Impossibile non visitare Expo 2015. Viveresisteresistendo non poteva mancare a questo grande evento mondiale.
Scrivo subito che, tra una infinità di cose belle luccicanti, giganti e gustose... quella che più mi ha sorpreso, è stata questa scovata nel piccolo quanto scarno spazio espositivo della Repubblica Congo:
A proposito... È incredibile come a Expo padiglioni quali Nestlé, CocaCola, New Holland, McDonald's per non parlare di quelli mega di Russia, Brasile, USA vogliano fare, in un certo senso, la morale al resto del mondo in tema di biodiversità, tutela, sostenibilità e sovranità alimentare per non parlare della lotta alle monocolture. Da non credere.
Anche alcuni tra quelli allestiti da governi africani assassini e sfruttatori dei propri popoli, lasciati alla fame da decenni per un pugno di aiuti, sono senza vergogna.
Personalmente ho trovato molto più dignitosi, realistici e meno ipocriti quello europeo per esempio (bello e intelligente), quello allestito dal movimento SlowFood, quello dell'Angola, per non parlare del padiglione zero: un vero dono, un elogio all'intelletto umano, alla vita.
Detto questo Expo per me è un evento straordinario, unico. Ogni padiglione è ovviamente una vetrina in senso largo... Spesso il tema centrale è completamente dimenticato ma in molti sedi espositive è vivo, e' forte, e' ricco di umanità, innovazione e ingegno e vale davvero la pena ricercarlo. E poi l'esposizione è a un passo'; a chi non c'è ancora andato un umile consiglio: non perdete la grande opportunità di visitarlo e di scovarne il vero senso: esso si, ahimè, così distante dalla maggior parte di tutti noi ma soprattutto così distante da quegli stessi governi tirati a lustro, in posa, dietro a luccicanti vetrine.
Menzioni a parte li meritano il piccolo padiglione dell'Etiopia e quello della mia città, Piacenza. Il primo è riuscito a puntare sulla sua arma principale, il caffè, vero simbolo della cultura etiope. Essendo stato sei volte in Etiopia, per motivi "umanitari", entrare in quello stand mi ha davvero emozionato. Piacenza invece mi ha sorpreso perché è riuscita ad accaparrarsi una localizzazione, nel complesso globale fieristico, davvero notevole considerando che è una piccola città. Muoversi prima degli altri, essere curiosi dell'opportunità del mondo e guardare fuori dal proprio orticello in un ottica futura allora a volte funziona. Brava Piacenza.
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