Personalmente sto "invecchiando" con due grandi rimpianti. Non avere imparato una lingua straniera e non aver capito prima quanto tempo ho sprecato in "cavolate". A sedici, diciassette, diciotto, vent'anni, ventuno. Il mondo non aspetta. Prima si riconosce le potenzialità che, insieme alle nostre, ci offre, cercando di cogliere quelle migliori (e in questo dovrebbero aiutarci le politiche che si vivono sulla propria pelle...) più velocemente si avrà l'occasione per realizzarsi e cavalcare al meglio l'onda dei momenti. Dove sono le onde? Con un buon bagaglio personale e le politiche giuste sono (o meglio, ci piacerebbe che fossero) anche dove viviamo, da dove stai leggendo questo post, in Bulgaria o in Australia oggi non ha più importanza. Non mi credi?
Hai vent'anni, trent'anni? Quaranta? Un giorno (spero di no) forse anche a te capiterà di rimpiangere le opportunità perse.
Come ho fatto in parte io del resto. Il tempo vola ed è diviso in due: un tempo utile e uno inutile: l'inutile ti aspetterà sempre, l'utile ti sarà sempre più difficile inseguirlo. La verità, che piaccia oppure no, è che per molti siamo già out mentre per "noi" crediamo forse che sia ormai troppo tardi rimettersi in "pista" (sbagliando?!). Chi ha ragione dei due? Nessuno o entrambe non ha molta importanza scoprirlo. Ma di una cosa sono certo. Sia per me che per te avrei voluto una politica e degli esempi migliori, di conseguenza forse più opportunità (difficile comunque sfruttarle se non si investe prima su se stessi). E parlo soprattutto a livello nazionale ovviamente ma anche locale. Perché la politica è come la cooperazione: non occorre andare in Africa per compierla. Ogni giorno, ognuno di noi, può cooperare nel tentativo di salvare un piccolo pezzettino di mondo o scegliere le migliori politiche di sviluppo grazie a se stesso, nel suo quotidiano, nei gesti che contano e che, si spera, diverranno esempi per qualcun altro.
Cosa c'entra la politica direte voi. C'entra eccome se c'entra. E più passa il tempo più mi accorgo come la politica, le politiche, dovrebbe fare da trampolino di lancio per la realizzazione dei propri sogni. E non parlo di quelli corrotti ed individuali di chi la fa (politica) ma collettivi, per un fine comunitario. La politica più bella avrebbe il dovere di offrire alle persone i strumenti migliori per essere competitivi nella vita, nella realizzazione di se stessi, agevolando la scelta di opportunità. Certo, non può fare tutto lei. Molto, anzi moltissimo, dipende da noi. Ma la base di partenza è fondamentale. E' come l'educazione trasmessa da piccoli. Ti rimane dentro a vita.
Imparare dunque una lingua, riconoscere un talento, sfruttarlo... fuori dal proprio orticello (perché no?), aprendosi alle cose, specializzandosi. E se pensate che la politica non c'entri vi sbagliate.
La buona politica ci accompagna (ci dovrebbe accompagnare) ci circonda (ci dovrebbe circondare) ci dona gli esempi da seguire (ci dovrebbe donare gli esempi da seguire). Discorsi troppo azzardati in Italia? Certo che no, basta piangersi addosso. Vogliamo che le cose cambino? Impegniamoci allora o almeno proviamoci. Iscriviamoci ad un partito, ad una associazione, ad un corso qualsiasi e diamoci da fare; puntiamo a cambiare le cose se non ci piacciono, diventiamo antipatici, candidiamoci(!), prendiamo posizioni, informiamoci, combattiamo senza mai dimenticare che il mondo globale (sempre più interconnesso e "vicino" a noi) oggi è ricco di opportunità, di occasioni nonostante le politiche (spesso imbarazzanti) che lo governano (o che lo osservano...).
L'Italia, oggi come oggi, duole un po' scriverlo, il "mondo" lo osserva. Altri Stati lo governano (sul modo in cui lo fanno è sempre più discutibile ma ahimè...) perché i baricentri che lo trainano oggi sono altrove e chi non è ancora pronto ad ammetterlo prima o poi si ricrederà; ma di sicuro c'è anche chi, le opportunità globali, riesce a cavalcare al meglio, offrendole poi ai propri cittadini, grazie a lungimiranti politici (extraterrestri?), rimanendo al passo coi tempi per mezzo di buone politiche da una parte, regole e senso civico dall'altra.
Ci penso a tavola, discutendo con gli amici, a scuola, nei comportamenti quotidiani, nelle discussioni, con il mio impegno nel sociale, informandomi ma anche solamente curando un blog, soffermandomi sulle cose nel tentativo di capirle con la voglia di vedere come gira il mondo... scoprendolo (nel limite delle mie forze magari con un viaggio... ) e senza aver mai creduto a chi me lo raccontava al pub, oppure dopo averlo letto chissà dove.
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