Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

11 settembre 2013

Ramazze nostre!

C'è una foto che voglio farvi vedere oggi e che secondo me, nel suo piccolo, rappresenta bene alcuni celati significati che ruotano attorno alla "cooperazione".

Ho più volte cercato di spiegare, grazie a viveresisteresistendo, che cosa le mie esperienze mi hanno trasmesso o mi hanno insegnato in merito a concetti o parole molto comuni che ogni giorno "punzecchiano" la nostra routine quotidiana, più o meno caotica: fatta di responsabilità, impegni da rispettare, budget da raggiungere, bollette da pagare!

Il tutto inglobato in quella scatola fragilissima rappresentata dalla nostra società complessa, dinamica e multiculturale incarnata a sua volta da una immensa rete di significati che spesso pongono la necessità di riflessioni e confronti.

Le parole alla quale mi riferisco sono cooperare e povertà e la foto che vi dicevo ad inizio post è questa:


Per quanto riguarda la parola povertà da molto tempo mi son fatto una idea ben precisa e che è essenzialmente legata a mancanza di opportunità. E' povero un bambino somalo martoriato nell'anima dalla guerra, che non può godere dell'acqua e delle migliori cure ma è anche povero un ragazzo della Basilicata, magari con l'iPhone in tasca ma che per raggiungere la più vicina Università (di qualità), per garantirsi un futuro, deve compiere centinaia di chilometri...

Cooperare non è affatto facile. Ricordo sempre a me stesso che questa fantastica parola va difesa con tutte le forze perché in essa vi si trova l'essenza dell'essere umano. Ho sempre cercato poi di far notare a chi collega sempre tale parola a paesi lontani e martoriati da qualche "strana" malattia o da dittatori senza scrupoli, della quale agli Usa non interessa molto in assenza di particolari interessi economici da affibiargli, che si sbagliano alla grande, in quanto la parola, o meglio i valori racchiusi in Cooperare, andrebbero il più possibile desiderati, incalzati e tallonati da noi tutti, nel nostro vivere quotidiano.

In che modo? Usando il più possibile la bicicletta, limitando il più possibile il nostro impatto sulla terra, non andando a prostitute (gli Italiani, da ultimissime inchieste, sono risultati i campioni del mondo!), comprando responsabilmente, rispettando semplicemente le leggi... anche quelle del condominio per intenderci, stando lontani dal gioco d'azzardo, rispettando i limiti di velocità, rispettando il prossimo. Piccoli esempi di semplici prassi impegnative di civiltà e cooperazione civile che, se usate tutti i giorni, migliorerebbero il vivere quotidiano di tutti e tutelerebbero di conseguenza il bene comune.

I protagonisti della Cooperazione non sono gli strumenti ma le persone e i loro comportamenti.
E questo vale sia per quanto riguarda il nostro orticello sia per quanto concerne un paese lontano migliaia di chilometri.

Tra i professionisti, gli esperti, tecnici o semplici volontari e sostenitori degli aiuti ai paesi in via di sviluppo affiora spesso il proverbio:
“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”
Purtroppo, ahimè, gli aiuti molto spesso consistono non tanto nel voler “insegnare a pescare” ma nel regalare loro una buona canna da pesca: lo strumento.

Non stupitevi quindi, una volta finiti in una missione in Africa, di vedere alcune donne chinate verso terra e intente a fare le pulizie con in mano una piccola ramazza cortissima, in una posizione da far spezzare la schiena; e soprattutto... se le regalerete una scopa o una ramazza di quelle che usate voi in Italia per esempio, non date affatto per scontato che in futuro le useranno!

Se non lo fanno avranno sicuramente dei buoni motivi!

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