Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

07 febbraio 2014

Barbis, l'Arbëreshë...

Anche per il mio paese, Castel San Giovanni in provincia di Piacenza, è nato il famigerato gruppo Facebook  "Sei di ... Se... ". Una semplice idea che ha letteralmente contagiato tutti arricchendo lo spazio virtuale di aneddoti, ricordi e simpatiche goliardie paesane.

Per quanto mi riguarda tuttavia, abitando in una piccola frazione limitrofa (che prende il nome di Bosco Tosca), il mio contributo al gruppo non può che essere esiguo ma è capitato che qualcuno in queste ore tirasse in ballo proprio il mio paesino, la mia piccola frazione (dove da qualche mese tra l'altro sono tornato ad abitare) che, proprio per questo motivo, vorrei approfittare di questo piccolo fatto per condividere su viveresisteresistendo un breve commento che ho scritto in quanto non credo di avervi mai parlato delle mie origini Arbëreshë!

Un amico infatti ha pubblicato sul gruppo questo post


Ecco dunque il mio commento in merito.
Non vuole essere nulla di che, credo solo che ci siano dentro un sacco di cose!
Io ho fatto elementari e medie con il pulmino, tutte le mattine. Di quelle scene... Ci sembrava di raggiungere una grande città, un nuovo mondo e avevo spesso l'impressione che i miei compagni "cittadini" fossero in qualche modo "avanti". Ma quando tornavo a casa e rimanevo a giocare a pallone fino a sera nei campi, quando mio nonno (detto il Barbis perché portava i baffi!) mi portava sulle rive del grande fiume (solamente per guardarlo scorrere, mentre il vento accarezzava rigorosamente le foglie dei pioppi sopra le nostre teste e non gli usciva una parola di bocca per minuti interi... e guai a fiatare... ) e ci teneva per mano, con quella sua grande mano, per paura che ci finissimo dentro in Po (io e mio fratello gemello...). Quando giocavamo a nascondino per tutto il paese, come fosse un grande gioco in scatola, e ci nascondevamo nella melica o in casa della gente, con la complicità dei vecchietti di allora e che oggi non ci sono purtroppo più, per non farci trovare e tornavamo a casa sudatissimi e sporchi d'erba... Il nostro paesino ci sembrava il posto più libero e selvatico al mondo. Oggi moltissime cose sono cambiate un po' ovunque, nelle frazioni, nelle città, che possono più o meno piacere o addirittura far incazzare... ma succede come mi diceva mio nonno sulle rive del Po: tutto scorre, l'importante è non dimenticarsi delle cose che contano, facendogli visita ogni tanto oppure rispolverandole dentro in noi... e per farlo non servono grandi parole. Se vieni dal Bosco Tosca o dalla Pievetta sei anche un po' Arbëreshë. Molti non ne sono nemmeno a conoscenza. Sarà forse per quello che ci sentiamo fieramente nomadi dentro, aperti al mondo e a tutte le sue contaminazioni. Solidali con i più deboli e con gli ultimi sempre. 


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