La mia cittadina, Castel San Giovanni, di recente affiorata dai meandri delle migliaia di notizie (compresa questa) sempre più futili, veloci e poco approfondite rigurgitate ogni giorno un pò da tutti i media ma soprattutto da internet, è il terzo Comune emiliano-romagnolo che supera il 10% dei residenti stranieri (al terzo posto con una percentuale del 21,1% su 348 Comuni). Il dato, a mio avviso molto indicativo, è frutto di tanti fattori e concause soprattutto se messo in relazione con un altro dato molto significativo e cioè che la provincia di Piacenza risulta essere quella con più stranieri in tutta la regione.
In generale mi trovo molto d'accordo con le parole della vicepresidente della giunta regionale Simonetta Saliera una volta presentato il Dossier “I dati sono positivi. Mi riferisco in particolare a quelli relativi alla scuola, alla presenza femminile, ai bambini nati qui, in Emilia-Romagna: tutto questo rappresenta una grande potenzialità di sviluppo verso il futuro, attraverso politiche che la Regione ha fatto e continuerà a fare. E’ fondamentale non pensare in un’ottica ‘noi e loro’: solo così la presenza degli stranieri può essere realmente uno stimolo all’innovazione”. E a proposito dei bambini e dei giovani, “per noi devono essere cittadini a tutti gli effetti – ha aggiunto la vicepresidente – e avere le stesse opportunità dei coetanei”.
Ironia della sorte, poche ore prima della presentazione del dossier, mi è capitato di svolgere una lezione ai ragazzi del terzo anno del Corso di Laurea in Infermieristica dove ho volontariamente fatto emergere tali dati, mettendo in guardia (in modo positivo!) i miei futuri colleghi delle potenziali realtà ospedaliere, sempre più multiculturali, alla quale inevitabilmente andremoo incontro, che ci piaccia oppure no. Il mio spunto non derivava affatto dalla mia immaginazione ma da uno ricerca che qualche mese prima avevo effettuato collaborando con Caterina, oggi infermiera, allora studente in infermieristica, nella realizzazione di uno strumento da usare in triage e che faciliterebbe e semplificherebbe la raccolta dati e l'anamnesi sanitaria (quindi l'identificazione più appropriata del codice di colore legato alla gravità delle condizioni cliniche della persona bisognosa) del paziente migrante.
Inutile quindi scomporsi o sbraitare.
Chi deciderà di rimanere lo farà con dignità e la medesima passione di chi sceglierà di andarsene.
L'importante secondo me sarà saper cogliere il maggior numero di opportunità possibili così da poter combattere con tenacia e passione l'ignoranza, l'incapacità, la corruzione, la trascuratezza etica e morale che spesso reprimono e sovrastano l'intelletto umano.
In generale mi trovo molto d'accordo con le parole della vicepresidente della giunta regionale Simonetta Saliera una volta presentato il Dossier “I dati sono positivi. Mi riferisco in particolare a quelli relativi alla scuola, alla presenza femminile, ai bambini nati qui, in Emilia-Romagna: tutto questo rappresenta una grande potenzialità di sviluppo verso il futuro, attraverso politiche che la Regione ha fatto e continuerà a fare. E’ fondamentale non pensare in un’ottica ‘noi e loro’: solo così la presenza degli stranieri può essere realmente uno stimolo all’innovazione”. E a proposito dei bambini e dei giovani, “per noi devono essere cittadini a tutti gli effetti – ha aggiunto la vicepresidente – e avere le stesse opportunità dei coetanei”.
Ironia della sorte, poche ore prima della presentazione del dossier, mi è capitato di svolgere una lezione ai ragazzi del terzo anno del Corso di Laurea in Infermieristica dove ho volontariamente fatto emergere tali dati, mettendo in guardia (in modo positivo!) i miei futuri colleghi delle potenziali realtà ospedaliere, sempre più multiculturali, alla quale inevitabilmente andremoo incontro, che ci piaccia oppure no. Il mio spunto non derivava affatto dalla mia immaginazione ma da uno ricerca che qualche mese prima avevo effettuato collaborando con Caterina, oggi infermiera, allora studente in infermieristica, nella realizzazione di uno strumento da usare in triage e che faciliterebbe e semplificherebbe la raccolta dati e l'anamnesi sanitaria (quindi l'identificazione più appropriata del codice di colore legato alla gravità delle condizioni cliniche della persona bisognosa) del paziente migrante.
