Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

03 dicembre 2012

in ricordo di Almaz

Questo fine settimana non ho avuto un attimo di tregua. Ho lavorato molto, ho suonato in giro con la mia band facendo le ore piccole, ho partecipato a due corsi: uno sulla defibrillazione precoce, l'altro sull'accesso venoso eco-guidato; tutto in due giorni... tutto di fretta... non ho quasi avuto nemmeno un momento per fermarmi, pensare, ricaricare le batterie.

Per l'aggiunta poi, inaspettatamente, a disorientarmi del tutto, provocandomi un vuoto immenso... un buco nello stomaco, ci ha pensato una semplice email: é prima mattina, mi trovo circondato da colleghi infermieri, facciamo tutti parte dello stesso dipartimento; siamo ad un corso di formazione e pensiamo a come poter insegnare l'utilizzo del defibrillatore a personale non sanitario... renderlo quindi capillare e facile da usare, alla portata di tutti: bambini, casalinghe, anziani.

Poi d'un tratto mi vibra il cellulare.
Mano in tasca per estrarre lo smartphone, sblocco il tutto... una rapida occhiata. C'è una email, la leggo al volo.

"... Almaz è andata in paradiso".

Rimango di stucco. Repentinamente tutti i miei ricordi d'Africa si contorcono di sincera tristezza e sempre più pulsanti di colpo si fanno più acuti, vivi, intensi e rimbalzano ben presto d'un vuoto sordo che mi si piomba nel profondo dell'anima.

Di chi sto parlando? Ho già accennato di lei, di Almaz, in questi post (1-2-3-4) e questo perchè ho avuto la fortuna d'incontrarla ogni volta che mi sono recato nel suo orfanotrofio ad Addis Abeba con l'associazione con la quale collaboro a tutt'oggi come infermiere volontario. Lì, nell'orfanotrofio che gestiva, praticamente la sua casa, la incontravamo ogni volta, ad ogni spedizione... ed era routine scambiarsi i saluti, raccontarsi qualche storia, chiederle se avesse bisogno di qualcosa. Per noi era infatti una figura di riferimento molto importante.

Ma torniamo al mio fine settimana: inutile mentire a me stesso, la morte di Almaz ha cambiato tutto. Il corso infatti si è rivelato meno interessante, il lavoro mi è parso più monotono, la serata con la band mi è sembrata più spenta. Sono stato bravo a nascondere, finché ho potuto.

Ma stanotte viveresisteresistendo vuole darle voce e ricordarla con gioia, scacciando via la tristezza, perché davvero Almaz è stata una donna straordinaria, che ha vissuto e resistito nel dare una nuova speranza di vita a migliaia di bambini rimasti orfani in uno dei paesi più poveri del mondo; cercando di garantire a tutti loro la miglior assistenza possibile, amandoli, proteggendoli, donandogli un sorriso, offrendogli una nuova opportunità.

E' stato difficile, in questi ultimi tre giorni, non pensare al suo immenso impegno, al suo orfanotrofio (creato dal nulla e diventato uno dei più seri ed importanti d'Etiopia) ai suoi bambini. Quegli stessi bambini che la videro un giorno diventare, dal nulla, la loro nuova mamma.

A proposito... so che tante mamme italiane, che oggi accudiscono con amore i loro figli, un giorno raccolti nelle tenebre dell’abbandono dalla signora Almaz e riconsegnati poi al mondo, alla gioia dell’esistenza, all’amore, la pensano come me.

Proprio una di queste mamme, per uno strano scherzo del destino, poche ore prima della mia triste scoperta riguardo la morte di Almaz, mi ha scritto queste e emozionanti righe che mi hanno davvero commosso e che pubblico con molta gioia.
Buongiorno Daniele,navigando, incuriosita alla ricerca di notizie sull’Etiopia, mi sono imbattuta nel tuo sito.Sono la mamma di “uno di quei bambini raccolti nelle tenebre dell’abbandono dalla signora Almaz” e come dici tu riconsegnati al mondo, alla gioia dell’esistenza, all’amore ........mia figlia era scalza e denutrita ora è viva perchè ha resistito......ha una nuova famiglia e un futuro da costruire e ciò grazie alla signora Almaz, grazie all’infermiera Hanna, e grazie a persone come te che forse nel 2010 hai accarezzato la mia piccola ed hai incrociato i suoi profondi occhi neri.
Non occorre molto altro.

Credo che queste brevi quanto toccanti righe, scritte da una mamma italiana, legata per sempre ad Almaz, siano le più degne quanto emozionanti parole che ci permettano di ricordarla nel migliore dei modi.

Fai dunque buon viaggio Almaz e proteggi i tuoi piccoli e le loro nuove famiglie, dovunque essi siano.

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