Pochi giorni fa ho rivisto una mia cara amica che mi ha confidato che da qualche settimana trascorre i suoi sabati insieme a persone con disabilità, nel contesto di un'associazione di volontariato.
La cosa mi ha fatto enorme piacere conoscendo bene la sua sensibilità e considerandola molto predisposta a fare questo tipo di volontariato; tuttavia lei stessa, a tratti, si pone (e questo a maggior ragione fa ben comprendere quanto sia intelligente e portata a dedicarsi a loro) tanti interrogativi sul modo migliore con la quale comportarsi con persone disabili o con disabilità intellettiva (non si parla più di ritardo mentale...).
Durante il master in cooperazione internazionale con indirizzo disabilità, ho avuto il grandissimo onore di conoscere il Prof. Urbano Stenta: Oggi Consulente del Ministero Affari Esteri per le Politiche di Disabilità nei Paesi in via di sviluppo. Una persona colta, competente e illuminante che, con la sua simpatia, ricordo che aveva contagiato tutta la classe. Con lui abbiamo discusso delle problematiche (ma anche delle grandi opportunità) che ruotano attorno alla società globale, messa in relazione con le persone disabili.
Oggi, a livello internazionale, manca ancora un'univoca e coerente definizione del concetto di "disabilità" (nonostante l'adozione dell'ICF... ) ma questo non scredita per nulla il grande lavoro (purtroppo per molti versi solamente sulla carta) che, nel corso di questi ultimi decenni, l'ONU ma soprattutto l'Italia hanno svolto per tutelate sempre più le persone con disabilità in tutto il mondo. E, permettetemi di metterlo in risalto, da questo punto di vista sono veramente fiero e orgoglioso di nominare l'Italia a testa alta perché proprio il nostro paese, grazie anche al Professor Stenta (che ha partecipato attivamente e rappresentato la nostra Nazione), è stato protagonista della nascita di quel fantastico documento ufficiale che ogni individuo che si approccia o lavora nell'ambito della disabilità dovrebbe conoscere o aver letto almeno una volta nella vita, vale a dire: La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (50 articoli, indicanti la strada che gli Stati del mondo devono percorrere per garantire i diritti di uguaglianza e di inclusione sociale di tutti i cittadini con disabilità). Un testo importantissimo che vi invito a consultare anche per la bellezza, la cura (Si! Proprio così! La cura nel scegliere le parole giuste - e questo aneddoto ce lo confermò anche il Professore - perché mai come in questi casi le parole sono importanti) e profondità di ogni singola parola presente nei vari articoli.
Del Prof. Stenta ho ben in mente altre considerazioni molto importanti, quali per esempio il fatto che termini comuni come menomazione, disabilità e handicap (di totale approccio medico) sono oggi sostituiti da strutture corporee, attività e partecipazione; lo stesso concetto di menomazione legata alla disabilità cambia: oggi sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come una deviazione o una perdita significativa e, badate bene, cosa molto importante, il fatto che la disabilità oggi considera anche fattori sociali e non più solo quelli organici. Ma il concetto che maggiormente ha contribuito ad aprirmi gli occhi, o meglio, mi ha permesso di "vedere" la questione sotto un altro punto di vista (esercizio illuminante che consiglio di fare nel corso della vita per tanti altri motivi... ) è stato quello di NON considerare la disabilità un problema di un gruppo minoritario all'interno di una comunità, ma un'esperienza che tutti, nell'arco della vita, possono sperimentare.
Ma "bando alle ciance!" lascio che sia il Professore a spiegarvi com'è nata l'importante Convenzione (approvata dall''Assemblea delle Nazioni Unite nel dicembre 2006, retificata nel 2009 dal Parlamento Italiano e nel 2010 dall'Unione Europea) e le sue fondamentali caratteristiche in questa bella intervista scovata in rete e concessa a Radio Radicale nel 2006...
... E in questo video, datato 2012, scovato su YouTube e realizzato dall'Associazione Uniamoci Onlus.
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