Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

22 settembre 2010

Prendi il secchio e riempilo d'acqua

Quando ero piccolo, di domenica, i miei genitori mi accompagnavano spesso al mercato tradizionale che fortunatamente resiste e si mantiene da decine di anni nella piazza grande del mio paese. Ricordo che era molto affascinante andarci, nonostante allora non amassi particolarmente il caos, la confusione ed uscire dal mio mondo incantato. Ma era bello vedere la varietà della gente circondare i bancali degli ambulanti, rincorrersi e fermarsi per poi scambiare due parole. Osservare gli anziani che, una volta alla settimana, raggiungevano dalle proprie frazioni il paese e, mentre gli passavi da parte, sentirli commentare ad alta voce i fatti della settimana o insultarsi in dialetto e finirla li.

Uno di questi, uno di loro, di quelli che raggiungevano il mercato del paese una volta alla settimana con i loro mezzi, era mio nonno.

Mio nonno era una persona semplice, di campagna; Onesta ed umile.
Lo chiamavano il "barbis" perchè famoso nel portare dei baffi bianchi sempre ben curati. Dal carattere buono ma anche poco tollerabile alle stravaganze moderne era un fiero Comunista. Di un'onestà Partigiana tipica di allora, odiava tutti i preti e l'unica volta che lo vedevi entrare in chiesa era per il giorno della santa patrona della nostra Frazione, piccolo borgo a pochi metri dal più grande fiume d'Italia, Sant'Agnese (per la quale nutriva una grande stima e devozione essendo stata compagna di tante alluvioni...) e per salutare un'ultima volta, uno dopo l'altro, un amico morto di vecchiaia; Degni compagni della "fame" ai tempi della guerra e di tanti "freddi" incollatesi alle loro pellaccie durante i lunghi anni di lavoro a tagliare le piante nei boschi o riparare strade per il comune (mio nonno infatti, una volta tornato dalla guerra, lavorò per anni nei boschi e come cantoniere).

In chiesa, il giorno di Sant'Agnese, ricordo che ci andavo con mia nonna. All'interno della piccola chiesetta della nostra minuscola frazione la nonna mi trascinava molto avanti, tra le prime panche, dopo avermi vestito come un "ometto". Con la mano sinistra stringeva me, con la mano destra teneva mio fratello gemello.

Mio nonno invece arrivava sempre a messa iniziata.
Una volta entrato, tutti si giravano, sembrava il forestiero arrivato da pochi minuti nella cittadina arida ed ostile del west.
Indossava il suo immancabile cappello Barbisio color grigio. Non si sedeva, restava in piedi davanti al portone cosicchè il prete potesse vederlo bene. A differenza di molti, mio nonno ascoltava quello che diceva il prete (per la sfortuna di quest'ultimo!).

Me ne accorgevo dalle espressioni di mia nonna; La ricordo a fianco a me rumoreggiare e strepitare sottovoce contro il nonno il quale si sentiva brontolare dalle retrovie arrabbiato mentre commentava sarcasticamente l'omelia del prete che, a sua volta, faceva finta di non sentire e lo dimostrava alzando leggermente il tono della voce per non distrarsi troppo o, forse, per cercare di ribadire benevolmente ai peccatori più ostinati presenti in sala la voce dell'Abba!
Incontrare mio nonno al mercato era fantastico. Anche stavolta venivo trascinato frettolosomente da mamma o papà ma capitava spesso di vedere di sfuggita il nonno, salutarlo un secondo, ed andarcene.
Invece di andare a fare la spesa con mia madre o comprare il giornale con mio padre, quanto avrei voluto restare ad ascoltare mio nonno e le sue storie semplici ed arrabbiate! Invece niente, mai una volta che mi lasciavano con lui. Mi arrabbiavo ma non lo dicevo, o, quando lo facevo, mi rispondevano che -il-nonno-è-in-motorino-come-fai-poi-a-tornare-a-casa?
Lui intanto se ne stava sempre vicino al Comune, parlava e gesticolava animatamente nell'angolo con qualche amico di vecchia data.

Ed è a mio nonno che, molto probabilmente, assomigliavo qualche giorno fa quando mi trovavo all'interno del più grande mercato dell'intera Africa: "Il merkato di Addis Abeba".

Famoso in tutto il mondo, nel mercatodi Addis ci si può trovare dai kalashnikov ai cammelli.
Nel mezzo c'è di tutto.
Dai cavi di acciaio, ai lucchetti, ai giocattoli, alle pecore. Dalle piante di mangho alle ruote di pulman, dalla più colorata frutta alle piastre per cucinare l'injera, dal kitfo, al berbere.
Se esiste un posto dove poter essere poi derubati in tutta l'Etiopia, questo posto è appunto il "merkato di Addis" ed è per questo motivo che dopo aver ben nascosto la reflex in macchina, mi sono introdotto all'interno del "merkato" con il solo cellulare che mi servirà poi a scattare,  riuscendoci con molto coraggio, alcune foto.


