Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

13 dicembre 2011

i folletti a sonagli

E' arrivata anche quest'anno la notte di Santa Lucia.
Tra pochi giorni sarà ancora una volta Natale, poi toccherà all'atteso capodanno.

E' difficile trascorrere serenamente le feste natalizie quando, nella testa, si nascondono stralci di povertà. A volte, è più forte di me, mi viene egoisticamente da pensare che non ci sia proprio nulla da festeggiare.

A Natale meriteremmo tutti un po' più silenzio, un po' più di rispetto, meno luci e soprattutto meno Babbi nei centri commerciali.

Eppure ricordo che era bellissimo risvegliarsi la mattina del tredici dicembre, scendere con ansia in cucina e ritrovarsi il tavolo pieno zeppo di regali (nella mia famiglia i regali non si ricevevano a Natale ma bensì a Santa Lucia). Osservare la soddisfazione negli occhi dei miei genitori ed essere felice insieme al mio gemellino.

<<Ma chi è arrivato?>> chiedevamo ridendo,

<<Sono stati i folletti di Santa Lucia!>> ci rispondeva a volte mia madre insieme al suo splendido sorriso, mischiando, a fin di bene, la Santa con il Babbo e tutto questo perché nei-mesi-prima-di-Natale-ogni-folletto-è-impegnato-a-realizzare-il-desiderio-del-suo-protetto-fabbricando-i giocattoli-nel-suo-laboratorio ..

Che bei momenti!

E' passato tanto tempo.

Durante i miei viaggi nei paesi più poveri del mondo ho incontrato migliaia di bambini, migliaia di folletti.

Alcuni hanno le scarpe, la maggior parte no. Alcuni non hanno più la madre, altri invece possiedono tanti padri, che vanno e vengono. Alcuni si trasferiscono in città con i loro genitori convinti, così facendo, di diventare ricchi e non torneranno mai più.
Chi lo farà sarà ancora più povero.

I più sfortunati sono orfani o abbandonati. Alcuni si lavano nel fiume, altri racimolano l'acqua ancora da un pozzo.

Molti di questi folletti giocano con tutto quello che trovano in giro e che per noi sarebbe niente. Sono giochi che nei paesi più sviluppati i Babbi Natale non possiedono e non donano .. si vergognerebbero o verrebbero licenziati in tronco dalla Santa Claus Trade:

Un pezzo di bastone, una palla di stracci trovata chissà dove e arrotolata per mezzo di uno spago, una bottiglia, una sigaretta, una bambola senza un braccio, dei ferri arruginiti, un aquilone, una ruota buca..

Altri ancora invece non giocano affatto.
Osservano gli altri farlo; eppure vorrebbero, glielo leggi in faccia, ma non possono e questo a causa molto spesso di una disabilità e ti piange davvero il cuore. I loro volti sono tristi, persi, abbattuti. Si possono incontrare nei villaggi, nei cortili di scuole affollate e sprizzanti di gioia, nelle strade ..

Non c'è peggior cosa di notare un bambino che vorrebbe giocare insieme ad altri bambini e che non può farlo. Credetemi. Soprattutto se quel bimbo vive in un paese del Sud del mondo, un paese povero, poverissimo.

Il circo del Natale arriva in tutto il mondo ma la festa, per alcuni, è diversa non c'è nulla da fare.

Ne ho incontrati da tutte le parti in Etiopia, in Sudan, in Brasile..

E se mentre i bambini che giocano hanno questa faccia..


..i bambini che osservano giocare hanno invece questa


Io ormai, quando ne incontro uno, ho imparato riconoscerlo e a chiamarlo tra me e me "folletto a sonagli", proprio perché la disabilità ha lo stesso effetto del sonaglio che, molto spesso, condanna il povero bambino all'isolamento. 

Cosa faccio?
Di solito, dopo aver conquistato un po' della sua fiducia, faccio di tutto per avvicinarlo agli altri bimbi, coinvolgendolo in qualche gioco e spesso ci riesco, non perchè sia un genio ma perchè, credetemi, basta veramente poco. Un po' di attenzione, un po' di amore, due parole, qualche incitamento ed il sonaglio sparisce come per magia.

