Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

13 maggio 2012

Un incontro speciale



Tra i ricordi più significativi delle persone che ho incontrato durante i miei viaggi vi è senz'altro Michele.

Michele opera in Alagoas (Brasile) con l'associazione Amici di Joaquim Gomes.

Chi si occupa di cooperazione non governativa sa bene quanto sia importante il poter contare su una associazione seria, affidabile, in grado di sostenere e finanziare progetti di sviluppo volti a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni e fornire loro strumenti di autosostenibilità. Per fare tutto ciò è fondamentale garantire la presenza fissa della stessa associazione (con una sede) e possibilmente di cooperanti in ambito locale (almeno all'inizio) per un tempo medio-lungo nei paesi con i quali si coopera al fine di assicurare quella giusta attenzione a quell'approccio "micro", attento alle singole iniziative, alla mobilitazione delle risorse locali, tutto questo per operare insieme per il raggiungimento di un fine comune, che possa essere pertinente, adeguato, fattibile, realizzabile, efficace ed efficiente.

Realizzare tutto ciò non è affatto facile. Ci vuole tanto lavoro, attenzione, impegno e passione e a volte non basta tutta la buona volontà e tutte le migliori intenzioni possibili, così come non basta avere budget illimitati o essere tecnici di agenzie importanti per fare cooperazione e infatti gli errori e le figuracce, che appartengono alla storia degli aiuti allo sviluppo, sono infiniti.

L'associazionismo fa tanto, tantissimo (il lavoro di migliaia di volontari e cooperanti è inestimabile e preziosissimo), tutti i giorni, in tutto il mondo ma i suoi opposti approcci: filantropico, solidaristico da una parte e progettuale (basato sul ciclo del progetto..) dall'altra, non sempre portano i loro frutti anzi .. e non è più un tabù affermare che il PCM (Project Cycle Management) per esempio, con il passare del tempo, ha perso un po' di smalto..

Tuttavia senza soffermarmi troppo in questioni tecniche (..non ne sarei capace) Michele, con la sua vita, con la sua instancabile voglia di fare e la passione che lo lega a quella terra, a quelle persone, mi ha dimostrato che cooperare in modo attento, rispettoso, in modo corretto ed efficace si può ancora fare. Egli, qualche anno fa, ha fatto una scelta di vita importante e oggi, in quelle terre, ci vive e s'impegna tutti i giorni per far si che i progetti siano pertinenti con i bisogni primari della popolazione e che un giorno possano portare benefici sostenibili.

Michele mi ha davvero entusiasmato, arricchito.
Tra i progetti intrapresi e che gestisce collaborando con la comunità locale vi è l'orto comunitario e il progetto sull'idroponia, che merita davvero un plauso, un elogio speciale in quanto sfrutta la tecnica dell'irrigazione goccia a goccia, sempre più utilizzata nei paesi in via di sviluppo..

Anche il progetto d'apicoltura della specie d’api native, data la posizione favorevole dell’orto, non distante da appezzamenti di foresta atlantica, con lo scopo di sperimentare la produzione di miele sta dando i suoi frutti.

Ricordo ancora quando, nell'ottobre 2011, visitai l'orto comunitario nei pressi della cittadina di Joaquim Gomes, accompagnato da Michele .. rimasi a bocca aperta!!

Ecco alcune foto ..





..l'irrigazione a goccia: all'interno delle bottiglie cresceranno insalata e rucola in breve tempo




.. il progetto d'apicoltura

Questa notte, dopo un durissimo pomeriggio di lavoro in ospedale, sono contento di scrivere di Michele, di chiudere la giornata raccontando dei suoi progetti, di quei momenti, di ricordare quelle fantastiche terre.

Mi ero promesso di farlo un giorno e quel giorno è finalmente arrivato.

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