Oggi ho rivisto Carlo, una mio caro amico, non lo vedevo da tanto tempo. Abbiamo parlato pochi minuti, anche del Natale. "Carlo-il-Natale-in-pronto-soccorso-è-uguale-a-tutti-gli-altri-giorni,-sono-le-persone-ad essere-diverse,-senza-accorgersene,-credimi".
Chissà se mi ha creduto.
Ci sono per esempio gli anziani, che ti chiedono scusa appena varcata la soglia del pronto soccorso, che non sarebbero mai venuti a farsi visitare dal medico se non fossero stati trascinati a forza dai propri figli preoccupati: "Ma-non-andiamo-a-disturbare! Non-c'è-il-dottore-a-Natale...".
Ci sono i più giovani, che t'insultano perchè non è possibile che si aspetti così tanto "pure-a-Natale!". In effetti a Natale si guarisce più in fretta.
Ci sono poi "le mamme del natale" che sono più felici "delle mamme del resto dell'anno" perchè i loro figli..."sono-nati-a-Natale!", e sono più belli di quelli nati in agosto.
Non lo sapevate? Ora lo sapete.
C'è poi chi si ferisce a Natale ed è davvero sfortunato perchè..."proprio-a-Natale!".
E come dimenticarsi di chi muore a Natale. Non si può morire a Natale. A Natale infatti è vietato morire, rovina la festa.
Ed infine ci siamo noi, che lavoriamo a Natale.."e-mi-faccio-pagare-le-ore!".
A parte gli scherzi credo davvero che il Natale ci renda diversi, senza accorgersene.
In quella piccola fetta di mondo di ricchi e privilegiati il Natale ci fa sentire ancora più ricchi obbligandoci a consumare, a comprare, a pretendere ed a farci sentire quasi onnipotenti nel nome di Gesù Bambino; quando invece in un mondo di privilegiati il Natale dovrebbe servire a renderci maggiormente consapevoli della fortuna che abbiamo avuto a nascere dove siamo nati, oltre ad insegnarci a saper imparare a rinunciare, nel nome di Gesù Bambino.
Ma non è affatto facile rinunciare.
Soprattutto a Natale.
Come può essere non affatto facile, come ogni nuovo giorno che passa, saper accettare. Soprattutto a Natale; Soprattutto quando è il primo Natale senza l'amato figlio.
Ho conosciuto Carlo quando ancora non era ferito.
Quando ancora non era Natale e tutti non erano quindi felici.
Chissà se mi ha creduto.
Ci sono per esempio gli anziani, che ti chiedono scusa appena varcata la soglia del pronto soccorso, che non sarebbero mai venuti a farsi visitare dal medico se non fossero stati trascinati a forza dai propri figli preoccupati: "Ma-non-andiamo-a-disturbare! Non-c'è-il-dottore-a-Natale...".
Ci sono i più giovani, che t'insultano perchè non è possibile che si aspetti così tanto "pure-a-Natale!". In effetti a Natale si guarisce più in fretta.
Ci sono poi "le mamme del natale" che sono più felici "delle mamme del resto dell'anno" perchè i loro figli..."sono-nati-a-Natale!", e sono più belli di quelli nati in agosto.
Non lo sapevate? Ora lo sapete.
C'è poi chi si ferisce a Natale ed è davvero sfortunato perchè..."proprio-a-Natale!".
E come dimenticarsi di chi muore a Natale. Non si può morire a Natale. A Natale infatti è vietato morire, rovina la festa.
Ed infine ci siamo noi, che lavoriamo a Natale.."e-mi-faccio-pagare-le-ore!".
A parte gli scherzi credo davvero che il Natale ci renda diversi, senza accorgersene.
In quella piccola fetta di mondo di ricchi e privilegiati il Natale ci fa sentire ancora più ricchi obbligandoci a consumare, a comprare, a pretendere ed a farci sentire quasi onnipotenti nel nome di Gesù Bambino; quando invece in un mondo di privilegiati il Natale dovrebbe servire a renderci maggiormente consapevoli della fortuna che abbiamo avuto a nascere dove siamo nati, oltre ad insegnarci a saper imparare a rinunciare, nel nome di Gesù Bambino.
Ma non è affatto facile rinunciare.
Soprattutto a Natale.
Come può essere non affatto facile, come ogni nuovo giorno che passa, saper accettare. Soprattutto a Natale; Soprattutto quando è il primo Natale senza l'amato figlio.
Ho conosciuto Carlo quando ancora non era ferito.
Quando ancora non era Natale e tutti non erano quindi felici.
Quando faceva caldo, l'anno nuovo era ancora lontano e le strade erano piene zeppe di moto, compresa quella maledetta di suo figlio.
L'ho rivisto oggi, la vigilia di Natale, dove ho lavorato e sono contento di averlo fatto. Lavorerò pure domani, il venticinque, e non riesco ad immaginare un modo migliore di vivere veramente il Natale se non facendo l'infermiere. Sarà pure un mio personale e "strano" concetto eppure è grazie a ciò che oggi ho "riconosciuto" Carlo.
L'ho riconosciuto ed era ferito.
E' arrivato il Natale e tutti sono felici.
Fuori fa un gran freddo, l'anno nuovo è vicino e le moto stanno coperte da un panno in garage.
Il resto non conta più nulla. Neppure il Natale.
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