I folletti sono esseri favolosi, raffigurati solitamente come piccoli, con il viso da fanciullo, dalla capigliatura bionda e ricciuta e vestiti di un saio scarlatto e scarpe di cristallo.

Esperti di arti arcane, amano cavalcare le rane e bere latte. Sono molto gelosi del luogo nel quale vivono e lo proteggono da persone dannose. A volte I folletti si trasferiscono anche in città per seguire qualcuno al quale vogliono bene, ma bisogna prestare loro tante attenzioni perchè non è il loro ambiente naturale e possono diventare tristi ed annoiati.

Scolpiscono strani disegni sulle rocce, vivono nelle grotte ma anche nelle baite, dove aiutano i montanari a fare il formaggio badando alle capre.

Tra loro vi son poi quelli coperti da un berrettino a sonagli.

E' possibile incontrare un "folletto a sonagli" e farselo amico, ma bisogna avere con lui una gran pazienza in quanto è soggiogato da altri folletti dispettosi che si divertono molto a fare degli scherzi il più delle volte innocui ma fastidiosi.

Tuttavia sarà l'amore a conquistarlo.

Una sera d’estate uscirete dalla vostra casa e vi sederete sull’altalena in giardino, fisserete la via lattea, sentirete il gracidare delle rane e la cantilena festosa dei grilli che vi sussurreranno il suo nome.

Egli allora spunterà fuori e vi ringrazierà con un delicato sorriso, strattonandovi, inseguendovi per il cortile o lanciandovi la palla ed il tutto, al solo pensiero, renderà meno triste il vostro Natale.

6 commenti:

Luigi Torreggiani ha detto...

Che bel post, mi ha commosso. Penso tuttavia che la grandezza degli sguardi dei "folletti", perlomeno di quelli più piccoli, sia proprio nel non sapere, nel non avere il confronto con il nostro opulento stile di vita... questo un po' li salva, li rende puri... questo ho provato vedendo i bambini giocare tra i binari del treno Belgrado - Sarajevo: per loro era solo un treno, e la sosta ai confini solo un'occasione per scendere e correre. La guerra, l'odio e l'assurdità dei politici non li toccava, erano liberi ed io ero felice di osservarli. Ma questo mi ha fatto comprendere quanto poco liberi siamo noi: sappiamo ma spesso non agiamo.Dietro i rami del nostro albero di natale si nasconde qualcosa di oscuro che tentiamo di nascondere con stelle filanti di ipocrisia.

DanTosca ha detto...

Grazie Gigi..d'accordissimo con te..i bambini sono limpidi,veri..tutte qualità che gli adulti perdono un po' per strada..ed il gioco, in un contesto di assoluta povertà, è tanto fondamentale quanto spesso semplice nel manifestarsi. Tuttavia sono convinto che non abbia importanza..davvero i bimbi giocano allo stesso modo e con la stessa energia e passione in tutto il mondo! Ed è fantastico permetterglielo ed osservarli. Il problema che ho voluto umilmente far emergere è quando però, tra loro, vi si notano bambini che vorrebbero giocare ma che non possono..perché disabili. E molto spesso la disabilità, in un paese del Sud del mondo, credimi, è una vera condanna sociale. E davvero non c'è cosa peggiore e triste di notare un bimbo sconfortato, un folletto a sonagli, rimanere ai confini di un giro-giro-tondo..escluso a causa della sua disabilità.

Luigi Torreggiani ha detto...

Ciao Daniele... certo, hai perfettamente ragione! il mio commento era riferito al gioco dei bambini nei paesi poveri e al confronto con il nostro natale... il problema della disabilità è, come hai sottolineato, qualcosa di estremamente frustrante, una vera condanna,un graffio così profondo che mi toglie la possibilità di replicare, che lascia in sostanza senza parole.... grazie a te

tony-face ha detto...

Grande Daniele!
Un abbraccio.
Tony

DanTosca ha detto...

Grazie per la visita Tony!!!

laFra ha detto...

spero di non beccarmi una denuncia per stalking appena arrivata su suolo Italico.
Sono Francesca, di "laFra a Shanghai". Questo natale saro' a Pecorara, val tidone. Mi piacerebbe conoscerti di persona, e se vuoi, qui mi puoi contattare: frasil82@hotmail.com

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