In campagna elettorale si pone sempre grande risalto verso una maggiore attenzione per le ciclabili. Poi si costruiscono nuove strade, nuove rotonde, carenti di spazi adeguati percorribili per le biciclette. Sempre in campagna elettorale si difendono centri storici, piccoli negozi, magari a conduzione famigliare ecc. per poi assecondare la costruzione (magari in cambio di strade e rotonde appunto a pochi centinaia di metri dal centro storico) di mostruosi centri commerciali.
Tanto grandi quanto vuoti di significato.
Si vuole, giustamente, incentivare e creare posti di lavoro, che richiedono a loro volta insediamenti e spostamento umano, della quale però se ne farebbe anche a meno perché -prima-veniamo-noi-.
E loro in cerca di lavoro come noi?
E poi... Si promettono giochi per parchetto adatti a bambini con disabilità misti a quelli adatti per bambini senza disabilità e, quando qualcuno si permette di ricordarglielo, si scopre che le priorità sono sempre altre. Dopo la campagna elettorale e la ricerca del voto ovviamente. Nel mentre il parchetto si usura anno dopo anno: Mancano i fondi, il personale.
Non dipende da noi ma da Piacenza, Bologna, Roma.
Italia.
Ho sempre pensato che, la politica locale, di pari passo con le promesse, quando ci si mette riesca a fare danni enormi per le future generazioni. Qualche breve esempio di bei grattacapi che mi circondano (ci sarebbe da ridere per non piangere...) oltre ai già citati nella prima parte di questo post sono qui sotto riportati:
Nel mio territorio l'Unione dei Comuni non si riesce a fare (altre realtà italiane sono avanti anni luce...) perché prevalgono i campanilismi. Non ci si riesce a mettere d'accordo (!). Si rischia di perdere incentivi importanti ma la colpa è sempre di Roma o Bologna che impongono le regole dall'alto (... e se avessero senso alcune imposizioni?). La scuola non la vuole perdere nessuno, i Vigili non li vuole perdere nessuno. La gestione di due case di riposo per anziani localizzate nel mio territorio rischia paradossalmente di mandare in tilt i conti di più amministrazioni. Ovvio, oggi la colpa non è di nessuno e soprattutto: a chi toccherebbe, sempre oggi, mettere mano al portafoglio? E' un zona molto trafficata e, proprio per questo, è in programma, pare, la costruzione di una grande tangenziale che, ovviamente, nessuno vuole dietro a casa sua... meglio costruirla dietro la casa di un altro. Questione migranti. Pochi Sindaci della zona hanno assunto le proprie responsabilità. Tutti gli altri si nascondono dietro ad un dito. La Prefettura (e i Sindaci "accoglienti", allo stremo di risorse visto che hanno accolto più persone del dovuto...) alza la voce. Finirà, temo, che verrà imposto a tutti i Comuni alcune forti decisioni che provocheranno un ulteriore incremento del malcontento generale e dello scontro strumentale che non farà bene a nessuno. Intanto siamo sempre più circondati da banche, centri commerciali, poli logistici, sale slot e night club. Il profitto è ormai diventato il motore di tutto. Perfino enti una volta veramente super partes quali amministrazioni, istituzioni, ospedali, forze dell'ordine oggi risultano sotto gli occhi di tutti, più "deboli". Sotto scacco. Incredibilmente, in un certo senso, sono tutti ricattati da forme subdole di profitto, di potere, contro i quali possono fare poco se non nulla. Sanità. Gli ottimi livelli assistenziali raggiunti in anni e anni d'impegno "pubblico" (parlo della mia realtà) oggi sono a rischio. I tagli ai posti letto, la mancanza di investimenti, i carichi di lavoro sempre più alti del personale sanitario (ridotto all'osso) sono lo specchio di un misero confine sempre più vicino: la privatizzazione assistenziale. A tutti sarà ancora garantita l'assistenza base ma per chi pagherà sarà migliore. Sicurezza. Dove abito io si stanno moltiplicando imprese di vigilanza di sicurezza privata. E' così evidente la discrepanza che si è creata tra criminalità e forze in campo nel combatterla che addirittura interi quartieri, negozi ecc. hanno perso fiducia nelle forze dell'ordine tanto da pensare di intraprendere rapporti contrattuali con tali imprese. Anche alcune amministrazioni comunali ci stanno pensando. Incredibile.
Vanno poi di moda gli accentramenti, in quasi tutti gli ambiti. Anche nel pensare.
E' caccia al pensiero del leadership. Se lo fa lui per noi è più facile poi condividere.
Ognuno ha il suo. Nell'era delle infinite notizie carenti di approfondimento chi sbraita o chi la spara più grossa regna.
