Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

11 luglio 2012

quella donna e il nostro tumore

A volte ci sono turni lavorativi che ti colpiscono più degli altri, per vari aspetti.
Innanzitutto le persone non sono tutte uguali, ognuna di loro entra in ambulatorio con dei grandi zaini invisibili sulle spalle contenenti VITA. Vite piene di amori, fatte di viaggi, avventure, incontri, gioie e delusioni.
Vite marchiate da una propria cultura, personali credenze, esperienze, convinzioni, tabù. Ed ogni persona è una scoperta.

La stessa identità è fatta in realtà da tantissime disidentità narrate insieme lungo un filo temporale; e questo vale per ognuno di noi! E anche se ci si trova in un pronto soccorso, o in un ospedale, la vita è più forte e sovente riesce a sorprenderti comunque.

Neanche le malattie sono tutte uguali.
E il cancro, per esempio, molto spesso è in grado di svuotare lentamente quegli zaini vitali lasciandoli desolatamente vuoti, anonimi. S'impossessa di quelle storie che, allo stato terminale, giungono nel nostro ambulatorio in urgenza distese su di un lettino; senza forze, critiche, desiderose di ossigeno,
desiderose di pace,
in posizione fetale.

E spesso la pace si raggiunge, in quei ambulatori, in quei attimi, solo con il silenzio, i pianti, i ricordi. E chi ruota attorno a quelle vite si affida, forse per la prima volta, in modo sincero, a Dio. Qualcun altro al nulla.

Perché quel tumore, quella bestia che ha divorato da dentro quelle storie, diventa per qualche attimo anche un po' il nostro, che tra quelle vite viviamo, esistiamo e resistiamo.

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