Ieri in pronto soccorso è entrato Salvatore.
Ex tossicodipendente, HCV positivo con un passato turbolento ed il corpo scalfito dalla vita, dalla strada, dal carcere. Un fisico e uno spirito devastato che comunque ha pagato, con tutti gli interessi, il suo debito a qualcosa, a qualcuno a quello che volete voi. Salvatore oggi ti dice che è un morto che cammina; te lo racconta con un filo di voce e gli occhi scavati; con la implacabile consapevolezza che il tempo sta per scadere a causa di un carcinoma inoperabile. E mentre lo ascolti durante la solita paracentesi, con un ago conficcato nella pancia... mentre osservi quel liquido limpido color pipì che scende per forza di gravità riempendo un sacchetto graduato, pensi che Sergio resiste e tu un poco con lui. E solo vivendo momenti così capisci che tutta la passione che ci hai messo nel tuo lavoro finora e tutto quello che ti hanno portato a farlo in passato avevano un senso.
Ho un debole per i più deboli; per chi le rogne, le puzze, le etichette ce le hanno appiccicate addosso ancor prima di difendersi da giudizi e pregiudizi. Credo nell'ascolto, nella comprensione, nella mediazione e amo e ammiro quelle persone che vivono di passione, onestà e coraggio, indifferentemente dal loro credo o dal colore della pelle e che resistono difendendo a tutti costi quel loro modo di vivere: operai, giornalisti, ecclesiastici, emarginati, casalinghe, forze dell'ordine, migranti, artisti, medici, disoccupati, musicisti. Che si tratti quindi di un ricordo, di un lavoro, una quotidianità, una lotta, una cultura, un diritto, una gioia, una passione o un sogno per me non ha importanza.
Ex tossicodipendente, HCV positivo con un passato turbolento ed il corpo scalfito dalla vita, dalla strada, dal carcere. Un fisico e uno spirito devastato che comunque ha pagato, con tutti gli interessi, il suo debito a qualcosa, a qualcuno a quello che volete voi. Salvatore oggi ti dice che è un morto che cammina; te lo racconta con un filo di voce e gli occhi scavati; con la implacabile consapevolezza che il tempo sta per scadere a causa di un carcinoma inoperabile. E mentre lo ascolti durante la solita paracentesi, con un ago conficcato nella pancia... mentre osservi quel liquido limpido color pipì che scende per forza di gravità riempendo un sacchetto graduato, pensi che Sergio resiste e tu un poco con lui. E solo vivendo momenti così capisci che tutta la passione che ci hai messo nel tuo lavoro finora e tutto quello che ti hanno portato a farlo in passato avevano un senso.
Ho un debole per i più deboli; per chi le rogne, le puzze, le etichette ce le hanno appiccicate addosso ancor prima di difendersi da giudizi e pregiudizi. Credo nell'ascolto, nella comprensione, nella mediazione e amo e ammiro quelle persone che vivono di passione, onestà e coraggio, indifferentemente dal loro credo o dal colore della pelle e che resistono difendendo a tutti costi quel loro modo di vivere: operai, giornalisti, ecclesiastici, emarginati, casalinghe, forze dell'ordine, migranti, artisti, medici, disoccupati, musicisti. Che si tratti quindi di un ricordo, di un lavoro, una quotidianità, una lotta, una cultura, un diritto, una gioia, una passione o un sogno per me non ha importanza.
Credo alle persone che resistono e che vivono per farlo.
Di tutto il resto non me ne è mai fottuto nulla.
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