Al Collegio Alberoni di Piacenza è localizzato il famoso Ecce Homo, perla della collezione che fu proprio del Cardinale Alberoni (1664-1772) e dipinto da Antonello da Messina.
Proprio qui, fino a marzo, grazie all'impegno del Signor Centenari che l’ha organizzata personalmente, è in corso una mostra di ventidue artisti contemporanei che reinterpretano, ciascuno mediante la propria sensibilità, il volto dell’Ecce Homo.
Personalmente, nella mia ignoranza, adoro l’Ecce Homo di Antonello da Messina, per vari motivi. Innanzitutto lo trovo dannatamente sofferente, simbolicamente contemporaneo, universalmente vibrante in tutti noi. Siamo circondati da fatti, situazioni e cronache che ci sbattono quotidianamente l’ "Ecce Homo” di turno in prima pagina, alla televisione, condiviso su di un social. “Eccovi l’uomo” che qualcuno ha picchiato, che sta morendo solo su di un letto di un ospedale. “Eccovi l’uomo” che ha perso il lavoro e non vede futuro, che scappa dalla guerra, che vive dentro un carcere, che soffre perché gli viene diagnosticato un cancro. Ecco l’uomo orfano della sua dignità, misero, ultimo.
Siamo anche noi stessi un po' lui, non dimentichiamocelo, quando soffriamo, quando piangiamo, quando subiamo delle ingiustizie.
Non importa da dove veniamo o che cosa ci è successo.
Il suo volto è un rifugio e aiuta a credere che finché qualcuno avrà nascosta in se quella fiammella lucente capace di considerare tutto il suo misterioso dolore nulla è perduto.
Di questo e altro parlavo proprio con il Signor Centenari che, gentilissimo e stupefatto (forse perché all’interno della sala tanto bella quanto vuota, ha incontrato un trentenne con jeans e un giubbotto di pelle il quale gli ha dichiarato la sua totale ignoranza in campo artistico pur considerandola vitale per l'animo umano... ), mi ha raccontato numerosissimi e preziosi dettagli sulla mostra.
Una interessantissima mostra che invito a vedere.
Personalmente ho apprezzato molto le opere di Mauro Fornari, Giuseppe Puglisi, Giovanna Fra, Ruggero Savinio e Nes Lerpa.
Il Sig. Centenari mi ha detto che è presente spesso durante il giorno, arrivando in bicicletta dal centro, dove è proprietario di un famosa e storica galleria d’arte piacentina (l'ho saputo dopo...). Porta un cappello ed è un signore elegante con gli occhiali: è una persona squisita, ribelle, colta e soprattutto viva. Scambiandoci due parole di certo non ve ne pentirete.
Parola di viveresisteresistendo.
Non importa da dove veniamo o che cosa ci è successo.
Il suo volto è un rifugio e aiuta a credere che finché qualcuno avrà nascosta in se quella fiammella lucente capace di considerare tutto il suo misterioso dolore nulla è perduto.
Di questo e altro parlavo proprio con il Signor Centenari che, gentilissimo e stupefatto (forse perché all’interno della sala tanto bella quanto vuota, ha incontrato un trentenne con jeans e un giubbotto di pelle il quale gli ha dichiarato la sua totale ignoranza in campo artistico pur considerandola vitale per l'animo umano... ), mi ha raccontato numerosissimi e preziosi dettagli sulla mostra.
Una interessantissima mostra che invito a vedere.
Personalmente ho apprezzato molto le opere di Mauro Fornari, Giuseppe Puglisi, Giovanna Fra, Ruggero Savinio e Nes Lerpa.
Reinterpretazione dell'Ecce Homo di Mauro Fornari |
Il Sig. Centenari mi ha detto che è presente spesso durante il giorno, arrivando in bicicletta dal centro, dove è proprietario di un famosa e storica galleria d’arte piacentina (l'ho saputo dopo...). Porta un cappello ed è un signore elegante con gli occhiali: è una persona squisita, ribelle, colta e soprattutto viva. Scambiandoci due parole di certo non ve ne pentirete.
Parola di viveresisteresistendo.
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