La gente è ammassata e circondata da piccole bancarelle fatte a casette in lamiera una stretta all'altra. Il commercio è vivo e tutti sono di fretta. Alcuni ragazzi trasportano chili e chili di materiale sulla propria testa dimostrando un grande equilibrio ed una grande forza, è incredibile!


Altri sono ai cigli delle strade pronti a lucidarti le scarpe (..mi chiedo a che fine se, una volta fatto, bastano tre passi per poi ritrovartele come prima..!) altri ancora sono agli angoli a non fare nulla o a masticare il famoso chat, foglie o rametti derivati da una pianta locale ad effetto stimolante la cui masticazione può occupare diverse ore della giornata e dare una certa euforia e dipendenza, rilassandoti, togliendoti la fatica ed aiutandoti a socializzare. Insomma una droga, ma, nonostante questo piccolo particolare, è legale ed ha un importante ruolo in ambito sociale.

Degli abilissimi anziani poi, compongono e puliscono accuratamente la propria macchina per cucire marchiata Singer (proprio come quelle delle nonne di una volta! Ben poche le usano ancora da noi..) riparando per pochi birr qualche buco di felpe o pantaloni in pochi minuti , trasformandosi in piccoli e utilissimi negozietti a cielo aperto.


Ma la cosa più scioccante, a mio avviso, del merkato di Addis è tutt'altro.
E' l'incredibile percentuale di mendicanti, disabili presenti. L'incredibile spaventosa concentrazione di tutte le più famose e misere disabilità che un umano possa sopportare; Parlo di osteomielite, poliomielite, idrocefalo, piede toro, labbro e palato leporino, ginochio valgo...esse si trovano tutte qui appunto, al "Merkato" di Addis Abeba.

Ed è per questo che gesticolavo, ricordandomi il mio caro nonno comunista. Stavo parlando di questa povera gente con alcuni miei amici mentre aspettavamo il materiale (quaderni, biro, carta ed altro per i bambini delle scuole...) comprato pochi minuti prima davanti ad un negozietto di cancelleria all'interno del grande mercato, facendo ben presto da calamita per tutti i più svariati mendicanti e rimanendone scioccato.
Molte sono donne, ma ci sono tanti ragazzi e bambini. All'interno di questo incredibile posto, essi si nascondono con le loro deformità e malattie (nel "nord del mondo" da tempo debellate) da quella fiorente e nuova global-metropoli da poco conquistata, Addis Abeba appunto.

Basta un bianco per attirarli come mosche o come zombie. Non fraintendetemi è che uso questi termini per farvi meglio comprendere la reale miseria dei fatti. Per mettervi al corrente dell'esistenza di persone che, senza più una minima dignità, mendicano strisciando in balia del vento e della disperazione.

E' infatti sulla polvere, sulla fanghiglia e sporcizia che queste persone letteralmente strisciano. Io, con i miei occhi, ho visto ben quattro ragazze avvicinarsi a me strisciando, lentamente, alla ricerca disperata di pochi Birr. Di queste persone nessun turista vi racconterà, nessuna guida ne scriverà, eppure esistono.

Dovete sapere che sono persone che hanno le gambe o il midollo osseo distrutti dalla poliomielite o dall'osteomielite (basterebbe un antibiotico) che si trascinano con la forza delle braccia sulle strade fangose ed impolverate. Le gambe sono anchilosate, magrissime e deformate. Sotto i fianchi ed il sacro queste persone posizionano delle piastre di gomma o di cuoio flessibili affinchè il bacino non faccia attrito con il terreno e per non rovinarsi le mani stringono ad esse delle suole di scarpe rotte o ciabatte rovinate. Altre persone sono così deformate che si trascianano "a quattro zampe". Ti si avvicinano lentamente, come larve, come zombie appunto. Non sono semplici mendicanti o poveri della quale l'intera capitale ne è piena zeppa. E' tutt'altro. E' qualcosa di nauseante e spaventoso.

Fonte Internet. I danni della poliomielite.

Nel Sud del mondo la disabilità conduce inesorabilmente all'esclusione e alla discriminazione sociale ed economica e riduce, se non addirittura nega, l'accesso alla formazione scolastica e al lavoro. Le persone disabili entrano in un circolo vizioso che le porta a essere tra le più povere dei poveri. A soffrire in modo particolare per le conseguenze sociali dell'handicap sono soprattutto le donne, gli anziani e i bambini. Le prime subiscono una doppia discriminazione (sono donne e sono disabili), correndo spesso il rischio di essere vittime di abusi sessuali. I bambini disabili poi, sono considerati socialmente inutili e sono respinti dalla stessa famiglia d'origine. La mancanza di infrastrutture in grado di offrire servizi adeguati alle esigenze delle persone disabili, il numero esiguo di personale specializzato e la scarsità di fondi destinati all'assistenza ai disabili, privano questi ultimi di qualsiasi occasione di integrazione sociale.

