Odio i prepotenti. Quelli con le certezze sempre in tasca che, solo perché hanno avuto quella gran botta di culo (immeritata tra
l'altro) di nascere in un paese del Nord del mondo, si credono superiori e
giudicano senza nemmeno soffermarsi un attimo. Mi fa schifo chi manca di
rispetto ai più deboli o chi si pensa un Dio, un immortale, valutando tutto in
modo ricco e materiale.
Betta è entrata due notti fa massacrata di botte dal proprio
ex. Di solito siamo abituati a trovarci di fronte ragazze sconvolte, spaventate
e addoloratissime per l'accaduto. Invece Betta era incazzata nera e con una
terribile voglia di vendetta. E tutti quei lividi, tutti quei ematomi sulle
braccia, sul viso, sulle cosce, ci urlavano che la sua lotta è tutt'altro che
persa. E mentre le medicavo il sopracciglio lacero l'ascoltavo imprecare contro
un nome maschile, contro lo stato, contro Dio, contro tutti.
Fatima invece, mamma di due
bimbi piccoli, poche minuti prima di entrare in sala emergenze si trovava sul
suo balcone a distendere i panni. Qualche goccia è però caduta nel giardino di
sotto provocando l'ira di un uomo che, una volta fatte le scale e suonato il
campanello della sua abitazione, ancora prima che essa aprisse del tutto la
porta, le ha scagliato improvvisamente un pugno in faccia scaraventandola a
terra e facendole perdere i sensi. Per poi abbandonarla, come se nulla fosse successo, esanime e ferita tra i suoi due bambini. La sua colpa? Essere
straniera. Il più grande dei piccoli ha chiamato l'ambulanza e io non
dimenticherò mai il loro tremore una volta arrivato.
L'ingegner Filippo è stato licenziato da una grande ditta di
Milano, così come lui un amico che non vedevo da tempo, mio coetaneo, ritrovato
poche notti fa in ambulatorio e che ha perso da poco il lavoro. Entrambi ci
chiedono perché non riescono più a dormire... Ci raccontano dei loro tormenti e
di tutti quei fantasmi che li ossessionano da giorni. E noi ascoltiamo, mentre offriamo loro qualche goccia di benzodiazepina. Ma l'ebrezza dell'aiuto dura poco: giusto il tempo che ci vuole per ingoiarle ed assaporarne il dolciastro sapore che li
interrompiamo, dovendo andare avanti a visitare gli altri pazienti, o
forse perché siamo consapevoli di risolvere un bel nulla. Anche loro, come tanti altri, viveresisteresistendo.
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