In essa ci sono un sacco di cose. Innanzitutto vi sono il coraggio, la costanza e la professionalità dei militari della Marina Militare; vero orgoglio italiano!
Poi c'è un uomo, venuto e scappato da chissà dove e che sogna chissà cosa (serenità come tutti noi?), fino a pochi momenti prima solo e abbrancato ad un bidone galleggiante, disperso in mare.
Ci sono i suoi occhi, che guardano in alto, con tutta la paura rimasta per dar piglio al destino e quelle mani, che stringono la fune così forte... così forte... da ferirle pur di aggrapparsi alla vita.
Si perché giù in basso c'è la morte. Su in alto la vita.
Ma nel mezzo potevo esserci io... aggrappato a quella fune.
Potevo esserci io quel giorno, quando ho deciso di partire, quando sognavo una vita migliore, in un posto migliore.
Ricordo che abbracciai i miei affetti e che guardai per l'ultima volta la mia casa. Mi affidai a persone sconosciute, con loro attraversai posti caotici e disgraziati. Non mi lavai per giorni.
Spesso appoggiavo la testa a qualcosa, qualsiasi cosa, pur di chiudere gli occhi.
Per decine e decine di volte lungo quel faticosissimo viaggio, ho chiuso gli occhi, immaginando di essere appoggiato alla spalla di mia moglie o di mia figlia o della mia fidanzata. Poi, quando arrivava l'ora di andare, li riaprivo ed in me cresceva un vuoto, profonda tristezza.
E di di colpo... mi ritrovai in mare aperto.
Chissà come, chissà perché. Non avrebbe dovuto finire così, eppure c'ho messo tutto me stesso, tutta la forza che avevo... tutti i risparmi che avevo. Qualcosa però doveva essere andato storto.
Morivo così, solo, senza che nessuno sapesse.
Nel trambusto generale ho poi visto un bidone blu, poco distante da me che galleggiava. Respiravo male, sentivo tutto il vuoto e il peso dell'oceano; avevo una grande paura ma sono riuscito ad afferrarlo aggrappandomi ad esso. Ho fatto un respiro grande, l'ho stretto forte forte...come se fosse la cosa più cara che avessi. L' abbracciai.
Galleggiavamo, spinti dalla corrente.
Attorno a noi il nulla.
-Sono-vivo-o-morto?-
Sono vivo.
-Sono-vivo-o-morto?-
Iniziai a chiedermi sempre più spesso.
Sono vivo... almeno credo.
-Sono-vivo-o-morto?-.
Son...
Finché, sfinito, appoggiai la testa sul bidone blu. E chiusi gli occhi.
Com'era caldo... odorava di plastica calda bagnata...
Non avevo più forze.
Pensai, per l'ultima volta, a ciò che avevo abbandonato; ero affranto dal dolore e iniziai a piangere.
Il futuro non mi interessava più.
Poi, improvvisamente, un rumore rombante, assordante e un fortissimo vento; le pale di un elicottero.
Una fune.
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