, e poi un altro ancora...nel tentativo di sfondare quella porta, ma ogni tentativo fu vano.
Nel prendere quei ferri rientrai nella cantina dopo anni.
Ebbi una strana sensazione.
Non mi sentivo più un esploratore, un cavaliere o meglio ancora una astronauta; Capii di non essere più un eroe, ma un comune mortale.
Trovare quel referto, leggere quei numeri così infinitamente alti, significava definitivamente capire che mia nonna era morta. Usare quei ferri, così tanto gloriosi durante la mia infanzia, con alle spalle infinite battaglie tra cavalieri, infinite scoperte di preziosissimi tesori nascosti nei fondali del fiume Po, significava capire che si cresce, si invecchia e la vita continua. E' infinita.
Si vive, esiste e resiste.
Si muore.
Quei numeri sono stati gli ultimi.
Quei ferri, oramai, troppo arruginiti.
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