Non c'è più tempo per nulla se non per apparire.
E' tutto troppo veloce. E' rimasta solo la caccia al consenso.
E il duro lavoro nell'ombra del tempo?
La cosa più triste è che sta avvenendo tutto sotto i nostri occhi, da decenni. I soliti nomi, le solite ideologie, le solite facce, gli stessi credi immobili con i loro tentacoli sociali ci hanno stancato eppure sono sempre loro. Perché? Perché conviene.
Questa la verità. In un modo o nell'altro.
Perché potrebbero aiutarci.
Ho sempre pensato che, la politica locale, per alcuni aspetti, sia molto più importante da "seguire" che quella "nazionale". Ovvio che, per farlo, occorre il doppio per non dire il triplo dello sforzo. Molti abbandonano l'idea addirittura di provarci dopo poco, pochissimo. Colpa delle informazioni: troppo lente, frammentarie.
Ci si fida.
Ci si fida della politica locale. Ci si fida a tal punto da arrivare a ignorarla rassegnati. Per molti ventenni risulta indecifrabile, impenetrabile. Composta da un mix di personalismi, correnti di partito (tanto importanti quanto inutili), gravi tagli imposti dallo Stato centrale, presenze ininfluenti, consulenze, carenze, attese, servizi base ovviamente da garantire. Eppure, ne sono certo, molte amministrazioni (compresa la mia) nonostante le grandi difficoltà, nonostante tutto, sono sicuro che facciano sforzi da gigante per amministrare al meglio in tempi realisticamente difficili. Ma le imposizioni verticali, le barricate, le frammentazioni, i protagonismi e soprattutto i campanilismi non servono e la scena politico-locale dovrebbe essere assunta e gestita da personalità coraggiose, credibili, autentiche, fortemente ancorate al territorio che conoscono ma in un'ottica generazionale indirizzata ad un bene comune futuro. In un certo senso controcorrenti ma soprattutto preparate e umane. Di destra, di sinistra, leghiste o grilline può avere sicuramente la loro importanza ma fino un certo punto. Di questo ne sono convinto. E la politica in generale dovrebbe avere il coraggio di riconoscere e lottare a sua volta non per ciò che vuole a prescindere il popolo, ma per ciò che è più giusto per il popolo (soprattutto per quello che verrà). Questa, dovrebbe essere responsabilità politica:indipendente quindi dalle decisione degli interessi in gioco e conseguentemente coraggiosa di assumersi le responsabilità delle decisioni di fronte ai cittadini.
Cittadini che vivono, esistono, resistono.
A tutto, a troppo.
Tanto grandi quanto vuoti di significato.
Si vuole, giustamente, incentivare e creare posti di lavoro, che richiedono a loro volta insediamenti e spostamento umano, della quale però se ne farebbe anche a meno perché -prima-veniamo-noi-.
E loro in cerca di lavoro come noi?
E poi... Si promettono giochi per parchetto adatti a bambini con disabilità misti a quelli adatti per bambini senza disabilità e, quando qualcuno si permette di ricordarglielo, si scopre che le priorità sono sempre altre. Dopo la campagna elettorale e la ricerca del voto ovviamente. Nel mentre il parchetto si usura anno dopo anno: Mancano i fondi, il personale.
Non dipende da noi ma da Piacenza, Bologna, Roma.
Italia.
