Premessa: Ammetto di aver un pochino "sistemato", in qualche modo, tale post dopo qualche giorno e proprio per questo vi assicuro che, a mente lucida, difficilmente avrei estratto un tale pensiero. Detto questo, la bozza originale è qualcosa di incredibile: credevo, rileggendola, di aver inventato un nuovo linguaggio... ma ve la risparmio.
Qual è il segreto di Inside Out?
Il segreto di Inside Out, secondo me, sta nel fatto che è elaborato magnificamente come al solito dai soliti geni della Pixar; sta nell'immaginazione dello spettatore che rinasce sullo schermo ma anche che al film manca di una cosa fondamentale: la ragione.
Siamo consapevoli di possedere tutti i personaggi emotivi e pseudo-figurativi presenti nel film, fin dall'età della ragione. Ognuno di noi, oggi, è sicuro di dominarli, di averne piena consapevolezza, di gestirli per sopravvivere, per progredire, per vivere, esistere, resistere. Ma c'è stato un tempo, molto prima che comparisse in noi la razionalità, dove gli istinti ci padroneggiavano così meravigliosamente da guidarci verso un unico scopo: preservare la nostra unicità di esseri viventi non ancora umanizzati. Uno scopo tempo avanti che, ironia della sorte, avrebbero letteralmente demolito: (1)la scuola (intesa come è oggi), (2) la società malata, (3) i condizionamenti compresi quelli nevrotici correlati ad una altra persona (l'amore?). E soprattutto la razionalità: che cercherà col tempo in vari modi, fallendo miseramente, di preservare la nostra unicità di uomini... che dovrebbero aspirare a diventare pienamente umani, ma che sarà capace tuttavia di fare esattamente il contrario: e cioè addestrare l'unicità di ognuno di noi per quell'infinita lotta tra fortificazioni umane surclassanti.
"C'è qualcosa di più importante della logica: l'immaginazione" disse Alfred Hitchcock.
Il film ne è una perfetta prova. Ecco perché piace.
Qual è il segreto di Inside Out?
Il segreto di Inside Out, secondo me, sta nel fatto che è elaborato magnificamente come al solito dai soliti geni della Pixar; sta nell'immaginazione dello spettatore che rinasce sullo schermo ma anche che al film manca di una cosa fondamentale: la ragione.
Siamo consapevoli di possedere tutti i personaggi emotivi e pseudo-figurativi presenti nel film, fin dall'età della ragione. Ognuno di noi, oggi, è sicuro di dominarli, di averne piena consapevolezza, di gestirli per sopravvivere, per progredire, per vivere, esistere, resistere. Ma c'è stato un tempo, molto prima che comparisse in noi la razionalità, dove gli istinti ci padroneggiavano così meravigliosamente da guidarci verso un unico scopo: preservare la nostra unicità di esseri viventi non ancora umanizzati. Uno scopo tempo avanti che, ironia della sorte, avrebbero letteralmente demolito: (1)la scuola (intesa come è oggi), (2) la società malata, (3) i condizionamenti compresi quelli nevrotici correlati ad una altra persona (l'amore?). E soprattutto la razionalità: che cercherà col tempo in vari modi, fallendo miseramente, di preservare la nostra unicità di uomini... che dovrebbero aspirare a diventare pienamente umani, ma che sarà capace tuttavia di fare esattamente il contrario: e cioè addestrare l'unicità di ognuno di noi per quell'infinita lotta tra fortificazioni umane surclassanti.
"C'è qualcosa di più importante della logica: l'immaginazione" disse Alfred Hitchcock.
Il film ne è una perfetta prova. Ecco perché piace.
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