Mi colpisce molto pensare a quante persone siano sole.
Da quando lavoro in pronto soccorso ne ho conosciute tantissime di persone che lo sono veramente e mi riferisco principalmente ad anziani. Non parlo però dei tanti nonni che fanno parte dell'immaginario perlopiù comune..parlo dei cosiddetti "casi sociali": mi riferisco a quei anziani che non posseggono neanche un lontano parente che possa occuparsi di loro, che vivono in case abbandonate, segnalati agli assistenti sociali.
Insomma persone lasciate a loro stesse.
Soli; come cani abbandonati appunto. Invisibili a tutto ciò che ruota attorno ad un mondo iper-tecnologico, che comunica in rete e che dimentica presto. Sono persone che che non hanno più nessuno; un amico, un fratello, una moglie, un figlio, con la quale condividere anche una semplice parola, un banale -salve- un dolce -come va?- un rassicurante -buonanotte-.
Se ci soffermiamo un attimo a pensare, tutto ciò è davvero triste.
Vestono sempre uguali, con le stesse scarpe ma con lacci differenti. Sanno tutti dello stesso odore, non si curano, mangiano poco ma lavorano ancora molto. Fanno tutti una gran confusione con le medicine!
La nostra società, quella "occidentale", è regolata da forme culturali che ruotano attorno a tutto ciò che è "giovane": dai messaggi promozionali, ai divertimenti, agli esempi di vita, alla ricerca. In altre culture invece, cosiddette "rurali", i più anziani hanno mantenuto una certa solidità di riconoscimento sociale e infatti sono ancora dei punti di riferimento per l'intera comunità (al di fuori anche dei gradi di parentela..) e non verrebbero mai lasciati soli. Il loro capitale d'esperienza, la loro storia, è considerata una grande risorsa e il loro equilibrio, la loro saggezza, sono solo conseguenze della propria forza comunicativa. Incredibile vero?! Eppure i più sviluppati dovremmo essere noi!
Mi fanno sempre una grande tenerezza queste persone.
Sono perlopiù di sesso maschile che resistono in case fredde, obsolete, dagli odori acri e crudeli.
Odori intrisi in muri umidi e tristi.
Quando li visitiamo alcuni di loro sono scontrosi, altri invece rassegnati.
Tutti e ripeto .. tutti .. non vedono l'ora di togliere finalmente il disturbo.
Da quando lavoro in pronto soccorso ne ho conosciute tantissime di persone che lo sono veramente e mi riferisco principalmente ad anziani. Non parlo però dei tanti nonni che fanno parte dell'immaginario perlopiù comune..parlo dei cosiddetti "casi sociali": mi riferisco a quei anziani che non posseggono neanche un lontano parente che possa occuparsi di loro, che vivono in case abbandonate, segnalati agli assistenti sociali.
Insomma persone lasciate a loro stesse.
Soli; come cani abbandonati appunto. Invisibili a tutto ciò che ruota attorno ad un mondo iper-tecnologico, che comunica in rete e che dimentica presto. Sono persone che che non hanno più nessuno; un amico, un fratello, una moglie, un figlio, con la quale condividere anche una semplice parola, un banale -salve- un dolce -come va?- un rassicurante -buonanotte-.
Se ci soffermiamo un attimo a pensare, tutto ciò è davvero triste.
Vestono sempre uguali, con le stesse scarpe ma con lacci differenti. Sanno tutti dello stesso odore, non si curano, mangiano poco ma lavorano ancora molto. Fanno tutti una gran confusione con le medicine!
La nostra società, quella "occidentale", è regolata da forme culturali che ruotano attorno a tutto ciò che è "giovane": dai messaggi promozionali, ai divertimenti, agli esempi di vita, alla ricerca. In altre culture invece, cosiddette "rurali", i più anziani hanno mantenuto una certa solidità di riconoscimento sociale e infatti sono ancora dei punti di riferimento per l'intera comunità (al di fuori anche dei gradi di parentela..) e non verrebbero mai lasciati soli. Il loro capitale d'esperienza, la loro storia, è considerata una grande risorsa e il loro equilibrio, la loro saggezza, sono solo conseguenze della propria forza comunicativa. Incredibile vero?! Eppure i più sviluppati dovremmo essere noi!
Mi fanno sempre una grande tenerezza queste persone.
Sono perlopiù di sesso maschile che resistono in case fredde, obsolete, dagli odori acri e crudeli.
Odori intrisi in muri umidi e tristi.
Quando li visitiamo alcuni di loro sono scontrosi, altri invece rassegnati.
Tutti e ripeto .. tutti .. non vedono l'ora di togliere finalmente il disturbo.
Nessun commento:
Posta un commento