Mi suona il campanello del triage dieci minuti prima di smontare dal turno notturno, verso le sette del mattino. Il mio cambio non è ancora arrivato! Non è possibile!
Voglio andare a letto..
Mi faccio comunque forza e vado ad aprire.
Durante un momento morto della notte io ed i miei colleghi ci siamo messi a discutere di documentari sulla guerra, fascismo, nazismo, comunismo, tedeschi e partigiani.
Chi ha avuto torto, chi ha avuto ragione?
Non vi nascondo che, immancabilmente, la discussione si è accesa ben presto.
Chi ha più o meno colpe?
Chi ha commesso, tra le due parti, i peggiori crimini? A tutela di chi?
Per conto di quale ideologia?
Cosa sarebbe successo se, cosa sarebbe successo con?
Quanti se, quanti però si sono trascinati accusandosi reciprocamente, in decenni di scontri, i vari "rossi", i vari "neri".
Apro assonnato la porta.
Una coppia di anziani. Ottantenni. Gentilissimi. Si scusano subito del disturbo.
Si sorreggono uno con l'altra.
Li faccio entrare. Il signore sta male. Ha dolore all'addome da qualche ora. Ha scelto di non venire prima, durante la notte, per non crearci problemi ma ora mi confida che ha davvero dolore. Profumano molto entrambe, mi danno la netta sensazione di indossare dei vestiti nuovi, estrapolati forse per l'occasione mi viene da pensare..
<< Quando è nato Signor Primo? >>
Venticinque-maggio-del-millenovecentoventisette.
Lo faccio sedere, gli faccio una accurata anamnesi, gli misuro i parametri vitali e gli chiedo le classiche domande da bravo "triagista" ma ben presto mi perdo..
..mi perdo perché, tra una codice e l'altro, il tempo si accorcia ed i ricordi e la mia dannata sensibilità prendono il sopravvento..
Decido dunque di arricchirmi, prendendo a calci la stanchezza e facendo due chiacchiere in attesa che l'ambulatorio si liberi.
Sento in lontananza la mia collega che, nel frattempo, è arrivata per darmi il cambio: quando-vuoi-andare-a-casa-dani-io-sono-arrivata!
<<..lo sa che stanotte con i miei colleghi discutevamo proprio di quegli anni, della guerra e di quei tempi Primo! Lei cosa si ricorda? Cosa ci racconta?>> gli chiedo, una volta accertatomi della non gravità della situazione, una volta messo a suo agio ed aver fatto amicizia.
Primo cambia espressione.
Si appassiona, gli brillano gli occhi, scommetto che il dolore alla pancia si è un po' attenuato.
Ci racconta quasi in lacrime che è contento innanzitutto di essere arrivato a raccontarmelo.
E' felice di essere sopravvissuto. Nonostante la prigione, la liberazione, la lunga camminata per tornare a casa e le tante tantissime botte prese, di-tutti-i-colori, mi confida. Fascisti, tedeschi, partigiani.
<<..perchè quando ti tremano davvero le gambe, quando sai che ti stanno cercando, quando hai paura di morire e di rimanerci ammazzato nella guerra, a soli diciotto anni e con tutta la VITA davanti,
pur di rimanere vivo,
caro il mio ragazzo, si è disposti anche a cambiare colore..>>
Mi dice in lacrime e con la mano della moglie, la-morosa-di-allora,
appoggiata sulla spalla.
Voglio andare a letto..
Mi faccio comunque forza e vado ad aprire.
Durante un momento morto della notte io ed i miei colleghi ci siamo messi a discutere di documentari sulla guerra, fascismo, nazismo, comunismo, tedeschi e partigiani.
Chi ha avuto torto, chi ha avuto ragione?
Non vi nascondo che, immancabilmente, la discussione si è accesa ben presto.
Chi ha più o meno colpe?
Chi ha commesso, tra le due parti, i peggiori crimini? A tutela di chi?
Per conto di quale ideologia?
Cosa sarebbe successo se, cosa sarebbe successo con?
Quanti se, quanti però si sono trascinati accusandosi reciprocamente, in decenni di scontri, i vari "rossi", i vari "neri".
Apro assonnato la porta.
Una coppia di anziani. Ottantenni. Gentilissimi. Si scusano subito del disturbo.
Si sorreggono uno con l'altra.
Li faccio entrare. Il signore sta male. Ha dolore all'addome da qualche ora. Ha scelto di non venire prima, durante la notte, per non crearci problemi ma ora mi confida che ha davvero dolore. Profumano molto entrambe, mi danno la netta sensazione di indossare dei vestiti nuovi, estrapolati forse per l'occasione mi viene da pensare..
<< Quando è nato Signor Primo? >>
Venticinque-maggio-del-millenovecentoventisette.
Lo faccio sedere, gli faccio una accurata anamnesi, gli misuro i parametri vitali e gli chiedo le classiche domande da bravo "triagista" ma ben presto mi perdo..
..mi perdo perché, tra una codice e l'altro, il tempo si accorcia ed i ricordi e la mia dannata sensibilità prendono il sopravvento..
Decido dunque di arricchirmi, prendendo a calci la stanchezza e facendo due chiacchiere in attesa che l'ambulatorio si liberi.
Sento in lontananza la mia collega che, nel frattempo, è arrivata per darmi il cambio: quando-vuoi-andare-a-casa-dani-io-sono-arrivata!
<<..lo sa che stanotte con i miei colleghi discutevamo proprio di quegli anni, della guerra e di quei tempi Primo! Lei cosa si ricorda? Cosa ci racconta?>> gli chiedo, una volta accertatomi della non gravità della situazione, una volta messo a suo agio ed aver fatto amicizia.
Primo cambia espressione.
Si appassiona, gli brillano gli occhi, scommetto che il dolore alla pancia si è un po' attenuato.
Ci racconta quasi in lacrime che è contento innanzitutto di essere arrivato a raccontarmelo.
E' felice di essere sopravvissuto. Nonostante la prigione, la liberazione, la lunga camminata per tornare a casa e le tante tantissime botte prese, di-tutti-i-colori, mi confida. Fascisti, tedeschi, partigiani.
<<..perchè quando ti tremano davvero le gambe, quando sai che ti stanno cercando, quando hai paura di morire e di rimanerci ammazzato nella guerra, a soli diciotto anni e con tutta la VITA davanti,
pur di rimanere vivo,
caro il mio ragazzo, si è disposti anche a cambiare colore..>>
Mi dice in lacrime e con la mano della moglie, la-morosa-di-allora,
appoggiata sulla spalla.
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