Premetto che non ho ancora figli ma visto che in queste ultime settimane il mio interesse per la infant care è cresciuto molto grazie allo studio di alcuni testi, sono stimolato a fare alcune considerazioni.
La mia storia, i miei vissuti, avvenuti anche in paesi così diversi dal nostro nei modi e costumi, mi hanno fatto capire quanto sia mutato, nel corso tempo, il nostro atteggiamento nei confronti di tutte quelle fasi che fanno parte della crescita di un neonato e che sono messe in relazione fin da subito con la scelta ad esempio del cibo più consono scegliendo l'orario più adatto (... per tutti tranne che per i lattanti), al modello del sonno più giusto, al vestiario più comodo (o più cool... ), passando dall'industria del gioco, dell'intrattenimento fino all'esasperazione di alcuni prodotti di cura e di immagine senza dimenticare i farmaci purtroppo.
Aver avuto la fortuna di entrare in contatto con situazioni legate allo sviluppo di un bambino, se pur in condizioni molto differenti, in zone dove l'approccio è per esempio ancora collettivista-tradizionalista e ad alto contatto (in Africa per esempio), mi permette oggi di notare meglio le differenze e le distanze che la nostra società ha, nel corso del tempo, letteralmente imposto al maternage più umano... dimenticandosi forse qualcosa per strada. Contesti non più poveri (sapete quanto odio questa parola) ma sicuramente che offrono meno opportunità... eppure...
Aver avuto la fortuna di entrare in contatto con situazioni legate allo sviluppo di un bambino, se pur in condizioni molto differenti, in zone dove l'approccio è per esempio ancora collettivista-tradizionalista e ad alto contatto (in Africa per esempio), mi permette oggi di notare meglio le differenze e le distanze che la nostra società ha, nel corso del tempo, letteralmente imposto al maternage più umano... dimenticandosi forse qualcosa per strada. Contesti non più poveri (sapete quanto odio questa parola) ma sicuramente che offrono meno opportunità... eppure...
Costosi giochi in plastica, una miriade di peluches, complicati giochi a tastiera con suoni sgradevoli, giochi elettronici ma anche il box o il girello per esempio, siamo sicuri che davvero servono ai nostri piccoli? E la televisione che si sostituisce al contatto verbale? Oggi può Peppa Pig sostituirsi in parte al calore affettivo di un abbraccio, di una fiaba prima del sonno, di un racconto di un nonno? (Non fraintendetemi non voglio generalizzare... so benissimo che ci sono mamme che sono molto attente alla cura dei propri figli, nonostante Peppa Pig, quindi nulla di personale è che questo post vuole un po' provocare con alcuni eccessi!)
Non lo so, non voglio giudicare; andrebbe forse usato un po' più di buon senso.
Tuttavia credo davvero che, nel mondo occidentale, negli ultimi anni si è verificato un progressivo allontanamento del bambino dal corpo del genitore: dormire nel lettone con la madre, giocare tutti insieme, allattare quando davvero il bambino ha fame, andare a letto non a orari fissi così come portare il bambino con marsupi o zainetti sono pratiche sempre meno usate ma che in alcuni contesti non occidentali vengono, con ottimi risultati, utilizzati da tempi indefiniti senza problemi (a dire il vero anche da noi stanno tornando di moda... ).
Questa premessa mi serve oggi anche per parlare della cultura orale, di fiabe, miti e ninna nanne ma prima voglio raccontarvi un piccolo aneddoto che mi ha colpito molto per l'importanza che ho visto in quel momento assegnare alla tradizione di un popolo in una finalità pedagogica e sociale.
E' un piccolo esempio nulla più...
Tuttavia credo davvero che, nel mondo occidentale, negli ultimi anni si è verificato un progressivo allontanamento del bambino dal corpo del genitore: dormire nel lettone con la madre, giocare tutti insieme, allattare quando davvero il bambino ha fame, andare a letto non a orari fissi così come portare il bambino con marsupi o zainetti sono pratiche sempre meno usate ma che in alcuni contesti non occidentali vengono, con ottimi risultati, utilizzati da tempi indefiniti senza problemi (a dire il vero anche da noi stanno tornando di moda... ).
Questa premessa mi serve oggi anche per parlare della cultura orale, di fiabe, miti e ninna nanne ma prima voglio raccontarvi un piccolo aneddoto che mi ha colpito molto per l'importanza che ho visto in quel momento assegnare alla tradizione di un popolo in una finalità pedagogica e sociale.
E' un piccolo esempio nulla più...
Mi trovavo a Nairobi e, non ricordo per quale motivo, sono entrato in una libreria di un grosso centro commerciale. Eravamo a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico quando ho notato un'intera sezione di volumi di testo esclusivamente dedicata a bambini e ragazzi. La mia curiosità mi ha spinto a dare un'occhiata; molto probabilmente, come avviene d'altronde da noi, la libreria, a pochi giorni dall'apertura delle scuole governative, aveva allestito tale sezione per comodità. I piccoli volumi che hanno attirato la mia attenzione riguardavano storie e racconti tramandati oralmente nelle abitazioni, nei cortili delle scuole, nei luoghi di culto, oggi trascritti con un preciso scopo pedagogico.
In molte culture le fiabe o meglio le culture "orali" (esposte in canti, "ninna-nanne", filastrocche ma anche "semplici" racconti, tramutati successivamente anche in testi scolastici per bambini... ) hanno l'importante compito di insegnamento perché trasmettono delle regole morali e comportamentali da seguire nella vita affinché si dia un senso alle leggi, a tutte quelle consuetudini e modalità di relazioni umane che regolano il nostro vivere.
La fiaba assume quindi la funzione di ricordo, di insegnamento appunto delle tradizioni; in essa vengono raccolti significati antichi tramandati per secoli che permetteranno, fin da piccolissimi, di modellare attorno ad ognuno di noi un'identità del tutto personale: unica e preziosissima.
In molti paesi che hanno subito (vedi per esempio l'Albania) o che tutt'ora subiscono un regime totalitario la fiaba può inoltre assumere un significato legato addirittura alla speranza di cambiamento, alla libertà, al sogno senza censura e persecuzione perché permette di decifrare sentimenti ed emozioni di una intera comunità, schivando il messaggio uniformante del sistema culturale statale imposto.
Inutile dire che un ruolo fondamentale, soprattutto per i più piccoli, affinché tutto ciò avvenga lo riveste la figura della mamma, ma anche il papà e i nonni possono (nella nostra cornice culturale) svolgere un ruolo tanto prezioso. Nelle puericulture di tutto il mondo (alto-basso contatto) le culture orali possono essere davvero sfruttate a mio avviso in due momenti preziosissimi che, insieme all'allattamento e al portage (chiamato anche baby-carring... ), fanno parte di quelle pratiche fondamentali del maternage: nella fase di contatto (che diventa quindi contatto-orale... ) quando massaggiamo i nostri piccoli e, logicamente, prima del sonno (ancora meglio se quel sonno poi diventerà co-sleeping).
Non occorrono tanti studi (anche se in realtà ce ne sono moltissimi che dimostrano tutti gli effetti benefici: fisici e psicologici) per dimostrare, a mio avviso, che un buon massaggio associato ad una fiaba prima del sonno per un bambino è il massimo che può ricevere per il suo benessere.
E solo allora anche l'intoccabile Pepp Pig potrà ridimensionarsi... ma sarà meglio non eccedere troppo e aspettare magari che sia padre prima di darmi ragione!
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