Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

03 febbraio 2010

la scimmietta contenta a pile

Quanto costa la dignità di un uomo?
Un euro? Due?

Forse ancora meno in un qualsiasi pub delle nostre città per quelle persone che spesso ci "disturbano" tra una birra e l'altra, nel tentativo di venderci un portachiavi, un giocattolo luminoso, una rosa, una scimmietta contenta a pile..

Mi è capitato l'altra sera, ero in compagnia di amici, mangiavamo messicano.

Entrò un signore, sulla cinquantina, di colore, forse senegalese, alto, robusto, protetto da un piumino color marrone, indossava una spessa cuffia, una scialba sciarpa, pantaloni di flanella anch'essi marroni, scarpe nere mal ridotte. Infreddolito, la faccia gonfia gli occhi rossi e luccicanti di tristezza o di chissà cosa, le mani nude, le dita spesse reggevano una scimmietta pelosa grossa quanto una normale bambola, contenta a pile.

Il signore percorreva il poco spazio all'interno del locale, quasi fosse un fantasma, tra un tavolo e l'altro, nel tentativo di riuscire a vendere quella scimmietta. Essa cantava, muoveva allegramente la bocca emettava suoni ridicoli ed era molto goffa.

Lo guardai per tutta l'impresa, osservato dagli occhi dei ragazzini e della gente allegramente seduta intorno ai loro tavoli ricchi di cibo, che riflettevano tutti noi. Entrai per un attimo in stand-by, mi allontanai dal mio tavolo con la mente, volevo capire per raccontare.

Gli sguardi infuocati d'indiffrenza della gente, a turno, si trasformarono nella mia immaginazione in freccie infuocate lanciate sul più cattivo dei nemici: Lo straniero. Ferito dall'indifferenza, con il piumino in fiamme, barcollava ma resisteva, abituato a mille battaglie, con l'animo sfregiato da troppi insulti, da troppe umiliazioni. Interperrito proseguiva l'eroico cammino tra i tavoli; Sapevo che in quel posto non ci sarebbe voluto essere. 

Sapevo che avrebbe preferito diventare un fantasma, diventare invisibile, o essere a casa, con la sua famiglia, davanti al caminetto, pensare al domani, presentarsi come tutti i giorni al lavoro, ritornare a casa sereno, vivere un quotidiano tranquillo. Invece si ritrovava a cinquant'anni con una scimmietta pelosa in mano, in uno sconosciuto pub di provincia nel tentativo di racimulare quelche soldo, sperando nella bontà di qualche ragazzino, di qualcuno.

Se l'avesse visto sua moglie, se l'avessero visto i suoi figli? Pensai..

Se fossi stato io al suo posto?

Ed invece, io, ero dalla parte opposta. Dalla parte fortunata. In fondo, aspettavo solo delle Enchiladas, piatto simile ai nostri cannelloni di carne. Altro che fortunato, ero un Re.

Il signore arrivò dinanzi ad un tavolo. Formato da quattro ragazzini, il più grande avrà avuto diciassette, diciotto anni. Lo capii dalle urla animalesche che emettevano, dalle risate, dai pochi peli sul loro viso, dai brufoli e dai quintali di gell che stagnava sui loro capelli duri come colonne di marmo che reggevano ciuffi altissimi ed indistruttibili.

Lo capii dalla maleducazione, caratteristica intoccabile dei nostri teneger "..e ma sono giovani!

"Lasciamoli fare.." si sente spesso dire..

Il più figo di essi, quando si ritrovò davanti il negro gli scoppiò a ridere in faccia.
E' giovane.

L'uomo, senza parlare, alzò timidamente il braccio che teneva la scimmietta contenta a pile, apatico e indifeso, abituato a scene che lo ridicolizzavano, rassegnato si sentì pronto, anche stavolta, ad essere umiliato. Cosa che immancabilmente avvenne quando, dinanzi alla vista della scimmietta contenta a pile, i ragazzi iniziarono a ridere come pazzi, imitandola, tendando, tra un urlo e l'altro, di convincere il negro a regalargliela.. 

L'uomo lì guardò e con un filo triste di voce rispose: <<No sette euro mhh>>. 

<<Sette euro?!?! Vuoi spennarci?!? Un euro! Un euro magari si...>> risposero i bulletti in coro ridendo...

<<No cinque euro almeno>> Provò la miseria del signore ad andargli incontro.. 

A quel punto l'uomo rimase in attesa per qualche minuto, avrebbe accettato anche di vendergliela per un euro, ma l'indifferenza dei ragazzi si fece così devastante e spaventosa che d'un tratto non lo consideravano più.

L'indifferenza si era trasformata in qualcosa che non esiste.

L'uomo divenne davvero nessuno, il gioco al ribasso per i bulletti era durato fin troppo tempo, si erano divertiti abbastanza, per loro, il gioco, era finito.

Fu allora che l'uomo cercò pietosamente di farsi materia, di fargli capire che quell'euro l'avrebbe accettato! Rimase fermo lì, per un tempo interminabile, rimase immobile, ogni tanto si guardava in giro con in mano la scimmietta che nel frattempo continuava in modo goffo a muoversi ed a fare versi imbarazzanti, provai una pena, umanamente per me, inaccettabile, incomprensibile. Incredibilmente, nel frattempo, i ragazzini avevano cambiato totalmente discorso, parlavano di Mourinho, delle imprese dell'Inter, tra un tacos farcito di carne e formaggio e l'altro, tra un sorso di Sol brava e l'altro, ridevano e urlavano ad alta voce come se l'uomo fosse sparito dai loro occhi da un pezzo, eppure l'uomo era ancora lì, nella speranzosa attesa di accettare quell'euro, che non sarebbe mai arrivato.

<<Dani ehi Dani non mangi? A cosa pensi? Guarda che le enchiladas si raffreddano>>

Mi richiamò Giorgia.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai descritto una scena sulla quale rifletto spesso anche io! Quello che mi colpisce di più è proprio quando la gente tenta di farsi regalare gli oggetti oppure di tirare il prezzo..
ed il loro sguardo quando se ne vanno..un sorriso rassegnato..

LUCY ha detto...

all'età di 16 anni...mi capitava spesso di prendere il pullman che da castello mi portava a borgonovo e viceversa...una sera come tante, dopo vari minuti d'attesa, iniziava a circolare la voce che il pullman non sarebbe arrivato causa sciopero...era passato da pochi giorni il mio compleanno, avevo ricevuto in regalo un cellulare, ci avrò messo 10 secondi a comporre il numero di casa per avvertire mia madre del problema..nel frattempo mi si avvicinò un ragazzo di colore che con accento francese mi chiedeva informazioni, lui doveva andare a piacenza ed aveva un aria piuttosto preoccupata...quando dopo pochi minuti arrivò mia madre,pensai per tutto il viaggio a cosa avrei fatto io…cosa avrei fatto in una terra che non è la mia, sola e senza nessuno ? dopo alcuni giorni il tema a scuola era “lo straniero “…descrissi cosa mi era accaduto e le mie riflessioni…la prof all’esame di 5 mi accennò di quel tema, disse che quanto avevo scritto su questo argomento le sembrava "strano" per una ragazza così giovane, le erano rimaste impresse in modo positivo.
Adesso i ragazzi di 18 anni pensano solo a chi indossa le scarpe più care e cazzate varie..
Bravo dany..bellissimo post!

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