Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

22 luglio 2013

Do's and Don't - Christiania


Impossibile non scrivere, a pochi giorni dal mio ritorno da Copenhagen, del suo quartiere Christiania... devo assolutamente approfittarne ora che le sensazioni e le impressioni sono ancora fresche, non posso aspettare!

A parte gli scherzi inutile tentare di raccontarvi la sua storia (per farlo basta aprire questo link), mi limiterò quindi nel cercare di esplicare cosa  ha  s-i-g-n-i-f-i-c-a-t-o- il Christiania per il sottoscritto.
Per una persona come me, che ama forse fin troppo riconoscere le molteplicità culturali e le differenze, riconoscendone l'importanza più dei pregi che dei difetti, luoghi e contesti come questi arricchiscono e insegnano tanto; indifferentemente da dove sono localizzati e ancora meno da chi ci abita (mi stimolano sia i villaggi africani che le grandi capitali per intenderci... ).

E se poi dentro ad essi vi si scoprono comportamenti, riti, usi modi e costumi che possono irritare e ferire o, in ogni caso, urtare il nostro concetto di "normalità" (i quali confini rientrano sempre, ricordiamocelo, all'interno della nostra cornice culturale composta, è proprio il caso di dirlo, di tutto quello che abbiamo vissuto fin dal nostro concepimento) ciò che è importante e fondamentale, secondo me, è riuscire a valutarne la storia, il contesto, l'origine... insomma l'identità.

Senza troppo generalizzare, tornando nello specifico al Christiania, nota anche come Città Libera di Christiania, visitandola si possono fin dai primissimi momenti riscontrare apparentemente tantissime contraddizioni con il resto della città ma così, a mio avviso, non è.

La particolarità, la fortuna o meglio, la vera identità di questo quartiere così unico, sta proprio nel fatto che esso si trova... a Copenhagen: l'unica città forse al mondo che, grazie al suo modo di essere, è ancora in grado di proteggerla e accettarla (chissà ancora per quanto però... ).

Tuttavia le diversità emergono implacabilmente per esempio dal semplice ordine delle cose, all'approccio con le nuove tecnologie, al vestiario, all'architettura; per finire nella vendita vera e propria di hashish e marijuana tramite piccoli chioschetti a cielo aperto lungo la strada principale (difficile tuttavia credere e sperare che quella droga rimanga sempre confinata, dalla vendita al consumo, all'interno del quartiere... ) chiamata appunto Pusher Street.
La vendita di droghe può sembrare tollerata dalle autorità ma è importante sottolineare che in realtà così non è. 

Ma al di là di questo, Christiania offre davvero un sacco.
Coloratissima e perennemente controversa, essa è un luogo unico da visitare... più che un quartiere... uno modo di essere! Da quello che ho scoperto è a sua volta composta da piccole comunità, ognuna con un nome, le quali esercitano attività artigianali, artistiche, culturali, teatrali... La cosa straordinaria è che al suo interno vi si trovano un miscuglio di magazzini, baracche, case in legno, murales colorati, sculture all’aperto e opere d'arte che contribuiscono ad arricchire l'atmosfera in tante culture, fortemente legate a quella Hippies ma contaminate anche dalla Beat Generation, dalla street art, dai graffiti writing e da un certo stile di vita Bohémien.
Sull'autenticità di tutto ciò non sta a me giudicare.

All'ingresso numerosi cartelli di Christiania, la città "autogovernata", sottolineano che correre, parlare al cellulare, introdurre auto e scattare fotografie (in specifiche zone) non è consentito.

All'uscita un grande arco in legno ricorda invece a tutti i visitatori che : You are now entering the EU

Consigliatissima.


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