Questo blog è nato una ventina di anni fa! Ha fatto a cazzotti con i primi guestbook, i primi "siti", con i vari forum ed oggi è bullizzato dai social molto più "veloci" e alla moda.. ma tutto sommato, nonostante mille cose successe, qualche cicatrice e gli acciacchi del tempo, rimane ancora in piedi! Respect!

16 settembre 2016

Stiamo attenti

In merito a quanto successo a Piacenza l'altra notte.. Quando un lavoratore lotta per il riconoscimento di diritti fondamentali come la tutela all’assenza per malattia o per infortunio, o semplicemente per una piccola diaria per la mensa o per riuscire a stare a casa un giorno di ferie acquisite vuol dire che c'è qualcosa che non va o che si è perso qualcosa per strada stiamo attenti. Stiamo attenti perché la forbice delle disuguaglianze, la disparità di ricchezze, fra ricchi e poveri si sta sempre più allargando e certi pesi e contrappesi fondamentali stato-sociali di controllo e regolamentari si stanno troppo sbilanciando, indeboliti da una politica oramai sotto scacco dalla finanza, una sciatta politica raccatta voti e di facciata che si è totalmente disinteressata della sua prima funzione: cercare di mettere le basi per offrire opportunità a chiunque, avere una visione lungimirante. Stiamo attenti perché quando un lavoratore inizia a sentirsi inerme di fronte al sistema che lo regola e che lo ricatta in modo subdolo, giorno dopo giorno, si rischia di infrangere quelle minime tutele acquisite dopo anni e anni di battaglie. Ce le stanno togliendo tutte quelle tutele, giorno dopo giorno, sotto i nostri occhi... tutte... sotto i nostri occhi Il lavoro prima che una occupazione dovrebbe essere una crescita personale, un percorso duro si ma alla pari con la dignità personale. Perché se essa, la dignità, viene a mancare in un lavoratore, il lavoratore scompare nell'oblio della disperazione, dell'abbandono morale che è una cosa gravissima. Un giorno i lavoratori, parlo della manodopera a "basso costo", erano uniti. Oggi sono l'uno contro l'altro. Un giorno tutta la Piacenza del lavoro, la mattina dopo, sarebbe scesa in piazza. Oggi ognuno guarda al proprio orticello e se va male si spera che non vada peggio: se si scrutano sul ciglio della strada una quindicina di lavoratori con un cristo di megafono in mano e un cazzo di cartellone in cerca di attenzione pochi onestamente si chiedono per cosa stiano lì, per cosa lottino, giorno e notte, sotto il gelo o il caldo ma un motivo ci sarà e non sarà di certo una boiata. E se fanno del casino sarebbe bene ricordare che forse non lo fanno per piacere ma perché è l'unico modo per farsi in qualche modo ascoltare visto che nessuno più li ascolta o meglio li rappresenta perché paradossalmente divenuti "scomodi" e che sono gli "ultimi", molto spesso, a non avere più un filo di voce dopo anni di urla incazzate, inascoltate e umiliazioni. Almeno c'è chi ancora ha le palle di protestare a testa alta e le mani sporche.. davanti a una becera politica dello struzzo.

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