Da un punto di vista polito-sociale, se posso dare la mia opinione, stiamo vivendo mesi confusi, imbarazzanti quanto difficilissimi.
Confusi perché dopo il voto di qualche settimana fa qualcosa è cambiato; l'ingresso in Parlamento del M5S ha indubbiamente spiazzato un po' tutti a mio avviso. Anche a me alcuni valori del M5S mi convincono. Altri un po' meno. Tuttavia sono contento del loro ingresso in Parlamento; credo che, innanzitutto, sia troppo presto per giudicare il loro lavoro ma spero che possano contribuire a far aumentare la credibilità e la trasparenza insieme al partito che più mi rappresenta ma che ha ancora tanto da lavorare (il PD).
La passione per la politica insieme all'interesse per la collettività (tutta), al bene comune, portano solo vantaggi; quello che deve rimanere lontano dai palazzi (partendo dai piccoli-grandi Municipi di tutta Italia, fino ad arrivare a quelli di Roma capitale) che decidono il nostro futuro sono i personali interessi, la corruzione e, aggiungerei, l'indifferenza (non c'è cosa peggiore che una classe politica indifferente).
Chi vota vota un progetto, un partito, un'ideologia fra tanti progetti, tanti partiti e tante ideologie.
Chi prende più voti e viene eletto deve dirigere, guidare ma, soprattutto, custodire e tutelare lo sviluppo di tutti.
Con correttezza, trasparenza e passione.
Questa è la mia idea di politica.
Peccato che, da tutte le parti, esista la propaganda a discapito di chi la pensa l'opposto di... (il vero male della politica). Ci si concentra troppo su questo; sembra quasi che non si possa fare politica senza parlare (male) dell'altro... è incredibile e mi puzza terribilmente di antico... di antica politica... cavoli che noia, che tristezza!
Parliamo di noi, delle nostre idee... concentriamoci sull'entusiasmo di cambiare in meglio, le potenzialità ci sono... basterebbe avere la volontà di farlo (messaggio subliminale rivolto al PD)! Proviamo a custodire la questione pubblica per una volta in modo diverso, con il dialogo, con un comune interesse.
Con onestà intellettuale.
Imbarazzanti in quanto un paese straordinario come la nostra Italia non si merita tutto questo; stiamo pagando errori, sciatterie, irresponsabilità nei confronti dello Stato, della storia, della comunità; siamo vittime di illogiche politiche di sviluppo e di mercato troppo trascurate e permesse nel tempo (non tutte le colpe sono nostre sia ben chiaro).
Difficilissimi perché il sistema economico sulla quale esistevamo si è rotto e ora ci tocca resistere.
I mercati guardano altrove (alcuni di questi sono chiamati paesi in via di sviluppo da chi, in quei paesi, non c'è mai stato) e il BRIC, oggi, fa paura al G8. L'Onu è, come sempre, paralizzato, impotente. Eppure sarebbe una incredibile risorsa, la più bella invenzione dell'Uomo. Tuttavia...
Il terzo settore, il mondo solidale, il volontariato cercano di resistere nonostante tutto.
I piccoli artigiani non sanno più dove sbattere la testa dalla sfiducia e non li invidio affatto quando sono costretti a lasciare a casa della gente. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio... esistono ancora moltissimi piccoli imprenditori che, sono convinto, piuttosto che lasciare a casa un proprio affezionato dipendente o chiudere la baracca si taglierebbero un braccio. Delle multinazionali o dai fan della delocalizzaizone immediata non mi interessa nulla.
Sono le persone più deboli e le persone più indifese quelle che necessitano di più e che lo Stato deve difendere a tutti i costi. Sono quelle le categorie, quelle classi, chiamatele come volete, che da sempre vengono strumentalizzate e sfruttate dai sistemi economici, dagli estremi politici, dai media, dalle pubblicità, dagli eventi. E sono sempre più in difficoltà oltre che in aumento; non parlo dei soliti migranti... oggi siamo in crisi un po' tutti.
Parlo, come già detto, anche di chi difende una sua impresa, creata magari con tanti sacrifici, parlo degli studenti che vorrebbero fare quello per la quale hanno studiato, dei precari che non vorrebbero rimanere tutto il giorno in attesa di uno squillo, ma anche di chi vorrebbe semplicemente cambiare... ma non ha più, a causa della crisi, l'opportunità giusta.
E un paese che non è più capace di offrire delle opportunità giuste, è un paese destinato ad impoverirsi.
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