Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

15 novembre 2013

laggiù in fondo al pozzo

A viveresisteresistendo non ho mai nascosto nulla.
In esso, quando mi capita di smarrirmi nella quotidianità, quando esisto, mi ritrovo senza indugi.

In esso mi riscopro sempre. Tra i miei viaggi e le mie parole, pensieri infermieri, chilometri, sorrisi, diritti, terre lontane verdissime o sabbiose.

E se oggi, dopo un po' di tempo, fortunatamente ritorno a scrivere, è soprattutto per merito suo. Ma la mia assenza è stata necessaria, in un certo senso obbligata ed ancora in corso d'opera.

Ricordo sempre a me stesso che, in diverse culture del mondo, la parola crisi assume spesso un significato di opportunità. E se occorre a volte scavarsi dentro, riacciuffandosi con coraggio nel tentare di decifrarsi, lo si fa semplicemente per tornare a vivere per resistere di nuovo, un'altra volta. O forse, molto più semplicemente, significa guardarsi nel profondo, chiamandosi ad alta voce per poi abbandonarsi alle cose, a questa vita straordinariamente bella anche quando i conti non tornano più, urlando a squarciagola il proprio nome con la testa rivolta verso l'oscurità di pozzi bui e che sembrano senza fine. E tutto questo perché un giorno, senza preavviso, come un fulmine a ciel sereno, ci si perde in nuove entusiasmanti storie.

Storie che contaminano altre storie, le nostre storie!
Che ci inseguono tutta una vita, silenziose e spietate e che qualcuno nemmeno si accorge di loro correndo il rischio di gettarle via, nel nulla, bruciandole. C'è chi s'accorge di loro troppo tardi e chi le riconosce da lontano... perché le hanno sempre in mente.

Storie che ci inseguono ovunque.Quando si impara un nuovo lavoro, quando si decide di cambiare o di non cambiare; quando, con coraggio, si sceglie dolorosamente di abbandonare il proprio paese per aggredire nuove opportunità in luoghi lontani e così diversi. Ci inseguono quando si da l'anima per il prossimo; come quei padri capaci di alzarsi alle cinque del mattino da decenni per recarsi a fare un lavoro mai piaciuto e che li ha usurati dentro, svolto tra mille ansie solo per garantire l'università ai propri figli o come quelle madri scrutate per caso mentre si è alla guida, sole e infreddolite, sedute alla fermata, con un panino in mano, in attesa del prossimo bus... pronte per tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro.

Le nostre storie ci inseguono sul lungo mare di un paese caldo con la brezza marina ed il vento che ci accarezza il viso, mentre si attraversa l'ennesimo finger che collega il gate del terminal al nostro aereo che ci porterà a Sud... nella fretta e fuori piove. Ci inseguono correndo sulla la sabbia caldissima intrappolata fra le dita di piedi nudi o tra gli alberi d'un parco, bagnato di rugiada e che ci stuzzica l'olfatto; nella cenere caduta dall'ennesima sigaretta appoggiata sulla ringhiera del balcone, mentre si legge un libro, o durante una semplice corsetta, insieme alla nostra musica preferita, suonata nelle cuffiette.

E se la vita scorre per tutti, implacabile, capita invece che le nostre storie si fermono all'improvviso, bussandoci per farsi aprire; sta poi a noi scegliere di farlo, una volta pronti a scavarsi nel profondo per cercare di stanare chissà poi quale entità; oppure urlando a squarciagola dentro a quei pozzi bui che sembrano senza fine, per poi abbandonarsi alle cose, a questa vita straordinariamente difficile e con animo lieto rallegrarsi di ciò che veramente ci appartiene.

Posato laggiù, da chissà quanto tempo, in fondo a quei pozzi apparentemente senza fine,
senza storia.

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