Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

06 settembre 2016

Salento - Pedalare tra mito e leggende


Dai miti più romantici a quelli più struggenti, dai racconti più insoliti a quelli intrisi di magia e mistero, durante il mio cicloviaggio ho incontrato baroni, pirati, ricchi signorotti, bambine diventate principesse e innamorati perduti.. non volevo credere a ciò che vedevo ma l'ho vissuto sulla mia pelle quindi vi assicuro che tutto ciò che vi sto per raccontare mi è successo davvero!

Chissà.. sarò stato forse troppo stanco o disidratato fatto sta che certi incontri me li ricorderò per sempre...
Un pomeriggio, completamente offuscato dal caldo, stanchissimo ed abbattuto, decisi di virare con Teresina a destra, abbandonando la strada principale, e scesi per una strada nascosta, circondata da ulivi affacciati alle rocce e al mare, ritrovandomi alle porte di una grotta. Da qui potevo ammirare la scogliera con cui il Salento si tuffava nelle acque di fronte ai Balcani, visibili all’alba.

Per ripararmi dal sole decisi di entrare all'interno della grotta quando vidi sopra la mia testa delle strane cose, sembravano stracci. Mi accorsi che la grotta era composta da decine e decine di vestiti pietrificati.. ma proprio in quel momento davanti a me incredibilmente apparve una fanciulla.


Essa mi raccontò che, un giorno, una fata le regalò un bellissimo vestito. Mi disse che non aveva mai avuto vestiti belli, che non aveva mai ricevuto regali e che la sua infanzia fu molto triste perché il padre, il barone Castro, un ricco signorotto tanto ricco quanto avaro, era molto cattivo con lei e che non le voleva bene. Non spendeva mai soldi per vestiti, regali e libri, perché era convinto che si potesse benissimo vivere da ignoranti e ricoperti di stracci.

La bambina mi disse che era
triste e cupa ma che la fata, regalandole quel vestito, la rese tanto felice e che dopo averlo indossato, tutti gli stracci che possedeva finirono in questa grotta pietrificandosi. Mi disse che gli stracci in Salento vengono chiamati zinzuli ed io, da buon cicloesploratore, felice ed emozionato capii subito che mi trovavo all'interno della Grotta della Zinzulusa, la grotta degli zinzuli!

Rimasi esterrefatto ma curioso le chiesi che fine aveva fatto il padre. Mi rispose che venne relegato dalla fata all'interno della medesima grotta e fatto sprofondare nel suolo calcareo. La conseguenza del sortiligio fu l’emissione dal sottosuolo di acque infernali che oggi formano il laghetto Cocito, abitato da specie di crostacei resi ciechi dopo aver assistito al prodigio.

La bambina poi mi prese per mano e mi spronò a partire per Torre Pali: "Laggiù" mi disse "Apollo Dio della medicina, della musica e della profezia, un tempo fu affascinato dalla sovraumana bellezza di una donna, e se ne innamorò."

Poi prosegui.. "Conosci Cassandra?"

Le risposi di -no- ma che il vento un giorno mi sussurrò di lei.

Apollo per conquistarla, le donò la dote profetica, ma, una volta ricevuto il suo dono, Cassandra rifiutò di concedersi a lui: adirato, Apollo le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.

"Daniele" continuò "Tu sei un abile cicloesploratore. Gli Dei saranno clementi con te e ti lasceranno libero accesso al mito. Pedala lungo la litoranea, raggiungi Torre Pali e scruta l'isola della Fanciulla davanti a sé ma stai molto attento ai Pirati!"


Dovevo trovare Cassandra... gonfiai le gomme a Teresina, salutai la fanciulla e decisi di ripartire il giorno seguente, carico di spirito e riposato.

Durante il viaggio, la popolazione locale incontrata, sempre gentile e cortese, più di una volta cercò di persuadermi nel non avvicinarmi all'isola della Fanciulla perché presa di mira dai pirati più volte. Mi parlarono del corsaro Dragut, e di un giovane spietato conquistatore conosciuto in tutta la Grecia e l’Asia Minore. Egli ovunque andasse era rispettato e temuto. La sua fama era quella di un bruto, di un violento, che uccideva ormai per abitudine più che per necessità.

