Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

02 dicembre 2011

rassegna LIBRI - 6 -

Eduardo Galeano
LE VENE APERTE DELL'AMERICA LATINA
Sperling & Kupfer

E' tutto qui.
Ho divorato questo libro (consigliatoci al master in cooperazione internazionale dal Professor Salinari) in tre settimane e lo rileggerò di certo.

Iniziato pochi giorni prima di partire per il Nordest del Brasile l'ho finito sul volo Roma-Torino durante il mio viaggio di ritorno due giorni fa.

Pur essendo stato scritto più di quarant'anni fa, pur descrivendo con grande passione aneddoti storici/economici succesi ancor prima, il libro, mi dicono, è attualissimo. A dirmelo sono stati appunto Josè Carlos Da Silva Lima, coordinatore della CPT dell'Alagoas e Railton Teixeira (nella foto) giovane blogger e giornalista Brasiliano.

A loro credo.

Le loro parole mi hanno confermato che, di quanto c'e' scritto in questo importante libro, ben poche cose oggi sono cambiate.
Carlo e Railton toccano con mano, tutti i giorni, le vite e le storie di chi è sopravvissuto alla lotta in America Latina; una terra maledettamente ricca, quasi fosse stata maledetta dalla storia, obbligandomi a credere che ben poco e' cambiato da allora.

Galeano (erano gli anni '70) del Nordest del Brasile nelle "Vene" scriveva ".. A quei tempi coloniali risale l'abitudine di mangiare la terra. La mancanza di terra provoca anemia; l'istinto spinge i bambini del Nordest a compensare con la terra necessaria di sali minerali che mancano nella loro alimentazione abituale ridotta a farina di manioca, fagioli e, quando va bene, carne salata..".

Cio' accade ancora oggi, nel 2011.

E ancora "... Il Nordest del Brasile è attualmente la regione più sottosviluppata dell'emisfero occidentale. Questo gigantesco campo di concentramento che ospita trenta milioni di persone soffre oggi le conseguenza della monocoltura dello zucchero. Dalle sue terre fiorì il più remurativo affare dell'economia agricola coloniale dell'America Latina.."

"..I maggiori piantatori di canna si concedono il lusso di mantenere improduttivi i loro vasti latifondi.."

"..Nel Nordest nemmeno il progresso è progressista, concentrato com'è nelle mani di pochi proprietari. Il nutrimento della minoranza si trasforma nella fame della maggioranza.."

"..Questa realtà e questi libri dimostrano che il sottosviluppo latinoamericano è una conseguenza dello sviluppo altrui, che noi latinoamericani siamo poveri perchè la terra che calpestiamo è ricca.."

"..In questo nostro mondo, un mondo di centri di potere e di periferie oppresse, ogni ricchezza è quantomeno sospetta.."

"..La nostra non è forse stata una continua esperienza storica di mutilazione e disintegrazione camuffata da sviluppo? Secoli fa, la conquista rase al suolo le terre per impiantare coltivazioni da esportazione e annientò le popolazioni indigene nelle gallerie delle miniere e nei fiumi da setacciare per soddisfare la domanda d'oro e d'argento che veniva da altre oceano...ai giorni nostri le navi negriere non solcano più l'oceano. Adesso trafficanti di schiavi operano stando nel Ministero del Lavoro.."

Ben poco è cambiato da allora.

Ricordo che mi trovavo alla Feira Camponesa Itinerante quando, mentre stavamo gustando della squisita frutta coltivata dai contadini sem terra, emerse improvvisamente dal discorso, non so come, Eduardo Galeano e il suo Le vene aperte dell'America Latina. Ricordo che iniziai a discutere con Carlos e Railton del Brasile, della sua economia, della sua politica estera e di questo prestigioso ruolo di nuovo traghettatore dell'economia mondiale insieme a Russia, India e Cina; durante la conversazione, tuttavia, ci afflissero tanti interrogativi e pensieri del tutto in sintonia con le parole scritte nel 1970 da Galeano.
Chissà..

Ho deciso quindi di partire da qui.

Da questo Libro che mi ha avvolto in questo nuovo viaggio, come la nebbia ritrovata in queste ore e che tanto mi mancava. Sospeso tra passato, presente e futuro, mischiando tutto ciò che ho da poco lasciato: maledizioni, allegria, preghiere, sogni.

Vivendo con la mia pelle sensazioni antiche, assaporando gusti eccelsi, ascoltando storie lontane, rammentate migliaia di volte, godendo infine di fantastici sorrisi.

Perchè qui, in Brasile, un sorriso scaccia tutto in un baleno.

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