Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

26 gennaio 2011

l'uomo nero

L'undici febbraio ritornerò in Africa. Si tratterà della quarta volta. Due sere fa, durante la cena dell'associazione grazie alla quale riesco a vivere ogni anno queste esperienze umane uniche, mi è stato riferito che ai bambini già in programma da visitare, se ne sono aggiunti altri trecento! Secondo i nostri calcoli visiteremo quindi circa settecento, ottocento bambini.

Non male quindi anche per quest'anno!

Sono sereno, non vedo l'ora di partire. Durante l'anno spesso, molto spesso, penso alla prossima volta che verrà; a quando sarà il prossimo viaggio, a cosa ci sarà da fare, quanti bambini ci saranno da visitare, a quanto riusciremo a stare; E più penso a tutte queste cose, più aumenta dentro di me la voglia di ritornare subito a farle!

Ritornare quindi ad aspettarli davanti all'ambulatorio, prima di visitarli. Vederli arrivare raccolti in fila indiana, accompagnati dalle maestre della rispettiva classe e riconoscere quei maglioncini che portano sempre addosso, scoprendo spesso un nuovo colore: blu per una scuola, rossi per l'altra. Ascoltarli poi ridere, strepitare, schiamazzare finché, una volta arrivati sotto il portico dell'ambulatorio, qualcosa di nuovo, di sconosciuto, li mette tutti in guardia ed in quel preciso istante, come per magia, il caotico vociare scompare per far spazio alla paura e con essa il silenzio; uno strano silenzio mischiato a stupore, sbalordimento nel vedere per la prima volta, forse, una persona di colore bianco, di vedere per la prima volta un dottore.

Non è facile incontrare per la prima volta, a cinque-sei anni, un dottore.
Per lo più se non è del tuo stesso colore della pelle!

"Basta!-Se-non-fate-i-bravi-stanotte-vi-faccio-venir-a-prendere-dall'uomo-nero!!" ricordo che ci minacciava rossa con un peperone mia madre rivolgendosi a due scatenati gemellini che gli scappavano da tutte le parti della casa e che la facevano impazzire diversi anni fa ormai.

La conoscete tutti questa storia immagino, che ci raccontavano da bambini, quando volevano metterci paura.

Ecco, una Suora un giorno mi disse che in tutti i paesi dell'Africa dove era stata aveva ritrovato la medesima inquietante minaccia, quell'identica storia dell'uomo nero; peccato che quell'uomo, nell'immaginario punitivo comune "africano", aveva cambiato colore, da "nero" era diventato.."bianco"! Giuro.

Davanti all'ambulatorio i bambini delle classi vengono raggruppati e monitorati dalle maestre; alcuni ritornano a giocare nel cortile di fronte, è impossibile tenerli fermi, altri invece rimangano impassibili davanti all'ambulatorio non capendo, fermi immobili in attesa di essere chiamati per poi entrare per essere visitati.

Quanto a noi facciamo entrare i bambini a turno, due-tre alla volta e così le ore, i giorni, le settimane volano via; ed il sistema, una volta risolti gli inceppi iniziali, diventa una vera e propria catena di montaggio: dati anagrafici, peso, altezza, visita generale, dati anagrafici, peso, altezza, visita generale ecc..

I bambini vengono, per farvi capire, simpaticamente "sballottati" delicatamente a destra e sinistra; prima in braccio ad uno, poi in braccio ad un altro, poi sul lettino, poi sulla pesa, poi la caramella o un palloncino colorato per calmarli; dovreste vederli e soprattutto sentirli! C'è chi si lascia visitare tranquillamente, chi invece dimostra già un certo caratterino..insomma fantastici!

Quando arriva sera siamo davvero morti dalla stanchezza ma un caldo e buonissimo minestrone ed una lunga e profonda dormita ci ricaricano velocemente! Sotto le coperte poi, prima di addormentarmi, sotto quel cielo indescrivibile adorno di infinite stelle, che solo il cielo africano può raccogliere tutte insieme, spesso penso a dove si trovano quei bambini visitati poche ore prima, a cosa pensano, a come vivono, alle loro storie, alla voglia che c'è in noi di aiutarli, chissà.

Chissà..perchè i problemi rimangono tanti, tantissimi e, nella maggior parte dei casi, trovare una soluzione non è affatto semplice, anzi.

Spesso mi faccio tante domande, mi pongo tanti perché; su cosa sia più giusto fare, su come fare meglio. Penso alle incredibili differenze che esistono nel mondo, a quanto sia diverso da come lo vorrei, a tutto l'odio economico e sociale dalla quale ne è infetto e la cosa mi spaventa.

Penso a dare un piccolissimo contributo, a fare del mio meglio cercando di non lasciare indietro nemmeno un giorno.

Mi pongo continuamente degli interrogativi, che spesso mi tormentano. Dubbi sicuramente più grandi di me, ma non importa, davvero sono convinto che non conti quasi nulla il risultato; alcuni gesti, alcuni esempi o lotte, storie, idee o persone sono più forti.




E di una cosa stasera son certo. Quei trecento nuovi bambini, in fondo, non vedo proprio l'ora di vedermeli arrivare incontro e trovarmeli davanti ai miei occhi, in fila indiana, accompagnati dalle maestre e sentirli di nuovo ridere, sentirli di nuovo strepitare, lasciandomi stordire dai loro schiamazzi e notare poi quei maglioncini, che indossano sempre e chissà..magari scoprire un nuovo colore.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dato che nn riesco a essere venire li con te, se serve qualcosa son ben contento di aiutarti e aiutarli.

by @

DanTosca ha detto...

Grazie! tranquillo ho in mente delle cose ed un giorno, se Dio vorrà, le faremo insieme..non è ancora ora..prima va fatta una squadra, un gruppo di amici, come si deve..ciao!

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