La sua spada, unica fedele compagna di vita, aveva trapassato numerosi corpi impregnansosi del sangue di coloro che nella mente del loro assassino avevano un volto, una storia, ma non un nome che valesse la pena ricordare.

Giunto a Torre Pali i miei occhi videro solo saccheggio, fuoco e dolore. Era sbarcato poco prima il corsaro Dragut. Inascoltata ed appoggiata ad una roccia scrutai Cassandra che piangeva e che mi raccontò di un terribile fatto: mi disse che quando i corsari ripresero la strada del ritorno, dopo il macello, per raggiungere le loro imbarcazioni ormeggiate e custodite al largo della costa salentina, durante questo tragitto sorpresero, alle prime luci dell'alba una famiglia. I pirati fecero razzia di agnelli, ferirono l'anziano ammazzaro e la moglie e rapirono la loro unica figlia.

Ben presto la giovane capì le intenzioni di quel branco di pirati.

Arrivata nell'ansa di "S. Antonio", trascinarono la rapita verso la scialuppa ancorata presso l'isolotto ad un centinaio di metri dalla battigia. in questo istante, la ragazza, vedendo al largo le galere dei corsari che si apprestavano a spiegare le vele, cominciò a urlare disperandosi solo al pensiero di vedersi schiava per tutta la vita in una terra lontana!

Dimenandosi agilmente sfuggì ai suoi rapitori, ma la sua fuga durò ben pochi metri, i suoi aggressori infatti la riacciuffarono e per punirla della sua indomita resistenza ne abusarono tanto che la povera giovane ormai stremata, giaceva, rassegnata alla sua morte.

Le galere dei pirati erano già pronte per salpare, diverse scialuppe cariche di pirati con l'ingente bottino razziato nei nostri paesi, si accostavano man mano lungo le fiancate delle navi, quando il feroce Dracut, informato dai suoi commilitoni della resistenza della giovane rapita, volle egli stesso interrogarla.

Aprendosi un varco nel capannello dei manigoldi stretti intorno alla ragazza gli chiese: "Rinneghi tu la fede cristiana, o morirai di morte atroce!" con voce esile, la giovane rispose: "Scelgo piuttosto di morire, anziché abbandonare la mia fede e la mia gente!"

Allora Dracut, accecato dall'ira, comandò che la giovane sotto i suoi occhi, fosse passata a fil di spada, lasciando poi il corpo della sventurata nel medesimo luogo, l'isola, per essere divorato dagli uccelli e dai granchi...

Alla sua morte non ci fu alcun pietoso ufficio funebre mi disse Cassandra, ma il Signore ebbe misericordia dei resti mortali di questa giovane destinata a rimanere esposta alle intemperie giorno e notte: levatosi un forte vento, coprì con la minuta sabbia quasi tutto il corpo inerme...

Aspettammo sette giorni. il corpo con gli occhi rivolti al cielo e con il sorriso sul volto fu poi trovato dai pescatori locali, che le diedero finalmente cristiana sepoltura.

Si racconta, tra i pescatori più anziani, che nelle giornate di bonaccia, all'albeggiare del nuovo giorno, quando una leggera nebbia copre la piccola isola si può intravedere una minuta figura di giovinetta che vaga inquieta per la riva assassinata perché fedele alla sua cristianità...

Una mattina, all'alba, la incontrai.

"Sai..." prese parola "anche io un giorno sono stata felice".

Rimasi sorpreso.

"Ma la dea Venere s'intromise nella mia storia d'amore e finì tutto. Un giorno m'innamorai perdutamente di un giovane spietato conquistatore conosciuto in tutta la Grecia e l’Asia Minore. Esso si pentii onestamente dei suoi peccati, del suo sangue sparso in giro, di tutto l'odio generato e partì con la sua nave finendo fino a qui. Ma gli dei dell’Olimpo non lo perdonarono: troppo il sangue versato ad innaffiare terre aride e povere. Troppe furono le lacrime che giunsero all’orecchio della dea Venere, che straziata dal dolore di numerosi lutti giovanili promise a se stessa che non avrebbe mai permesso che un uomo così crudele potesse condurre un’esistenza serena. Avrebbe dovuto convivere eternamente con la ricerca della felicità, senza mai poterla veramente toccare con mano. E così, ogni volta che desideravamo vederci, una fitta nebbia ce lo avrebbe impedito. Ogni volta che desideravamo abbracciarci, un forte vento ce lo avrebbe impedito.. E così fù."

