Come non rispondere a Silvia Testa, candidata della Lega Nord alle Elezioni Regionali Emilia Romagna, in merito al concetto di "aiutare queste persone a casa loro sviluppando e investendo..." quando il suo partito, insieme a quelli di sinistra e destra che hanno governato in diversi momenti negli ultimi venti anni, hanno reso impossibile farlo rimanendo sordi agli appelli della società civile, del terzo settore e dei professionisti della cooperazione?
Carissima Silvia Testa, mi chiamo Daniele Tosca e sono un infermiere.
Le scrivo segnalandole che quello che Lei afferma,"aiutare queste persone a casa loro sviluppando e investendo...", manca in primis, di un dato di fatto: la coerenza e l'onestà intellettuale nei confronti dei cittadini in rapporto alla storia politica di questo paese, che io amo, soprattutto per quanto concerne gli ultimi 20 anni (ci siete stati al Governo anche voi mi pare no?). Ora, io capisco che "sotto elezioni" molti politici siano disposti a scrivere o urlare di tutto o quasi per racimolare più voti possibili, capisco anche che, oggi più che mai, la Lega utilizzi messaggi forti e facilmente condivisibili da molti cittadini: la cosa non mi sorprende e sono il primo a rispettare tutto ciò, pur non condividendo. Quello che tuttavia mi sorprende sempre più, da una parte e dell'altra, è l'incredibile, irragionevole capacità di affermare cose della quale si sa poco o nulla, in perfetto stile populista. Le ricordo che il suo partito, o meglio le politiche del suo partito, insieme a quella di tutti gli altri (di destra e sinistra) sono da considerarsi, se proprio vogliamo essere precisi, una delle principali cause correlate alla mancanza di aiuti (come li chiama lei) di queste persone a casa loro.
Ciò che lei definisce "aiutare" in termine tecnico si chiama APS. (Aiuto Pubblico allo Sviluppo) Lei saprà sicuramente meglio di me che il concetto di cooperazione internazionale a livello mondiale si sviluppa a partire del dopoguerra con la creazione dell'Organizzazione delle Nazione Unite ecc. In riferimento però alle azioni che gli Stati, i governi, le istituzioni o i soggetti privati promuovono è più corretto parlare di Aiuto Pubblico allo Sviluppo: una voce di bilancio pubblico e un ambito di politiche agite ben più ampio di ciò che comunemente si intende per cooperazione allo sviluppo o cooperazione internazionale.
Quello che vorrebbe tanto che si verificasse Lei quindi, vale a dire un incremento delle relazioni internazionali (pubbliche o private) intrattenute da un paese con un altro (<<aiutare queste persone a casa loro>>) è definito appunto APS. Le ricordo che nell'APS, i professionisti del settore riconoscono attività che non riguardano unicamente progetti o azioni di solidarietà (assistenzialismo solidale quindi, sia laico che clericale per capirci... ), ma anche quelle concepite per garantire un sostegno allo sviluppo economico del paese cui sono destinate.
Bene, detto ciò, a quanto dovrebbe ammontare l'APS di ogni singolo Stato?
Le Nazioni Unite e le convenzioni internazionali adottate richiederebbero infatti ai 22 paesi membri dell'OCSE o paesi donatori almeno lo 0,7% del PIL.
Tra il 19992 e il 1994 lo stanziamento per l'APS italiano era circa dello 0,34% del PIL (performance alquanto apprezzata a livello internazionale...). In questi ultimi venti anni tuttavia, anche grazia alla vostra governance, gli Aps sono scesi al 0,01-0,05%. Non trova oggi un po' penoso dunque, alla luce dei fatti, porre all'opinione pubblica la sua analisi?
Le colpe sono anche e soprattutto del partito che rappresenta e di tutti quei partiti (compresi quelli di una "pseudo" sinistra) che dell' "aiutare a casa loro" per decenni se ne sono fregati strumentalizzando, chi da una parte, chi dall'altra, la dignità umana di popoli bisognosi unicamente di pace e serenità.
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