Ci siamo, è giunta l'ora di partire. Tra poche ore sarò diretto verso Amsterdam dove farò scalo, per poi volare verso l'Africa ed atterrare quindi ad Addis Abeba. Lo farò ancora con l'associazione piacentina "Amici di Michele Isubaleu". Anche quest'anno visiteremo bambini e bambine di diverse scuole, di diversi villaggi; andremo a nord, andremo a sud, insomma dove ci sarà bisogno!
Mi sarà impossibile aggiornare il blog in Etiopia. In questi giorni avrei voluto scrivere molto, molto di più, di questo nuovo viaggio, di questa nuova avventura, ma l'influenza mi ha letteralmente steso e purtroppo non mi è stato possibile.
Poi, una volta tornato, scriverò e racconterò, come sempre. Nasconderò dentro in me le più piccole cose, spesso invisibili al nord del mondo, per poi tirarle fuori e provare, un giorno, ad incollarle..metterle insieme e trasformarle in qualcosa.
In questo caos che mi circonda, mi viene in mente l'elettrocardiografo che ho qui davanti ai miei occhi, ancora imballato; da noi, nel nord del mondo, ce ne sono d'infinite qualità, di tutti i tipi. Dove invece ci rechiamo di solito in Etiopia, se ne esiste uno nel raggio di 100-150km è tanto. Io me ne sono procurato un modello, proviene dall'altra parte del mondo, lo porterò giù. E' grosso come un astuccio o come un telecomando; è portatile, poco bello da vedere ma sembrerebbe parecchio funzionale. Chissà se riusciremo a trasformare qualcosa grazie a questo strumento mi viene da pensare: un dubbio in certezza, un bimbo stanco e destinato a morire in un bimbo sempre stanco ma magari in attesa e con una piccolissima speranza davanti a sé. Chissà.
Ho poi con me una Barbie e tanti palloncini. La Barbie so già a chi regalarla. Sono sicuro che rimarrà a bocca aperta. Può una semplice bambola trasformare qualcosa in una bambina? Certo che si; un giorno triste in un giorno super bello, una medicazione vissuta tutta sola sulla propria pelle in una medicazione condivisa insieme ad una nuova amica immaginaria che ti conforta, un pianto in un sorriso. Chissà..
Possono poi dei semplici e colorati palloncini rendere, anche per poco, il mondo più bello? Per un bambino certo che si. Cose semplici e banali forse, per il resto chissà.
Quanti chissà mi tormenteranno nei prossimi giorni, quanti perché diventeranno perché non..
Un abbraccio infinito a Giorgia, un caro saluto a tutti. A presto.
Mi sarà impossibile aggiornare il blog in Etiopia. In questi giorni avrei voluto scrivere molto, molto di più, di questo nuovo viaggio, di questa nuova avventura, ma l'influenza mi ha letteralmente steso e purtroppo non mi è stato possibile.
Poi, una volta tornato, scriverò e racconterò, come sempre. Nasconderò dentro in me le più piccole cose, spesso invisibili al nord del mondo, per poi tirarle fuori e provare, un giorno, ad incollarle..metterle insieme e trasformarle in qualcosa.
In questo caos che mi circonda, mi viene in mente l'elettrocardiografo che ho qui davanti ai miei occhi, ancora imballato; da noi, nel nord del mondo, ce ne sono d'infinite qualità, di tutti i tipi. Dove invece ci rechiamo di solito in Etiopia, se ne esiste uno nel raggio di 100-150km è tanto. Io me ne sono procurato un modello, proviene dall'altra parte del mondo, lo porterò giù. E' grosso come un astuccio o come un telecomando; è portatile, poco bello da vedere ma sembrerebbe parecchio funzionale. Chissà se riusciremo a trasformare qualcosa grazie a questo strumento mi viene da pensare: un dubbio in certezza, un bimbo stanco e destinato a morire in un bimbo sempre stanco ma magari in attesa e con una piccolissima speranza davanti a sé. Chissà.
Ho poi con me una Barbie e tanti palloncini. La Barbie so già a chi regalarla. Sono sicuro che rimarrà a bocca aperta. Può una semplice bambola trasformare qualcosa in una bambina? Certo che si; un giorno triste in un giorno super bello, una medicazione vissuta tutta sola sulla propria pelle in una medicazione condivisa insieme ad una nuova amica immaginaria che ti conforta, un pianto in un sorriso. Chissà..
Possono poi dei semplici e colorati palloncini rendere, anche per poco, il mondo più bello? Per un bambino certo che si. Cose semplici e banali forse, per il resto chissà.
Quanti chissà mi tormenteranno nei prossimi giorni, quanti perché diventeranno perché non..
Un abbraccio infinito a Giorgia, un caro saluto a tutti. A presto.
...riconosco Frekre che mi abbraccia. Riconosco il pick-up grigio che per due anni ci ha portato in giro e con la quale grazie ad esso siamo riusciti a visitare quasi duemila bambini; riconosco le vetrate esterne che contraddistinguono l'aeroporto, le piante di eucalipto, il parcheggio variopinto di facchini, più o meno sani;
riconosco “il nuovo fiore”, il suo profumo, la sua brezza, il suo caos,
la sua gente, i suoi clacson, il suo dolce calore.
Riconosco Addis Abeba.
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