Ieri è stato eletto pontefice al quinto scrutinio l'argentino Jorge Mario Bergoglio.
Poco prima della sua comparsa al mondo avevo sussurrato a Giorgia, la mia ragazza << Spero solo che sia africano o dell' America Latina... >>.
Beh... direi che non posso lamentarmi!
Da quando sono tornato dall'America Latina ho sempre con me, legato al collo, un semplicissimo crocifisso in legno a cui tengo molto. Lo custodisco, insieme ad un anello nero molto comune in Alagoas che rappresenta la fratellanza tra i popoli poveri, da quando ho conosciuto Irmã Zetinha. Averlo sempre con me dopo quel viaggio vuol dire aver imparato ad apprezzarne i suoi significati e questo grazie anche a tutte quelle persone che ho conosciuto lì.
Nel novembre 2011 ho deciso di rimettermi in gioco iscrivendomi al master in cooperazione internazionale presso l'università di Modena. Grazie ad esso ho avuto la grande opportunità di conoscere tanti altri giovani cooperanti provenienti da tutta Italia (confrontare le nostre esperienze è stata la cosa più bella) ma, soprattutto, ho potuto mettere piede in un altro continente dopo l'Africa: l'America Latina.
Chi di voi s'interessa di questioni internazionali sa bene quanto l'America Latina e in particolare il Brasile (insieme agli altri stati del BRIC, Russia, India e Cina) sia in fermento sotto diversi aspetti; in particolare mi premeva approfondire le questioni legate ai cambiamento politici e sociali che si sono abbattuti nel continente sudamericano oltre che al nuovo modello di sviluppo economico che sta cercando di promuovere (mi interessava inoltre scoprire il più possibile anche dei movimenti sem terra e l'approccio della gente comune alla teologia della liberazione... ).
Spinto da questo nuovo interesse, grazie all’associazione Pachamama, sono volato quindi con Maria (collega Infermiera di Torino) in Alagoas, uno degli stati più poveri del Brasile e di tutto il continente.
Insieme abbiamo cercato di migliorare il grado di "coscientizzazione della salute" di tanti contadini (i sem terra) che, supportati da movimenti popolari (la CPT - Commissione Pastorale della Terra) aiutano a resistere contro le forze del latifondismo, così ancora forte e disseminato.
Per chi non avesse avuto l'occasione ancora di leggerli, ho scritto di quel viaggio e dei suoi inestimabili incontri in questi post: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10
Tornando a Papa Francesco... immagino oggi la gioia d'un intero continente.
Mi tornano in mente affettuosamente tutte le sisters (incontrate in Africa) e le irmãs incontrate durante il mio viaggio avvenuto appunto in Brasile. Alcune di esse lavorano in condizioni di assoluto bisogno e quando ascolto o leggo commenti stupidi e banali, che mettono in dubbio tutto il loro lavoro, mi arrabbio enormemente. Il mio augurio è che la scelta di questo nuovo Papa possa donare, a tutte loro, nuove energie e possa aiutarle a resistere all'indifferenza e alla stupidità della gente.
In America Latina è davvero impressionante la forza della fede cristiana... tra i giovani poi... direi quasi contagiosa, impressionante.
Difficile tentare di spiegare, per esempio ai nostri ragazzi, i significati di fede che caratterizzano, che assumono e che incidono, ogni giorno, sulla pelle e sulle vite di milioni di giovani sudamericani... veramente difficile.
Partiamo dal fatto che son ragazzi/e con le nostre stesse opportunità e agiatezze. Essi/e quindi non si affidano necessariamente alla fede per una condizione di estrema povertà ecc. ma vivono la fede con festa, apertura, gioia e passione, senza collocarla a tutti i costi (a differenza nostra) ad una ideologia politica... inculcata fin da ragazzini in base alla propria condizione sociale e ideologica vicina al proprio contesto famigliare con conseguenti prese di posizione che accompagneranno il giovane fino ad una certa età.
In America Latina, dove sono stato, ho avuto la netta sensazione che Dio veramente appartiene a tutti (ma proprio a tutti... ) e che è al di sopra di ogni classe, di ogni distinzione umana. Ho avuto la sensazione che ognuno s'impegna, abituandosi, con passione e fin da giovanissimo, nel custodire e nell'allevare, nel proprio intimo, con il tempo, un dialogo vero, sincero e profondo con Dio.
Dialogo che è poi capace di far nascere legami di fede personalissimi e, simbolicamente, molto importanti, direi quasi vitali, che hanno alla base valori sinceri di fratellanza e solidarietà per tutti i bisognosi (contadini, operai, bambini, disabili).
Anche tutto questo mi ha insegnato l'America Latina.