Ho sempre pensato che, la politica locale, di pari passo con le promesse, quando ci si mette riesca a fare danni enormi per le future generazioni. Qualche breve esempio di bei grattacapi che mi circondano (ci sarebbe da ridere per non piangere...) oltre ai già citati nella prima parte di questo post sono qui sotto riportati:
Nel mio territorio l'Unione dei Comuni non si riesce a fare (altre realtà italiane sono avanti anni luce...) perché prevalgono i campanilismi. Non ci si riesce a mettere d'accordo (!). Si rischia di perdere incentivi importanti ma la colpa è sempre di Roma o Bologna che impongono le regole dall'alto (... e se avessero senso alcune imposizioni?). La scuola non la vuole perdere nessuno, i Vigili non li vuole perdere nessuno. La gestione di due case di riposo per anziani localizzate nel mio territorio rischia paradossalmente di mandare in tilt i conti di più amministrazioni. Ovvio, oggi la colpa non è di nessuno e soprattutto: a chi toccherebbe, sempre oggi, mettere mano al portafoglio? E' un zona molto trafficata e, proprio per questo, è in programma, pare, la costruzione di una grande tangenziale che, ovviamente, nessuno vuole dietro a casa sua... meglio costruirla dietro la casa di un altro. Questione migranti. Pochi Sindaci della zona hanno assunto le proprie responsabilità. Tutti gli altri si nascondono dietro ad un dito. La Prefettura (e i Sindaci "accoglienti", allo stremo di risorse visto che hanno accolto più persone del dovuto...) alza la voce. Finirà, temo, che verrà imposto a tutti i Comuni alcune forti decisioni che provocheranno un ulteriore incremento del malcontento generale e dello scontro strumentale che non farà bene a nessuno. Intanto siamo sempre più circondati da banche, centri commerciali, poli logistici, sale slot e night club. Il profitto è ormai diventato il motore di tutto. Perfino enti una volta veramente super partes quali amministrazioni, istituzioni, ospedali, forze dell'ordine oggi risultano sotto gli occhi di tutti, più "deboli". Sotto scacco. Incredibilmente, in un certo senso, sono tutti ricattati da forme subdole di profitto, di potere, contro i quali possono fare poco se non nulla. Sanità. Gli ottimi livelli assistenziali raggiunti in anni e anni d'impegno "pubblico" (parlo della mia realtà) oggi sono a rischio. I tagli ai posti letto, la mancanza di investimenti, i carichi di lavoro sempre più alti del personale sanitario (ridotto all'osso) sono lo specchio di un misero confine sempre più vicino: la privatizzazione assistenziale. A tutti sarà ancora garantita l'assistenza base ma per chi pagherà sarà migliore. Sicurezza. Dove abito io si stanno moltiplicando imprese di vigilanza di sicurezza privata. E' così evidente la discrepanza che si è creata tra criminalità e forze in campo nel combatterla che addirittura interi quartieri, negozi ecc. hanno perso fiducia nelle forze dell'ordine tanto da pensare di intraprendere rapporti contrattuali con tali imprese. Anche alcune amministrazioni comunali ci stanno pensando. Incredibile.
Vanno poi di moda gli accentramenti, in quasi tutti gli ambiti. Anche nel pensare.
E' caccia al pensiero del leadership. Se lo fa lui per noi è più facile poi condividere.
Ognuno ha il suo. Nell'era delle infinite notizie carenti di approfondimento chi sbraita o chi la spara più grossa regna.
Non c'è più tempo per nulla se non per apparire.
E' tutto troppo veloce. E' rimasta solo la caccia al consenso.
E il duro lavoro nell'ombra del tempo?
La cosa più triste è che sta avvenendo tutto sotto i nostri occhi, da decenni. I soliti nomi, le solite ideologie, le solite facce, gli stessi credi immobili con i loro tentacoli sociali ci hanno stancato eppure sono sempre loro. Perché? Perché conviene.
Questa la verità. In un modo o nell'altro.
Perché potrebbero aiutarci.
Ho sempre pensato che, la politica locale, per alcuni aspetti, sia molto più importante da "seguire" che quella "nazionale". Ovvio che, per farlo, occorre il doppio per non dire il triplo dello sforzo. Molti abbandonano l'idea addirittura di provarci dopo poco, pochissimo. Colpa delle informazioni: troppo lente, frammentarie.
Ci si fida.
Ci si fida della politica locale. Ci si fida a tal punto da arrivare a ignorarla rassegnati. Per molti ventenni risulta indecifrabile, impenetrabile. Composta da un mix di personalismi, correnti di partito (tanto importanti quanto inutili), gravi tagli imposti dallo Stato centrale, presenze ininfluenti, consulenze, carenze, attese, servizi base ovviamente da garantire. Eppure, ne sono certo, molte amministrazioni (compresa la mia) nonostante le grandi difficoltà, nonostante tutto, sono sicuro che facciano sforzi da gigante per amministrare al meglio in tempi realisticamente difficili. Ma le imposizioni verticali, le barricate, le frammentazioni, i protagonismi e soprattutto i campanilismi non servono e la scena politico-locale dovrebbe essere assunta e gestita da personalità coraggiose, credibili, autentiche, fortemente ancorate al territorio che conoscono ma in un'ottica generazionale indirizzata ad un bene comune futuro. In un certo senso controcorrenti ma soprattutto preparate e umane. Di destra, di sinistra, leghiste o grilline può avere sicuramente la loro importanza ma fino un certo punto. Di questo ne sono convinto. E la politica in generale dovrebbe avere il coraggio di riconoscere e lottare a sua volta non per ciò che vuole a prescindere il popolo, ma per ciò che è più giusto per il popolo (soprattutto per quello che verrà). Questa, dovrebbe essere responsabilità politica:indipendente quindi dalle decisione degli interessi in gioco e conseguentemente coraggiosa di assumersi le responsabilità delle decisioni di fronte ai cittadini.
Cittadini che vivono, esistono, resistono.
A tutto, a troppo.
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