Lasciando per un attimo da parte l'assoluta emozione e contentezza nell'aver esaudito un piccolo sogno (relazionarmi con studenti che presto affronteranno questo fondamentale Lavoro - odio il concetto di "missione" - che avvolge come un mantello caldo l'animo e il corpo dell'essere umano... la mia professione, l'ancora purtroppo troppo denigrata professione infermieristica), ciò che più mi premeva trasmettere ai ragazzi è stato appunto quello di approcciarsi alla realtà delle cose, senza paure, senza formalismo, ipocrisie, presunzione (ah... vi svelo fin da ora che, in merito a quelle due esaltanti ore in classe, dedicherò un post a parte)
I ragazzi che vogliono appassionatamente viversi il proprio futuro oggi devono aprire i loro orizzonti, specializzandosi il più possibile, imparando nuove lingue, mantenendo quelle doti spicce, sveglie, veloci e vivaci necessarie per aggredire il difficile contesto globale in cui viviamo oggi e che, con amarezza, si affaccia fuori dall'Italia: me lo hanno confermano loro, i loro occhi, le loro speranze future... non solo lavorative ma legate anche ad una certa qualità della vita. Occhi che vorrebbero avere giustamente un lavoro sicuro e non precario, occhi stanchi di essere continuamente umiliati dalla propria Patria e che anche per questi motivi fantasticano di lavorare in un paese anglosassone (il mito di Londra è immortale e un po' mi viene da ridere...) ma che allo stesso tempo non s'accorgono che le nuove "Londra" si trovano anche per esempio nei deserti del Golfo Persico: Dubai, Abu Ẓaby, Manama, forse un giorno anche la bellissima Mascate, e che snobbano i cambiamenti sociali ed economici che stanno avvenendo in quasi tutta l'America Latina (per quanto riguarda India, Asia orientale e Sud-Est Asiatico il discorso è un po' più avverso... ). Difficile da credere oggi vero? Chissà se il tempo mi darà ragione...
Rimane il fatto che le realtà delle cose, soprattutto quando si tratta di lavoro, masse-migranti, concrete opportunità di sviluppo, non ammettono logiche o poetiche interpretazioni.
I ragazzi che vogliono appassionatamente viversi il proprio futuro oggi devono aprire i loro orizzonti, specializzandosi il più possibile, imparando nuove lingue, mantenendo quelle doti spicce, sveglie, veloci e vivaci necessarie per aggredire il difficile contesto globale in cui viviamo oggi e che, con amarezza, si affaccia fuori dall'Italia: me lo hanno confermano loro, i loro occhi, le loro speranze future... non solo lavorative ma legate anche ad una certa qualità della vita. Occhi che vorrebbero avere giustamente un lavoro sicuro e non precario, occhi stanchi di essere continuamente umiliati dalla propria Patria e che anche per questi motivi fantasticano di lavorare in un paese anglosassone (il mito di Londra è immortale e un po' mi viene da ridere...) ma che allo stesso tempo non s'accorgono che le nuove "Londra" si trovano anche per esempio nei deserti del Golfo Persico: Dubai, Abu Ẓaby, Manama, forse un giorno anche la bellissima Mascate, e che snobbano i cambiamenti sociali ed economici che stanno avvenendo in quasi tutta l'America Latina (per quanto riguarda India, Asia orientale e Sud-Est Asiatico il discorso è un po' più avverso... ). Difficile da credere oggi vero? Chissà se il tempo mi darà ragione...
Rimane il fatto che le realtà delle cose, soprattutto quando si tratta di lavoro, masse-migranti, concrete opportunità di sviluppo, non ammettono logiche o poetiche interpretazioni.
Inutile quindi scomporsi o sbraitare.
Chi deciderà di rimanere lo farà con dignità e la medesima passione di chi sceglierà di andarsene.
L'importante secondo me sarà saper cogliere il maggior numero di opportunità possibili così da poter combattere con tenacia e passione l'ignoranza, l'incapacità, la corruzione, la trascuratezza etica e morale che spesso reprimono e sovrastano l'intelletto umano.
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