
Durante i miei viaggi faccio sempre molto attenzione ai marchi (o cartelli) che mi circondano.
Due, in particolare, riscuotono in me notevole interesse.
I primi sono sempre quelli legati alla cooperazione internazionale e all'associazionismo in generale.
Atterrare in una grande megalopoli africana, per esempio, e tenere il conto man mano che i giorni passano, tra uno spostamento e l'altro, di tutti i loghi di agenzie, piccole o grandi ong o semplici associazioni solidali incontrate è davvero un bel passatempo e un valido modo per capire quanto interesse (si spera esclusivamente solidale...) c'è in quel paese.
Inquietanti messaggi... |
La medesima attenzione poi la riservo anche per tutte quelle insegne e scritte che rappresentano le congregazioni religiose o missioni clericali (con annesse scuole, asili, college...) presenti anch'esse soprattutto nei cosiddetti paesi in via di sviluppo (in Africa e America Latina in particolare) dove a tutt'oggi, ma questo è un mio parere, soprattutto per il continente nero, il credo politico e quello religioso non sono ancora del tutto separati, il che vuol dire che i loro "poteri" incidono spesso congiuntamente sulla vita della gente in modo marcato (nel bene e nel male) condizionandola quotidianamente.
I secondi, invece, riguardano i marchi commerciali; dalle multinazionali alle medio-grandi aziende occidentali (e cinesi... ) che, una volta delocalizzate, cercano di aggredire il mercato globale con la speranza di mantenersi sempre più competitive in un contesto appunto globalizzato.
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... cinAfrica |


Ma la più grande sorpresa l'ho avuta all'interno di un supermercato nei pressi di Nairobi, quando ho notato per caso l'insegna della storica vetreria di Borgonovo, azienda con sede centrale posizionata a pochi km da casa mia (provincia di Piacenza, pianura padana... ) e nemmeno tanto grande.
Mai e poi mai avrei pensato di trovarmela lì!
Vedere quella insegna ricordo che mi ha colpito tantissimo!
Questi cartelli... questi marchi, appartenenti un po' all'associazionismo (religioso e non) un po' al consumismo, localizzati in queste città così Melting pot, che fondano il loro potere sull'immagine che si costruiscono (che ci piaccia oppure no) derivati da molti soldi in pubblicità e marketing, in qualche modo, nel bene o nel male, non fanno altro che ricordarci che siamo lì... per infiniti motivi, cause e giustificazioni.
Tuttavia Klaus Werner e Hans Weiss ci ricordano che se vogliamo mantenere la nostra qualità della vità, la nostra libertà e le nostre possibilità di sviluppo personale dobbiamo globalizzarne i presupposti: serviranno quindi regole eque per la convivenza di tutti gli uomini.
Ma è una giungla, una guerra senza vincitori e vinti, che coinvolge aiuti, commercio, politica e credenze e dov'è permesso tutto o quasi. E che riguarda anche noi, distanti migliaia di chilometri e seduti davanti ad un Pc.
Utilizzare la nostra forza di consumatori e consumatrici esercitando la nostra influenza (facendo quindi attenzione a quello che si compra, consumando quindi il più possibile consapevolmente) equivale a utilizzare al meglio, per un cittadino o una cittadina, la proposta del 5 per mille o il desiderio di donare qualche soldino per una causa solidale (informandosi sulla serietà dell'associazione, sulla sua trasparenza e sui progetti in corso per esempio... ).
Perché non possiamo più permetterci di fare come se tutto ciò non ci riguarda.
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