Senza quasi un briciolo di voce, presi coraggio e le chiesi:

"Dove ti piange, oggi, questo cavaliere?"

Alzò gli occhi in lacrime:

"Non lo so".

Montai in sella. Gonfiai le gomme a Teresina, salutai Cassandra e i pescatori di Torre Pali.
Promisi alla fanciulla che avrei scovato il cavaliere pentito.
Ero pronto a sfidare Venere e tutti gli Dei.

Risalii la litoranea, percorsi una strada piena di angoli panoramici, dalle scogliere alte nei pressi di Leuca a spiagge sabbiose immerse nella macchia mediterranea. Al tramonto, se le condizioni meteo lo permettevano, mi era possibile ammirare all’orizzonte perfino il profilo della Sila.

Una volta preso il mare una corrente mi condusse su un isolotto, non molto distante da dove ero partito. Approdai. Ciò che mi si presentò allo sguardo non poteva essere descritto a parole. Ogni vocabolo, ogni frase, non sarebbe stata in grado di comunicare le bellezza di quel creato. La sensazione che provai fu la stessa di quando decisi di partire.
Era quello il luogo.

Lì scrutai un piccolo mausoleo.
Lì incontrai il giovane cavaliere.

Lì avrebbe fondato una città. La chiamò Kallí Pólis, la città bella.

Ero arrivato a Gallipoli.


Questo mio racconto è basato su tre leggende che mi avevano particolarmente colpito durante il mio viaggio e che potete trovare a questi link.


Kallí Pólis, la leggenda della città bella

- Per leggere altri racconti relativi al mio giro del Salento in bicicletta clicca questo LINK -

Nessun commento:

CHIAVI DI ACCESSO AGLI ARTICOLI

"Cosa penso in merito a..." 33anni33poesie Addis Africa Alagoas Album AmbAdM America Latina Amici Apuane Arbëreshë arte Artisti artists bag Berlino BettyBlue BIKE bike-messenger blog Blues Blues Trigger borghi Bosco Tosca brand Brasil Brasile brooks Calcio camper casetta Castel San Giovanni Chi sono / Cos'è viveresisteresistendo Christiania Cibo Cibo/Culture Ciclabili Cicloesplorazioni CicloFaggioSanFrancesco Cicloturismo Cinelli Città collinePiacentine Commissione Pastorale della Terra Contatti Cooperazione Copenhagen Covid2020 Cultura Danimarca danmark Delta Po Disabilità DollyDagger Dolore/Culture electricbass Eme/Urg/118 Emilia Romagna Enkutatash Escursioni esplorazioni Etiopia Europa eutanasia Evasioni Eventi ExpoMilano2015 Fatima Health Center Festival Film Filosofia fiume PO focus Formazione/Corsi france franchigena Francia frejus Friburgo Germania GiroBikeGarda GiroSalentoBicicletta HarleyDavidson helmets Idroponica illustrations Incontri Infermieristica info Inghilterra internet Intervista Irlanda IrlandaBici Islam Italia italy Kenya Kiva KockaMowMow's kwashiorkor laghi laGrandeStoria laSpritz Lecce Leininger libri life Liguria link London malnutrizione mare Maternage Migranti Milano Mitologia miXilinX Morte/Culture Mostre/Musei Moto MotoEsplorazioni mountainBike MTB music Musica myBand MyMusic Nairobi neve Nursing transculturale nutcase Olmo oltrepòPavese opinio OpinioGlobale OpinioLocale orfanotrofio Otranto ParigiLondrainBici Paris pensieri infermieri personal-fundraising Piacenza Pievetta Plumpynut Poesie PoliticaLocale provenza Pubblica Assistenza Puglia Racconti radici Rassegna Video Religioni Riflessioni Rift Valley RingOfKerryinBici Romaria Salento SANGA Scuole Sem Terra Sicilia specialized Spritz Storia del blog streetArt Strumentazione strutture Sud del Mondo Sudan Teatro Teresina TerziTempi Toscana Transculturale Trappole Transculturali trip umbria urban utility Vaude Veneto viaggi video VideoBike vintage viveresisteresistendo VLOG Volontariato WHO wild Zoom