Era il 16 Gennaio. Dovevo raggiungere al più presto Piacenza.
Mesi fa mi avevano parlato di un evento importante per la nostra associazione: "..faremo-una-mostra-fotografica sull'Etiopia,-sarà-forse-a-Gennaio..". Gennaio è arrivato, il 15 c'era stata l'inaugurazione ed io l'avevo persa! Il 16 quindi non potevo proprio mancare. Ero davvero emozionato; feci tutto di fretta..
Tornavo da Modena, era domenica. Mi trovavo all'Università.
Avevo appena finito di seguire "Teoria della globalizzazione e delle relazioni interculturali", come ultima lezione del master per quel fine settimana; salutai i miei compagni, arrivai alla macchina e dopo pochi chilometri entrai in autostrada. Ricordo il gran freddo, la neve nei campi, il cielo grigio, Carmen Consoli scovata improvvisamente in radio con il suo ultimo pezzo; l'autogrill di Fiorenzuola d'Arda ed il suo caffè, i suoi scaffali ricoperti di cioccolatini, salami e vini. Mentre ero intento ad uscire ricordo poi di essere passato velocemente accanto ai libri esposti in vendita, diedi velocemente un'occhiata quando notai la Lonely Planet Etiopia e Eritrea. La posseggo già, la conosco bene ma preso da un strana nostalgia ne diedi una rapida occhiata ugualmente; andai al sommario cercando Debre Berhan, il posto dove mi son sempre recato una volta sceso in Etiopia. La aprii dunque frettolosamente a pagina 165. Lessi il paragrafo su Debre e terminai a pagina 166: Ankober.
Ci sono stato nei pressi di Ankober; a due chilometri vi è un altopiano bellissimo dove vi si trova quello che resta del palazzo di Menelik II, vicino ad esso poi, da qualche anno, è nato l'Ankober Lodge nella quale è possibile pernottare la notte e risvegliarsi alla mattina e godere di un panorama mozzafiato, davvero unico al mondo. Mi ci son trovato un caldo giorno, quasi per caso, alla ricerca di personaggio locale, un anziano signore, che era sulla bocca di tutti. Si diceva che avesse più di centoventi anni. Ho ripensato al sole di quel giorno, alla sua mattina; all'incantevole percorso che ci ha portato a trovare il leggendario signore e..
"...dal mercato di Debre Berhan abbiamo deciso di spostarci per far visita ad una "leggenda" vivente del posto. Raggiunta con i pick-up una collina (!) a due chilometri da Ankober, cittadina distante una quarantina di chilometri da Debre Berhan, ci siamo incamminati verso il palazzo di Menelik II poi, successivamente, siamo passati davanti all'Ankober Lodge, vista pazzesca ma poco altro, abbiamo proceduto per diversi sentieri circondati dalla vegetazione, siamo saliti fino a raggiungere un piccolo villaggio e lì abbiamo finalmente incontrato, sulla cima dell'altopiano, l'anziano signore che si raccontava avesse più di centoventi anni. La zona è famosa per essere un paradiso del birdwatching, sede ufficiale di una specie endemica rarissima, il canarino di Ankober. Che emozione scambiare due parole con l'anziano signore, davvero! Che magnifico contrasto naturale poi partire da Debre per arrivare alla casetta sull'altopiano dell'anziano signore! Pazzesco! Ho fotografato tutto il tragitto. Il passaggio da una zona arida e polverosa, come Debre Berhan, ad un posto incantevole ricco di vegetazione a 2900 metri di altitudine è stato incredibile e mi ha lasciato davvero senza parole! "
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Il mercato di Debre Berhan |
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..i suoi peperoncini ! |
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Uscendo da Debre Berhan.. |
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..inizia la salita.. |
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..e compaiono le prime piante |
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Che magnifico panorama, ma saliamo ancora.. |
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Abbandoniamo il mezzo, si prosegue a piedi.. |
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..gradini.. |
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..e sentieri.. |
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Raggiungiamo quello che rimane del palazzo di Menelik II |
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Senza parole.. |
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Dopo la foto ricordo, si prosegue.. |
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Arriviamo all'Akober Lodge; davvero originale! |
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..e panorama ineguagliabile |
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Si prosegue.. |
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..dentro la vegetazione più fitta |
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..dal nulla, spunta una bellissima bambina.. |
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..la casetta dell'anziano signore;
passeremo un'oretta a chiacchierare, anche
dell'occupazione italiana durante la guerra |
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La casetta sull'altopiano mi ha lasciato senza parole.. |
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La discesa.. |
Questo è quello che scrivevo sul mio taccuino nel 2009, durante il mio primo viaggio come volontario in Etiopia, quando ancora
Suor Chiarina era tra noi e,
nella sua libreria, nella casa di Debre Berhan, vi era (e vi è tuttora), nascosto tra tanti libri
"Un cappello pieno di ciliegie". Quella calda e luminosissima mattina decidemmo di andar a fare visita ad un anziano, "leggenda vivente" del posto, che davvero trovammo e che ci raccontò aneddoti di vita lontani cento anni, lasciandoci tutti a bocca aperta.
Ma quel giorno accadde anche un'altra cosa...
"..c'era anche una bambina. Comparve dal nulla; ci guardammo con sorpresa, intensamente. Sembrava spaventata ma allo stesso tempo incuriosita. Una bellissima bambina; che sguardo infinito, incantevole. Aveva i capelli raccolti da un telo, un maglioncino a maniche lunghe d'un lilla sbiadito; indossava una gonnellina sporca di color celeste con dei fiori disegnati, due scarpette di plastica bucate ed al collo portava una semplice collanina. Che bellissima bambina. Chissà quale mondo, quale storia la circonda.."
A Piacenza arrivai che pioveva.
Entrai in città, superai tutte le sue rotonde e seguii per il centro. Parcheggiai. M'incamminai offuscato e paralizzato dal freddo verso la galleria d'arte, ero veramente emozionato di arrivare.
Accelerai.
Attraversai stradone Farnese a piedi, non avevo l'ombrello, ero fradicio, veramente fradicio, girai a destra in via Giordani e poi, a cento-duecento metri, a sinistra per via San Siro tredici; notai la cancellata aperta, entrai nel cortile della galleria, avevo il cuore che mi batteva a mille..mi avvicinai sempre più ad una grande locandina davanti all'ingresso della mostra, ero solo.
Mi fermai paralizzato e la fissai per qualche minuto emozionato.
Ritrovai la bellissima bambina; la sua immagine impressa e stampata in quella solitaria locandina abbandonata al freddo ed al gelo, in una Piacenza avvolta nella sua nebbia di gennaio, mi colpì molto. Passarono i secondi.
Ci guardammo..con la medesima sorpresa, intensamente come allora.
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