Molto frequentemente in Sud America le persone si congedano salutandosi affettuosamente con "Che Dio ti accompagni..." o "Vai con Dio..." oppure "Che Dio ti benedica...". Queste espressioni ricordo che mi colpivano molto quando le udivo e oggi sono impresse nel mio cuore avendo mantenuto quei medesimi significati del crocifisso e dell'anello che oggi porto sempre con me.
Ciò dimostra anche quanto sia bello arricchirsi di tutte quelle persone colme di umanità... ricche di coraggio e umiltà, nonché appassionate alla vita, che si possono incontrare ovunque durante il nostro cammino.
2 commenti:
Ciao Daniele,
eccomi tornato dall’ Etiopia,dopo aver visto luoghi e persone che tu conosci bene e che non devo descriverti.
È difficilissimo passare questi primi giorni, ho il rigetto completo di tutti e tutto, forse è normale e forse anche il nostro mondo interiore amplifica o smorza le situazioni a seconda di come e quanto ci sentiamo parte del mondo esterno che ci circonda(una volta ti parlerò di questo argomento).
Il tuo blog è un buon rifugio, si leggono con piacere cose profonde, non banali ma mai esasperate o di circostanza.
Questo del Papa mi ha fatto riflettere in modo particolare.
La sera che è stato eletto combinazione eravamo ad Hosanna e non siamo stati a dormire dalle Sister come in tutte le altre missioni ma in albergo,come sai si va a letto presto ma proprio entrato in camera e accesa la tv la CNN seguiva la diretta e dopo 20 min il Camerlengo ha annunciato il Papa.
Per mè è stato uno dei momenti più intensi che ricorderò di questo viaggio, e questo grazie al contesto che nei giorni precedenti si è creato davanti ai miei occhi e nel mio spirito.
Ero da solo in quella stanza di albergo è ricordo di aver pianto e pregato intensamente, un po’ per sfogare quello che trattieni durante le giornate ma sopratutto perché sentivo che le mie preghiere arrivavano come non mai,dense e cariche di speranza, ero al posto giusto nel momento giusto come poche volte mi sono sentito.
Dell’Africa mi porto a casa immagini di orizzonti e spazi stupendi assieme al degrado e all’aria irrespirabile di Adiss-Abeba, i sorrisi e i volti dei bambini che aprono il cuore assieme alla povertà, la malnutrizione e le condizioni igieniche che tanti vivono quotidianamente, la spensieratezza e ospitalità di tutte le persone incontrate assieme ai loro volti e ai loro corpi consumati dalla fatica e da tante evidenti ingiustizie.
Ma sopra ogni cosa porto con me la grandezza delle suore, donne speciali, di un umiltà e energia impressionanti,che descriverle non serve a nulla.
Solo vivendo la loro presenza e il loro quotidiano lavoro in quei luoghi e per quella gente si riesce a percepire la vera carità e solidarietà, i veri valori Cristiani delle beatitudini accompagnati da tanta esperienza e capacità di ogni tipo, loro sono madri spirituali, dottoresse e infermiere, ginecologhe e ostetriche, tecniche di laboratorio e farmaciste,psicologhe e consulenti famigliari oltre che ottime cuoche e donne di casa.
Vicino a loro mi sono sentito spesso piccolo e impotente,ma contagiato dalla loro semplicità che dona pace.
Ho assistito con immenso piacere alle messe mattutine e alle preghiere che precedono ogni pasto e ogni viaggio in macchina, la sono riti essenziali e autentici e fanno bene allo spirito eppure è così difficile replicarli e condividerli nel nostro mondo.
Ho pregato e prego per queste donne meravigliose, che attendevano il Papa e ora saranno mosse con ancora più entusiasmo e forza di prima, le ringrazio per avermi anche per poco aperto il cuore e rafforzato lo spirito e la fede, sono per me la conferma che il modo e il contesto in cui si vive formano il proprio “essere”, ovviamente loro sono distanti anni luce da noi ma la mia speranza è che anche il mondo che mi circonda riesca a ritornare un po’ più spirituale e mosso da quei valori di fratellanza che tu hai incontrato in quei giovani del Sud America.
Dovrebbe essere il compito di tutti quelli come me,che hanno una certa consapevolezza, avere il coraggio di contagiare e diffondere certi valori , è molto difficile farlo nel nostro mondo e quasi sempre si preferisce lasciar stare.
Tu sei un ottimo esempio di quei giovani, come Gigi lo è stato e continua a esserlo con tanta esperienza e determinazione. Sono convinto che dobbiamo circondarci di persone autentiche perché sono le più speciali nella loro semplicità, e ce sono tante.
Ancora complimenti e buon lavoro.
Magari una sera ci troviamo per fare 2 chiacchiere e mangiare Doro Wot e Shiro visto che ho portato a casa una borsa di spezie e sto aspettando le ricette.
A presto
Davide
Bellissimo il tuo commento... bellissimo... cosa aggiungere!! Fammi sapere per la cena quando volete! Un abbraccio
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