Facile fuggire, fare finta di nulla e tirare diritto. Lasciarsi i dolori degli altri alle spalle, con la morte ingiusta e beffarda che ti è passata vicina d'un niente. Rinchiudere le sofferenze ed i suoi perché in un ambulatorio, schiacciarli ed appiattirli per mezzo di una semplice strisciata di badge o nasconderli nell'armadietto, fra le divise.
Sono tuttavia convinto che sia molto più interessante arricchirsi delle cose.
Considerandole.
Mi capita spesso di attraversare la strada bagnata per entrare in un qualche squallido locale del proprio io, dove ancora è permesso fumare, una veloce occhiata intorno quando scruto sempre in lontananza la mia anima; le strizzo l'occhiolino e la invito ben presto a prendersi un drink. Mollo il bancone e mi avvicino. La più bella delle dame ero certo di trovarla ancora una volta lì, seduta e con le gambe accavallate ed i collant velati, su quel solito sgabello imbottito, ricoperto da un magnifico velluto rosso.
E' pronta ad ascoltarmi, per l'ennesima volta.
Le confido la vita.
Le racconto una nuova storia oltre alle solite storie; storie già dette e ascoltate decine e decine di volte. A lei però non importa, rimane imperterrita a fissarmi con quel suo bellissimo quanto beffardo sorrisetto, tra un tiro e l'altro di sigaretta. Ad avvolgerci con cura ci penseranno di nuovo una nuvola di fumo, un soul passato alla radio e gli schiamazzi della gente seduta al tavolo accanto a noi ed è con tutto ciò che me ne vado via con lei,
perso nei miei pensieri, colorati di un altro giorno grazie all'umanità delle persone,
fra mille dubbi, mille paure, impegni e dolori da rispettare, traguardi da raggiungere.
Le chiedo timidamente scusa. Sono imbarazzato. Sto parlando solo io.
A quel punto il suo sorriso si fa ancora più bello, più aperto, sembra quasi che voglia sussurrarmi finalmente qualcosa ma alla fine desiste. In compenso noto improvvisamente la sua mano allungarsi tra i miei capelli scompigliandomeli teneramente.
Nel frattempo ride di me.
Sono tuttavia convinto che sia molto più interessante arricchirsi delle cose.
Considerandole.
Mi capita spesso di attraversare la strada bagnata per entrare in un qualche squallido locale del proprio io, dove ancora è permesso fumare, una veloce occhiata intorno quando scruto sempre in lontananza la mia anima; le strizzo l'occhiolino e la invito ben presto a prendersi un drink. Mollo il bancone e mi avvicino. La più bella delle dame ero certo di trovarla ancora una volta lì, seduta e con le gambe accavallate ed i collant velati, su quel solito sgabello imbottito, ricoperto da un magnifico velluto rosso.
E' pronta ad ascoltarmi, per l'ennesima volta.
Le confido la vita.
Le racconto una nuova storia oltre alle solite storie; storie già dette e ascoltate decine e decine di volte. A lei però non importa, rimane imperterrita a fissarmi con quel suo bellissimo quanto beffardo sorrisetto, tra un tiro e l'altro di sigaretta. Ad avvolgerci con cura ci penseranno di nuovo una nuvola di fumo, un soul passato alla radio e gli schiamazzi della gente seduta al tavolo accanto a noi ed è con tutto ciò che me ne vado via con lei,
perso nei miei pensieri, colorati di un altro giorno grazie all'umanità delle persone,
fra mille dubbi, mille paure, impegni e dolori da rispettare, traguardi da raggiungere.
Le chiedo timidamente scusa. Sono imbarazzato. Sto parlando solo io.
A quel punto il suo sorriso si fa ancora più bello, più aperto, sembra quasi che voglia sussurrarmi finalmente qualcosa ma alla fine desiste. In compenso noto improvvisamente la sua mano allungarsi tra i miei capelli scompigliandomeli teneramente.
Nel frattempo ride di me.
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