Della notte intensa appena trascorsa al lavoro ricordo il buio di un piccolo ospedale di provincia, il mio, con i suoi rumori, odori e vecchie smorfie ed i suoi quattro ricoveri in medicina (il reparto per intenderci dove vengono ricoverati i grandi anziani allettati che necessitano di una assistenza completa).
Durante il mio turno lavorativo cerco di non lasciarmi mai sfuggire quelle sensazioni che rendono il mio lavoro unico e davvero straordinario. E' un mondo fatto di luci e calore, di occhi che si appoggiano alle lenzuola, di semplici parole e sguardi azzurri grandi ed infiniti come il cielo. E' fatto di sensazioni che sembrano nuvole fresche morbide e rassicuranti come cuscini. E' fondato sulla vita umana e per questo per me è un privilegio compierlo.
Se stai attento sei capace di cogliere un vecchietto sveglio in balia della notte che come fosse una fragile barchetta nel bel mezzo dell'oceano, in balia delle onde, naviga nei suoi pensieri avvolti da una fitta nebbia. Ed è considerando un momento così (ma ce ne sono tanti altri..) che la vita ti punge.
Di fatto io mi sento sempre in dovere di salutare la vecchietta o il vecchietto di turno, con la mano o facendogli un sorriso o scambiando due parole. Mi viene naturale e non ci vuole nemmeno molto. Stanotte è successo. Abbiamo ricoverato una persona e di fianco a lei, accanto al suo letto, mi sono accrorto di questa anziana signora ancora sveglia, nonostante saranno state quasi le quattro di notte, ricoverata anch'essa da qualche giorno e intenta a fare l'ossigenoterapia, con due flebo in corso, una per braccio, ed un catetere vescicale. Era molto sofferente.
Dovete sapere che molti vecchietti di notte rimangono svegli o dormono a tratti perché irrequieti, perché sono disturbati o perché hanno il ritmo del ciclo sonno-veglia alterato essendo sempre molto stanchi e sempre a letto. E' normale quindi trovarli desti in balia di ricordi confusi o sperduti sguardi. Queste persone non sono semplici anziani. Per intenderci non sono in forma come il nonno o la nonna dei sogni, non accompagnano più i propri nipotini al parco, non coltivano più l'orto e non guardano nemmeno più la tv. Necessitano di una assistenza completa. Nella maggior parte dei casi non hanno più forze e trascorrono tutto il loro tempo a letto a fissare un punto. Sono grandi anziani che vanno imboccati, cambiati, assistiti in tutto e per tutto. Alcuni non parlano più, non sorridono più, non capiscono più. Respirano e resistono alla vita.
Mi fanno sempre una grande tenerezza. Quando gli faccio un cenno di saluto con la mano alcuni di loro capiscono, ricordano, e ce la mettono tutta a rispondermi con ciò che gli rimane che può essere semplicemente un lamento, spalancando gli occhi, tentando di alzare quel braccio un giorno fortissimo ma che oggi è diventato troppo pesante perfino da sollevare.
Ho la netta sensazione che ad alcuni di loro gli occhi s'illuminino di colpo.
O forse sono i miei.
Avviene tutto velocemente tra un ricovero e l'altro, tra un letto e l'altro, tra uno sguardo e l'altro,
un cenno d'intesa, un saluto, un sorriso e via..
..una strana sensazione dritta al cuore difficile da spiegare.
In questo mondo sommerso dai guai, dove tutto va troppo veloce e molte cose non vanno come dovrebbero, con le nostre vite protagoniste del tempo, vite a volte impossibili da gestire e strozzate da mille impegni, hobby, lavoro e quant'altro, mi piace pensare che i protagonisti siano ancora loro con le loro storie una volta scoperte. Ragazzi e ragazze, eroi ed eroine d'un tempo oggi allettati e circondati da un letto.
Salutai la signora e lei provò a salutare me.
Era viva.
Sarà l'orario, la stanchezza, il fatto che di notte tutto assume un aspetto più intimo e umano eppure mi piace pensare che un mio piccolo gesto, come può essere un cenno di saluto con la mano o un semplice sorriso, possa alleviarli un pochino dal peso della vita.
