Tratto dal sito dell'Ipasvi, qualche dato emerso dal quarto congresso nazionale dell'Associazione Infermieristica Transculturale (AIT), tenutosi a Roma sabato 26 novembre, dal titolo: Professione infermieristica ed etica dell'integrazione.
L'Ait sostiene la promozione dei rapporti di scambio e collaborazione con altre organizzazioni nazionali e internazionali che perseguono obiettivi simili; tutela inoltre i diritti degli infermieri immigrati, facilitando la loro permanenza in Italia attraverso servizi di orientamento, informazione e formazione, per meglio integrare gli scopi istituzionali e le informazioni fornite dagli Enti infermieristici e della salute italiani.
In occasione dell'evento, è stato presentato il nuovo Rapporto Caritas Migrantes, strumento indispensabile per fotografare la situazione degli immigrati nel nostro Paese.
Dalle relazioni è emerso che nel 1951 (anno del primo censimento del dopoguerra), gli stranieri, in Italia, erano 130mila su 47.516.000 residenti; mentre, al 31 dicembre 2010, su 60.626.442 residenti, 4.570.317 sono stranieri ed incidono sulla popolazione per il 7,5%. A loro, vanno aggiunti oltre 400mila presenti, non ancora registrati all'anagrafe, per una stima totale di 4.968.000 persone.
Dagli iscritti agli albi Ipasvi (al 31 dicembre 2010) arriva la conferma dei dati analizzati nel 2009: c'è ancora carenza di infermieri. L'Italia, in tal senso, è abbondantemente al di sotto della media Ocse, con criticità evidenti segnalate in Campania (5,3 infermieri per mille abitanti), Lombardia (5,6), Calabria e Sicilia (5,7).
Una realtà allarmante per un Paese fra i paesi più vecchi al mondo, bisognoso di professionisti sanitari.
Gli infermieri stranieri, al 31 dicembre 2010, erano 38.527, costituendo il 10,3% del totale, ma raggiungendo il 16-17% in diverse regioni. Al Nord, la presenza di stranieri è doppia o tripla di quella rilevata al Sud.
La popolazione infermieristica, in generale, è cresciuta, l'anno scorso, di 10.522 unità (+2,9%): in termini relativi, di più nella componente maschile (+4,4%, contro il +2,5% delle donne) e quella straniera (+7% rispetto a quella italiana, +2,4%).
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