Ma a due passi dal Merkato di Addis c'è lo Sheraton mentre a Khartoum, città con due milioni di profughi che vivono nel buio più profondo, adagiato tra il Nilo, l'ambasciata americana e la superstrada che corre verso il Mar Rosso, il campo profughi di Soba e il deserto, è oramai funzionante il nuovo green, il nuovissimo, l'unico, campo da golf della capitale Sudanese illuminato a giorno! (Incredulo, l'ho visto con i miei occhi pochi giorni fa. E' stato costruito da un ricco sudanese stanco di volare tutte le settimane a Dubai per giocare!).

Due chiari esempi che permettono bene di capire la tragica complessità delle disuguagliaze, della distanza che si è creata fra i ricchi e i poveri, di un mondo strozzato da un economia globale senza più scrupoli e della totale mancanza di consapevolezza nell'agire per gli ultimi da parte di "chi sta meglio".

Ed invece le persone che stanno "più" peggio di chi normalmente sta già di per sè peggio si trovano qua, all'interno del "Merkato", nascoste a tutti, per non dare fastidio. Miseramente malate per conto di malattie ormai estinte nel Nord del mondo ed abbandonate a se stesse.  Sono rimasto davvero sconvolto parlandone con Suor Sandra, presente da più di vent'anni in Etiopia, e sapere che non esiste nessuna ONG, nessuna associazione governativa e non (che sappia lei) che si prenda in carico tali persone. Ma com'è possibile?

Ed allora mi son rivisto all'interno delle chiese di tutte le religioni possibili, ricche e solidali, benevole con i più bisognosi (davvero gli ultimi?), in piedi, spaesato e senza parole, di fronte al prete di turno che ci racconta la sua omelia, di fronte alla mia coscienza, mi son rivisto brontolare arrabbiandomi miseramente.

E  del "merkato" di Addis Abeba, di questo sporco, fondamentale, incoerente e misero posto, ricorderò di certo il caos, i suoi peccati, i suoi santi e diavoli, le sue casette riempite fino all'inverosimile di cianfrusaglie, i suoi odori, i colori, le sue paure e, nelle sue viscere, i suoi mutanti nascosti e dimenticati dal progresso e dalla caritatevole civiltà umana; Uomini bianchi e neri, cristiani, induisti o musulmani, con i portafogli gonfi e con le loro pance piene di injera spaparanzate al sole, fissi a guardare il cielo azzurro di Addis, supini su di un comodo lettino posizionato nel giardinetto verdissimo e ben tagliato a lato della piscina dello Sheraton, a poche centinaia di metri da dove mi trovavo io.

Nessun commento:

CHIAVI DI ACCESSO AGLI ARTICOLI

"Cosa penso in merito a..." 33anni33poesie Addis Africa Alagoas Album AmbAdM America Latina Amici Apuane Arbëreshë arte Artisti artists bag Berlino BettyBlue BIKE bike-messenger blog Blues Blues Trigger borghi Bosco Tosca brand Brasil Brasile brooks Calcio camper casetta Castel San Giovanni Chi sono / Cos'è viveresisteresistendo Christiania Cibo Cibo/Culture Ciclabili Cicloesplorazioni CicloFaggioSanFrancesco Cicloturismo Cinelli Città collinePiacentine Commissione Pastorale della Terra Contatti Cooperazione Copenhagen Covid2020 Cultura Danimarca danmark Delta Po Disabilità DollyDagger Dolore/Culture electricbass Eme/Urg/118 Emilia Romagna Enkutatash Escursioni esplorazioni Etiopia Europa eutanasia Evasioni Eventi ExpoMilano2015 Fatima Health Center Festival Film Filosofia fiume PO focus Formazione/Corsi france franchigena Francia frejus Friburgo Germania GiroBikeGarda GiroSalentoBicicletta HarleyDavidson helmets Idroponica illustrations Incontri Infermieristica info Inghilterra internet Intervista Irlanda IrlandaBici Islam Italia italy Kenya Kiva KockaMowMow's kwashiorkor laghi laGrandeStoria laSpritz Lecce Leininger libri life Liguria link London malnutrizione mare Maternage Migranti Milano Mitologia miXilinX Morte/Culture Mostre/Musei Moto MotoEsplorazioni mountainBike MTB music Musica myBand MyMusic Nairobi neve Nursing transculturale nutcase Olmo oltrepòPavese opinio OpinioGlobale OpinioLocale orfanotrofio Otranto ParigiLondrainBici Paris pensieri infermieri personal-fundraising Piacenza Pievetta Plumpynut Poesie PoliticaLocale provenza Pubblica Assistenza Puglia Racconti radici Rassegna Video Religioni Riflessioni Rift Valley RingOfKerryinBici Romaria Salento SANGA Scuole Sem Terra Sicilia specialized Spritz Storia del blog streetArt Strumentazione strutture Sud del Mondo Sudan Teatro Teresina TerziTempi Toscana Transculturale Trappole Transculturali trip umbria urban utility Vaude Veneto viaggi video VideoBike vintage viveresisteresistendo VLOG Volontariato WHO wild Zoom