Oggi in pronto soccorso ho conosciuto Rami, un ragazzo tunisino di ventisei anni .. alto, magrissimo.
Tra una medicazione e un'altra Rami mi ha raccontato la sua storia, del suo arrivo in Italia, delle sue illusioni, del duro impatto con la cruda realtà.
Di quando era ragazzino ricorda che s'incominciarono a vedere sempre più frequentemente, per le strade della sua piccola cittadina, <<grandi macchine>>, apparteneti a gente appena tornata o di recente stata in Italia e che <<stavano bene..erano pieni di soldi>>; ben presto mi dice che il miraggio del -Belpaese- si diffuse tra le persone a macchia d'olio rapidissimamente e anche in lui crebbe la voglia di sorprendersi, di rischiare, di cambiare vita. E allora iniziò ad informarsi e scoprì che con poco più di cinque mila euro avrebbe avuto l'occasione della vita, la grande opportunità di sbarcare in Italia, in Europa, in un paese ricco. Decise allora di licenziarsi dal suo luogo di lavoro, con contratto a tempo indeterminato (tagliava l'erba), investire tutti i suoi risparmi, lasciare la Tunisia e partire per il sogno.
Otto anni dopo Rami, in evidente stato di ebbrezza, in piena notte, giunge in pronto soccorso accompagnato dal 118. Entra perché investito da un'auto, poi scappata; è stato trovato per caso da alcuni testimoni accorsi poco dopo l'impatto tra gli arbusti in riva al fosso. Presenta diverse ecoriazioni al volto, ferite varie ecc. ecc. ma tutto sommato se la caverà con poco.
E' deluso dell'Italia. Il lavoro da muratore è molto faticoso (prima di fare questo ha raccolto pomodori e ha lavorato nelle stalle), viene continuamente insultato, deriso ma soprattutto il guadagno è davvero misero. Mi confida che l'Italia è stata un miraggio, una delusione, una sconfitta personale. Mi racconta di non avere nemmeno il coraggio di ritornare in Tunisia per orgoglio ed i suoi grandi occhi neri sono pieni di tristezza e rassegnazione.
Il Belpaese, per il momento, si è rivelato meno bello del previsto.
Tra una medicazione e un'altra Rami mi ha raccontato la sua storia, del suo arrivo in Italia, delle sue illusioni, del duro impatto con la cruda realtà.
Di quando era ragazzino ricorda che s'incominciarono a vedere sempre più frequentemente, per le strade della sua piccola cittadina, <<grandi macchine>>, apparteneti a gente appena tornata o di recente stata in Italia e che <<stavano bene..erano pieni di soldi>>; ben presto mi dice che il miraggio del -Belpaese- si diffuse tra le persone a macchia d'olio rapidissimamente e anche in lui crebbe la voglia di sorprendersi, di rischiare, di cambiare vita. E allora iniziò ad informarsi e scoprì che con poco più di cinque mila euro avrebbe avuto l'occasione della vita, la grande opportunità di sbarcare in Italia, in Europa, in un paese ricco. Decise allora di licenziarsi dal suo luogo di lavoro, con contratto a tempo indeterminato (tagliava l'erba), investire tutti i suoi risparmi, lasciare la Tunisia e partire per il sogno.
Otto anni dopo Rami, in evidente stato di ebbrezza, in piena notte, giunge in pronto soccorso accompagnato dal 118. Entra perché investito da un'auto, poi scappata; è stato trovato per caso da alcuni testimoni accorsi poco dopo l'impatto tra gli arbusti in riva al fosso. Presenta diverse ecoriazioni al volto, ferite varie ecc. ecc. ma tutto sommato se la caverà con poco.
E' deluso dell'Italia. Il lavoro da muratore è molto faticoso (prima di fare questo ha raccolto pomodori e ha lavorato nelle stalle), viene continuamente insultato, deriso ma soprattutto il guadagno è davvero misero. Mi confida che l'Italia è stata un miraggio, una delusione, una sconfitta personale. Mi racconta di non avere nemmeno il coraggio di ritornare in Tunisia per orgoglio ed i suoi grandi occhi neri sono pieni di tristezza e rassegnazione.
Il Belpaese, per il momento, si è rivelato meno bello del previsto.
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