Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

11 dicembre 2010

pensieri infermieri

Qualche giorno fa ho accompagnato Said nella sua nuova casa. Era contento Said, i suoi occhi brillavano di gioia, di una luce particolare che significava ritornare in qualche modo alla vita.

Prima di accompagnarlo in questa nuova avventura, ho controllato che tutto fosse a posto. Mi sono quindi vestito, sono andato prima a salutarlo e poi sono sceso a prendere la barella e l'ossigeno.

Una volta tornato in rianimazione, una volta caricato sul lettino, una volta saliti sull'ambulanza, siamo partiti.

La nostra rianimazione dal centro di riabilitazione per gravi traumi spinali, la sua nuova casa, dista circa una quarantina di chilometri. Fuori il sole splendeva e Said lo cercava.

Said è reduce da un gravissimo incidente stradale. E' arrivato in pronto soccorso, è stato operato, è stato trasferito in una rianimazione molto grande per poi essere trasferito in un'altra rianimazione un po' più piccola, ora verrà infine trasportato ad un centro di riabilitazione per traumi spinali.

Lì inizierà una nuova vita, inizierà a fare tanti, tantissimi esercizi. Ci vorrà una grande forza di volontà ma con il tempo imparerà a convivere con un nuovo corpo, diverso per sempre da quello di prima ma non per questo inutile, anzi perennemente affamato..come una belva...vorace di piccolissimi miglioramenti, di indecifrabili movimenti, sensazioni.

Said è vigile, capisce, pensa, guarda. Durante il viaggio i suoi occhi hanno fissato perennemente il mondo fuori dal finestrino, alla ricerca di una immaginaria libertà, di una vecchia luce naturale, di suoni, odori, sapori e di tutte quelle cose che chissà da quanto tempo non sbattono contro la sua pelle.

Sono contento di averlo accompagnato io Said.

Durante il viaggio ho pensato alla sua storia, ai suoi figli, da dove viene, cosa gli è successo, cosa gli succederà.

Rimarrà pur sempre un padre Said, come lo è ancora Nando, un signore di centosette anni che qualche giorno fa è entrato in pronto soccorso. E' stato davvero straordinario conoscerlo.

Nando, nonostante si trovasse in pronto soccorso, tutto sommato, non stava nemmeno malaccio..ancora brillantissimo..circondato dall'affetto dei suoi figli è stato poi successivamente ricoverato per accertamenti.

Prima di essere ricoverato, passandogli accanto, ascoltai suo figlio che gli chiese in dialetto " papà-a-ghet-sed ? " tradotto " papà hai sete ? " lui gli rispose accarezzandolo di non preoccuparsi, successivamente gli chiesi come stava, se avesse ancora dolore o se avesse bisogno di qualcosa, lui mi guardò e, sorridendo, mi rispose un po' in dialetto ed un po' in italiano "..io-sono-a-letto-e-sto-bene-mentre-al-signur-a-l'è -in-crus..".

L'umanità di alcune persone è davvero infinita.

Una notte invece è entrato un padre con una figlia disabile di quindici anni. Perennemente allettatta, rachitica e da broncoaspirare frequentemente. E' stato davvero toccante osservare con quanto amore la vegliasse, per tutta notte, una volta ricoverata in osservazione. Durante la medesima notte entrò anche un'altra ragazzina, anch'essa di quindici anni, accompagnata da un gruppetto di amici spaventatissimi, completamente ubriaca e sull'orlo del coma etilico. Poco dopo giunse suo padre, incredulo nel trovarla in quello stato.

Ricordo che le due storie, oltre a quei padri, quella notte s'incrociarono inesorabilmente ed in modo impietoso, all'interno di un piccolo pronto soccorso..di una piccola città, nascosto dalla nebbia.

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