Ieri (06/11/09) sul quotidiano locale della nostra provincia (Libertà di Piacenza), è stata pubblicata una lettera dell' Assessore (lega nord) alla Pubblica Istruzione del mio Comune.
La lettera in poche parole, molto ipocrita a mio parere, cavalca l'onda del clamore scatenato dal popolo tradizional-popolare e clericale criticando duramente la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo inerente all'affissione dei crocifissi, usando come pretesto, proprio il famigerato crocifisso (quanti pacifici ed impolverati crocifissi sono stati usati a loro discapito).
La lettera in poche parole, molto ipocrita a mio parere, cavalca l'onda del clamore scatenato dal popolo tradizional-popolare e clericale criticando duramente la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo inerente all'affissione dei crocifissi, usando come pretesto, proprio il famigerato crocifisso (quanti pacifici ed impolverati crocifissi sono stati usati a loro discapito).
Oggi (07/11/09) lo stesso giornale pubblica la risposta di un semplice cittadino stanco dell'ipocrisia e del razzismo che lo circonda.
Egregio Direttore, abito a Castelsangiovanni ho 26 anni.
Le scrivo in merito alla lettera scritta ed inviatale dall' Assessore alla Pubblica istruzione del nostro Comune.
Assessore leghista che, premetto, fortunatamente non mi rappresenta.
Volevo rispondere se me lo permette in quanto non mi trovo assolutamente d'accordo riguardo le sue affermazioni in merito al crocifisso.
L'Assessore parla di regole imposte contro la nostra storia e la nostra cultura, ma non è assolutamente così.
La sentenza non nega affatto la vitalità di una tradizione culturale e di certo non viene assolutamente toccato il diritto fondamentale dei credenti.
Non impone alle istituzioni di levare il crocifisso ai luoghi pubblici. E' invece una decisione intelligente e chiara che fa leva e si riserva il diritto di difendere la Libertà individuale di un qualsiasi cittadino secondo le proprie convinzioni religiose. Ecco perché se solo un individuo manifestasse la volontà di non vedere il crocifisso appeso al muro, andrebbe tolto.
L' Assessore accenna ai diritti ed ai valori.
Che coraggio...
Quali diritti? Quali valori? Se lo stesso partito che rappresenta, urla sbraitando e fissa ai muri slogan del tipo “Immigrati clandestini torturali è legittima difesa” oppure, riferendosi ai Nativi americani o indiani d'America “loro hanno subito l'invasione, ora vivono nelle riserve, pensaci” associando il loro destino, al nostro, secondo loro in balia di un fatale invasore immigratorio musulmano (senza considerare che, prima di tutto, il governo non ha fermato nessuna invasione, come invece vorrebbe far credere, in particolare quella da mare. I migranti irregolari arrivano quasi tutti per altre strade. E in secondo luogo arrivano principalmente perché sono richiesti e impiegati senza apprezzabili interventi di contrasto da parte delle istituzioni dello Stato.)
Mi indigno io a sentire parlare l'Assessore Stragliati di “nostra storia” (ma non volevate dividere l' Italia? Roma ladrona?), “nostra cultura” (e le altre? valgono meno?). Ricordo, al nostro Assessore, un semplice esempio verificatosi in terra leghista. E' lecito che un sindaco decida di rimuovere dalla biblioteca la targa dedicata alla memoria di Peppino Impastato, ucciso a Cinisi da Cosa Nostra nella notte, tra l’8 e il 9 maggio del 1978? Non credo proprio. La motivazione? È preferibile onorare la memoria di personaggi locali, cioè di lumbard doc, anziché fare tutta questa pubblicità a dei terroni. Ciò non significa imporre alla collettività un cambiamento radicale ed assurdo? L'Assessore in questo caso non si indigna immagino.
Non credo che tale azione rappresenti in ogni caso, la nostra storia.
Questa è un piccolo esempio dei vostri valori, delle vostre azioni a favore della tradizione popolare, della vostra cultura e del vostro impegno alla cultura storica per l'Italia e poco importa, se si tratta di uomini, che hanno consegnato al Paese, il vero senso della vita, e del “come”, vada vissuta, per essere una vita che si fa esempio.
Da un punto di vista pedagogico poi, è senz'altro vero che, il crocifisso, non ha alcuna influenza negativa sull'educazione e l'istruzione degli studenti. E se fosse tolto? L'avrebbe? Quanti terroristi, sciocchi, somari, zoticoni le nostre scuole coltiverebbero? Al solo pensiero un brivido mi percorre la schiena.
Il nostro Stato, la nostra Costituzione (che tra l'altro non dice nulla sul crocifisso, che non è previsto da alcuna legge), la nostra Laicità sono sinonimi di apertura, neutralità, rispetto, sinonimi di tolleranza, rifiuto di sfruttamento, no alle guerre, di lotta alla violazione dei diritti umani ed alla sopraffazione dei più deboli, di solidarietà.
Sono queste, per me, le parole che compongono la mia coscienza civile, la mia idea di Stato “moderno ed occidentale”, la mia più bella Libertà e con essa la mia parte di Laicità. Senza dimenticare e tradire per questo la mia religiosità ed il mio credo.
Non mi stupisce perciò pensare che il pensiero leghista del nostro Assessore sia ben lontano da tali concetti. O almeno penso. Ma non credo di sbagliarmi poi troppo.
E non serve molto a scovarlo ed a capirlo, quando ci si nasconde dietro ad un pacifico ed impolverato crocifisso.
Daniele Tosca, Infermiere.
3 commenti:
VAI SUL SITO DI MICROMEGA, C'EÈ UN'INTERA SEZIONE DEDICATA AL TEMA.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/
Ciao, Gianni
Daniele ti stimo e condivido ogni parola di quello che hai scritto!
Grazie Greta, un abbraccio.
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