Chissà se ci riesco.
Durante il mio turno lavorativo cerco di non lasciarmi mai sfuggire quelle sensazioni che rendono il mio lavoro unico e davvero straordinario. E' un mondo fatto di luci e calore, di occhi che si appoggiano alle lenzuola, di semplici parole e sguardi azzurri grandi ed infiniti come il cielo. E' fatto di sensazioni che sembrano nuvole fresche morbide e rassicuranti come cuscini. E' fondato sulla vita umana e per questo per me è un privilegio compierlo.
Se stai attento sei capace di cogliere un vecchietto sveglio in balia della notte che come fosse una fragile barchetta nel bel mezzo dell'oceano, in balia delle onde, naviga nei suoi pensieri avvolti da una fitta nebbia. Ed è considerando un momento così (ma ce ne sono tanti altri..) che la vita ti punge.
Di fatto io mi sento sempre in dovere di salutare la vecchietta o il vecchietto di turno, con la mano o facendogli un sorriso o scambiando due parole. Mi viene naturale e non ci vuole nemmeno molto. Stanotte è successo. Abbiamo ricoverato una persona e di fianco a lei, accanto al suo letto, mi sono accrorto di questa anziana signora ancora sveglia, nonostante saranno state quasi le quattro di notte, ricoverata anch'essa da qualche giorno e intenta a fare l'ossigenoterapia, con due flebo in corso, una per braccio, ed un catetere vescicale. Era molto sofferente.
Dovete sapere che molti vecchietti di notte rimangono svegli o dormono a tratti perché irrequieti, perché sono disturbati o perché hanno il ritmo del ciclo sonno-veglia alterato essendo sempre molto stanchi e sempre a letto. E' normale quindi trovarli desti in balia di ricordi confusi o sperduti sguardi. Queste persone non sono semplici anziani. Per intenderci non sono in forma come il nonno o la nonna dei sogni, non accompagnano più i propri nipotini al parco, non coltivano più l'orto e non guardano nemmeno più la tv. Necessitano di una assistenza completa. Nella maggior parte dei casi non hanno più forze e trascorrono tutto il loro tempo a letto a fissare un punto. Sono grandi anziani che vanno imboccati, cambiati, assistiti in tutto e per tutto. Alcuni non parlano più, non sorridono più, non capiscono più. Respirano e resistono alla vita.
Mi fanno sempre una grande tenerezza. Quando gli faccio un cenno di saluto con la mano alcuni di loro capiscono, ricordano, e ce la mettono tutta a rispondermi con ciò che gli rimane che può essere semplicemente un lamento, spalancando gli occhi, tentando di alzare quel braccio un giorno fortissimo ma che oggi è diventato troppo pesante perfino da sollevare.
Ho la netta sensazione che ad alcuni di loro gli occhi s'illuminino di colpo.
O forse sono i miei.
Avviene tutto velocemente tra un ricovero e l'altro, tra un letto e l'altro, tra uno sguardo e l'altro,
un cenno d'intesa, un saluto, un sorriso e via..
..una strana sensazione dritta al cuore difficile da spiegare.
In questo mondo sommerso dai guai, dove tutto va troppo veloce e molte cose non vanno come dovrebbero, con le nostre vite protagoniste del tempo, vite a volte impossibili da gestire e strozzate da mille impegni, hobby, lavoro e quant'altro, mi piace pensare che i protagonisti siano ancora loro con le loro storie una volta scoperte. Ragazzi e ragazze, eroi ed eroine d'un tempo oggi allettati e circondati da un letto.
Salutai la signora e lei provò a salutare me.
Era viva.
Sarà l'orario, la stanchezza, il fatto che di notte tutto assume un aspetto più intimo e umano eppure mi piace pensare che un mio piccolo gesto, come può essere un cenno di saluto con la mano o un semplice sorriso, possa alleviarli un pochino dal peso della vita.
Chissà se ci riesco.
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